fumo di londra 28 aprile 2017

FUMO DI LONDRA! IL TESORETTO ACCUMULATO DALLA VENDITA DEL MILAN SERVIRÀ ALLE ELEZIONI. IL PIANO È STABILITO. SE LUCA ZAIA NON DOVESSE ACCETTARE, ALLORA SCENDERÀ IN CAMPO MARINA B. - JOHN ELKANN E' MOLTO DELUSO DA RENZI. DICE CHE HA PERSO LO SMALTO RIFORMATORE E PREFERIREBBE UN CANDIDATO PREMIER MENO DIVISIVO DA POMPARE CON STAMPA-REPUBBLICA

anna wintouranna wintour

Albertina Grey per Dagospia

 

O con noi, oppure contro di noi. Con i Trump non ci sono prigionieri. Il motto di famiglia è: per scegliere, le cose devono essere chiare. I Trump non sono basici, anzi cercano di capire il più possibile. Ma alla fine scelgono, perché una scelta nel mondo del business va sempre fatta.

MELANIA TRUMPMELANIA TRUMP

 

Anna Wintour, direttore di Vogue, razza democratica wasp, lo ha capito bene. Non si scherza con il clan Trump; anche perché è gente che non ha paura di sbagliare e se infischia di essere accettata per quello che non è o che dovrebbe diventare. Vanno dritti per la loro strada, fieri, orgogliosi, simpatici o rissosi che risultino essere.

FRANCESCO CARROZZINI E FRANCA SOZZANIFRANCESCO CARROZZINI E FRANCA SOZZANI

 

Così la signora Wintour ha scelto di scendere dall’Aventino e diventare possibilista: Melania Trump potrebbe anche finire in copertina di Vogue America. È la stampa bellezza. Se fai notizia ti accoglie. Vogue non è un piedistallo sul quale salire, nè uno status da conquistare, è una finestra sul mando che viene aperta a comando.

 

URBANO CAIROURBANO CAIRO

Melania Trump ora è un’osservata speciale. Me ne sono resa conto durante ilio ultimo tour per redazioni, a salutare vecchie amiche modaiole, tra New York e Los Angeles. Ho rivisto quella pettegola ereditiera dell’editoria di Lydia Hearst, che mi ha confermato come le cose stiano cambiando nei confronti della nuova gestione della Casa Bianca. Mi ha parlato a lungo del talento di Victor Demarchelier, figlio fotografo del grande fotografo Patrick Demarchelier.

 

ANDREA BELOTTIANDREA BELOTTI

E mi ha presentato tre pulzelle molto interessanti, le sorelle Stallone: Sofia, Sistine e Scarlet. Che sono finite in copertina di Harper’s Bazaar. Mi ha raccontato di come dopo la morte di Franca Sozzani, in molti siano convinti che l’Italia abbia perso l’ultima ostinata ambasciatrice della sua moda e un sistema stia crollando senza che dietro ci fosse pronta un’alternativa.

 

Così molti fotografi della vecchia guardia, a cominciare da Steven Meisel fino a Peter Lindbergh hanno deciso di tirare i remi in barca. Poi mi ha raccontato di una voce strana. Si dice che Stefano Tonchi non abbia del tutto rinunciato all’idea di occupassi di Vogue Italia. Che potrebbe diventare un grande consulente o una cosa simile. Per cercare di recuperare in termini di conoscenze e autorevolezza.

MARINA BERLUSCONI CHIHUAHUAMARINA BERLUSCONI CHIHUAHUA

 

A casa di Lydia, che ha a lungo collaborato con Page Six, la temuta pagina di gossip del New York Post, c’era anche una combriccola di italiani. Di quelli che fanno la spola tra Milano e New York e solo di rado passano dalla mia adorata Londra. Pierre di case di moda sempre alla ricerca di suggestioni e nuovi volti da importare alle sfilate. Così siamo finiti a parlare di editoria italiana.

 

Pare che Urbano Cairo, malgrado gli sbandierati conticini del Corriere e la sua ostentata spending review, sia preoccupato di rimanere a secco di quattrini. I rilanci dei periodici Rcs sono tutti catastrofici sul fronte della qualità e della raccolta pubblicitaria.

