SE NON CI FOSSE STATO GIUSEPPE BERTOLUCCI A MODELLARE, A RICUCIRE, A COSTRUIRE PRIMA A TEATRO, POI IN TV E INFINE AL CINEMA IL PERSONAGGIO, NON AVREMMO MAI VISTO ROBERTO BENIGNI - L’HA SCOPERTO PRIMA DI TUTTI E HA DATO UNA FORMA SCENICA, UNA FORMA SPETTACOLARE, ALL'INCREDIBILE VITALITA' DEL BENIGNI DEGLI ANNI 70 - BENIGNI E BERNARDO A DISO, DOMANI SARA’ CREMATO A BARI…

1- BENIGNI E BERNARDO A DISO
repubblica.it

Anche Roberto Benigni è arrivato nel pomeriggio a Diso, accompagnato dalla moglie, Nicoletta Braschi, per rendere omaggio alla salma di Giuseppe Bertolucci composta nella Sala degli affreschi dell'ex convento dei cappuccini. A Diso era nel frattempo giunto il fratello dello scomparso, il regista Bernando, sulla sedia a rotelle. Benigni, cappello bianco in testa, occhiali scuri e giacca nera, si è soffermato quasi due ore nella camera ardente e poi è andato via. La salma rimarrà a Diso dove da cinque anni Giuseppe Bertolucci trascorreva lunghi periodi: lunedì mattina sarà trasferita a Bari dove sarà cremata

2- SE NON CI FOSSE STATO GIUSEPPE BERTOLUCCI...
Marco Giusti per il manifesto

Se non ci fossero stato Cioni Mario e i suoi monologhi, "Onda libera", "Berlinguer ti voglio bene", capolavoro comico del nostro cinema cosi' pieno di bestemmie e scurrilita' poetiche da essere considerato intrasmettibile da qualsiasi emittente (sara' per questo che lo so quasi a mente?), non ci sarebbe stato Roberto Benigni.

Ma se non ci fosse stato Giuseppe Bertolucci a modellare, a ricucire, a costruire prima a teatro, poi in tv e infine al cinema il personaggio, non avremmo mai visto ne' Cioni Mario ne', probabilmente, Roberto Benigni. Giuseppe Bertolucci ha scoperto prima di tutti e ha dato una forma scenica, una forma spettacolare, all'incredibile vitalita' del Benigni degli anni 70.

Un Benigni che naturalmente esplodeva da tutte le parti senza prendere una direzione precisa. Gia' divertentissimo, ma ancora grezzo, quasi parte della terra da dove proveniva. Giuseppe ha avuto l'accortezza di fargli fare i monologhi con le mani in tasca, per non farlo esplodere, gli ha messo accanto i suoi amici, prima di tutti Carlo Monni, poi il partito, il PCI di Berlinguer, poi le donne, lo ha fatto parlare con il proprio pisello ("Oh gommone!") e con la televisione, e lo ha riportato nel suo ambiente naturale, la stalla di Televacca e la Vergaio di "Berlinguer ti voglio bene" al cinema.

Magari allora Benigni non piaceva a tutti, troppo pesante, troppo politico, troppo antifemminista, troppo tutto. Non era ancora il critico cinematografico di Arbore o il regista che arrivera' all'Oscar con "La vita e' bella", ma era cosi' divertente e scatenato nell'Italia gia' difficile degli anni'70, tra oscuri anni di piombo, eroina, femminismo, fine del comunismo.

E' in quell'Italia, oggi cosi' lontana, che abbiamo amato Benigni come fosse stato il nuovo Toto', popolare e nobile, il solo in grado di farci uscire da qualsiasi crisi. Nel suo primo grande tour in giro per l'Italia, scritto e ripreso da Giuseppe Bertolucci con grande pazienza e affetto, e che diventera' film qualche tempo dopo, ci sono gia' le grandi invenzioni del Benigni monologhista di oggi, le canzoni più famose, gran parte delle battute.

Negli anni successivi, Bertolucci continuera' a essere amico di Benigni, in parte a seguirlo come sceneggiatore ("Tu mi turbi", "Non ci resta che piangere"), ma lascera' spazio alla voglia registica del compare. Una carriera che portera' lontano Benigni, ma che ci lascera' per sempre il rammarico che, forse, insieme avrebbero potuto sviluppare sia Cioni Mario sia altre possibilita' comiche dell'attore.

Dimostrando cosi' che il suo apporto e il suo controllo sul personaggio e sulla costruzione dei racconti e delle messe in scena era più importante di quanto si potesse pensare. Purtroppo Giuseppe non e' riuscito se non a sprazzi a seguitare con altri grandi talenti comici, penso alla Sabina Guzzanti di "Troppo sole", il percorso intrapreso con Roberto. Dimostrando che quella che si era formata negli anni 70 era una grande e importante coppia comica. Importante, oltre che per noi spettatori, soprattutto per la loro amicizia.

 

xb24 giuseppe bertolucciBENIGNI E BERNARDO A DISOBENIGNI E BERNARDO A DISOBENIGNI E BERNARDO A DISOBENIGNI E BERNARDO A DISOBENIGNI E BERNARDO A DISO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…