 

L’ordine di tinteggiare al meglio la casa facendo finta che ci sia aria nuova è passato, ma non funziona. Non sono più gli anni Ottanta. Volere non è potere. Dove recupererà dunque la grana? mi hanno fatto ossessivamente il nome di questo Andrea Belotti. Credevo fosse un manager che non conosco. Invece è un giocatore di calcio del Torino, squadra di Cairo, che pare valga più del suo peso in oro.

silvio berlusconi con marinasilvio berlusconi con marina

 

Cairo farebbe finta da mesi di volerselo tenere stretto, ma in realtà è pronto a cederlo al primo che passa pur di fare cassa per il suo impero scricchiolante. Poi mi hanno raccontato di un altro impero, quello di Berlusconi. Anche qui l’ordine è: abbandonare la nave dell’editoria cartacea, dismettere le riviste, tenere i libri come foglia di fico delle velleità intellettuali del clan di Arcore e puntare tutto sulla tv. Ma anche sulla politica.

 

Il tesoretto accumulato dalla vendita del Milan servirà alle elezioni. Il piano è stabilito. Se Luca Zaia, gran governatore leghista del Veneto, non dovesse accettare l’investitura del Cavaliere a diventare l’uovo della riunificazione del Centrodestra, allora scenderà in campo Marina Berlusconi.

 

don pietro vittorelli e john elkanndon pietro vittorelli e john elkann

Pare che la signora stia già preparando il terreno. Prima tappa della discesa in campo accreditarsi come donna di ragionamento e di visione. si comincia con quella che al Corriere le malelingue chiamano “la semestrale”, ovvero l’intervista supina di Daniele Manca che ogni sei mesi riportai verbo di Segrate.

 

A proposito di politica e di editori: mi narrano che John Elkann sia molto deluso da Matteo Renzi. Dice che ha perso lo smalto riformatore di un tempo e preferirebbe trovare qualcuno di meno divisivo da pompare alla Presidenza del Consiglio con i buoni uffici del gruppo Repubblica.

luca dini e fabrizio ferri PARTY VANITY FAIR luca dini e fabrizio ferri PARTY VANITY FAIR

 

Da ultimo le serpi a casa di Lydia Hearst, mi hanno detto che non mi sbagliavo affatto, Vanity Fair cambia pelle ma soprattutto ha cambiato Direttore. È finito il regno di Luca Dini che con il più classico promoveatur ut amoveatur è stato eletto al rango di Direttore editoriale della Condè Nast Italia.

 

In oltre 10 anni di comando del settimanale non è stato in grado di crescere qualcuno che gli succedesse. Strano, visti i tanti talenti che sono passati da quelle pagine che una volta erano le più lette d’Italia. Ma lui si è premurato di stroncarli tutti senza metterne in luce alcuno.

 

silvia  grilli silvia grilli

Così gli hanno fatto la sorpresina ripescando Daniela Hamaui, la lady di ferro silurata dalla direzione editoriale dell’Espresso, fondatrice di quel settimanale inutilmente alfabetico che è D. Anche da lì la signora è stata allontanata in malo modo. Non era lei la prescelta numero uno, ma bensì il giovane Emanuele Farneti, gettato però nella mischia di Vogue Italia, nel tentativo di tenere viva la fiammella della già citata Franca Sozzani.

 

Così toccherà a Danielina, questa ragazza fresca dei suoi 62 anni, entrare con la falce, sistemare conti, abolire privilegi, resuscitare con il defibrillatore dell’intelligenza il fu glorioso Vanity Fair Italia. Secondo i miti amici, la casa editrice aveva provato a portare, ve lo avevo anche annunciato, Silvia Grilli. Ma Mondadori ha messo un veto per non perdere l’unica parvenza di giornale rimasta: ovvero Grazia.

carlo  verdellicarlo verdelli

 

Così, con i buoni uffici di Carlo Verdelli, che in Condè Nast ci ha lasciato il cuore, è arrivata la nuova temuta duciona. Pare che la decisione abbia scontentato molte, che si erano proiettate dei film fuori dalla loro capacità e sono dovute tornare a imbellettarsi il viso o a cucire gli orli delle sottane.

 

Vi saluto con alcuni gossip editoriali che vi tengono svegli.

 

Chi è quella direttora della tv che fa tanto l’anima candida ma, abdicando al suo ruolo di imparzialità si è comportata come una sciampista perché non ha saputo rinunciare al lauto compenso di una nota casa automobilistica, per fare da moderatrice di una tavola rotonda?

 

Chi è quella giornalista, scrittrice e direttora, che si concede il piacere saffico di un’amicizia una volta ogni tanto, ricordando i bei tempi andati?

 

Chi è quel giovane editore e scrittore che tutti incensano per il suo illimitato portafoglio nascondendogli la totale incapacità di realizzare libri di un qualche vago interesse?

     

 

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!