MA SE TOGLI IL TRASH AL REALITY QUELLO CHE TI RESTA NON È PIÙ LA “REALTÀ – CAPPELLANI: “GLI SCARSI ASCOLTI DEL “GRANDE FRATELLO VIP” NO-TRASH EDITION E DI “POMERIGGIO CINQUE” CON MYRTA MERLINO AL POSTO DI BARBARA D’URSO LO TESTIMONIANO. CHE GLI VUOI TOGLIERE, AL POPOLO, LO SCANDALETTO, IL BISBIGLIO MALIGNO, LA DELAZIONE, LA PERVERSITÀ NARCISISTICA DEL GIUDIZIO E INFINE L’ESIBIZIONE TEATRALE DEI SENTIMENTI? COME PUOI PRETENDERE DI FARE UNA COSA “POPOLANA” SENZA IL POPOLO?"
Ottavio Cappellani per la Sicilia
Ma se togli il trash al reality quello che ti resta non è più il reality, che dovrebbe significare la “realtà”. Sarebbe come togliere lo scandalo alla stampa scandalistica.
Gli scarsi ascolti del “Grande Fratello Vip” no-trash edition e di “Pomeriggio Cinque” con Myrta Merlino al posto di Barbara D’Urso lo testimoniano. Il pubblico di quei programmi è esso stesso il trash: il pubblico “vota”, promuove, chi gli è simile.
La responsabilità è dell’ottimismo pedagogico (nessun ottimismo funziona) che ha rotto i cabbasisi con la tv che abbasserebbe l’intelletto della gente. Ma voi l’avete vista la gente?
Stiamo parlando di informazione popolana e di intrattenimento popolano (da cui deriva l’accezione negativa data al termine “popolare”, quando dovrebbe semplicemente significare famoso e non, come conio di Dagospia, “morto di fama”). Che gli vuoi togliere, al popolo, lo scandeletto, il bisbiglio maligno, la facile indignazione che imbelletta il grugno della beghina, la delazione, la perversità narcisistica del giudizio e infine l’esibizione teatrale dei sentimenti (quando non si possono esibire i danari si esibiscono le emozioni)? Come puoi pretendere di fare una cosa “popolana” senza il popolo?
Ragionamento ancora più valido oggi, come in tutti i medioevi, dove la frase si restringe fino a diventare “post” (slogan) o pura immagine (selfie)
, dove al ragionamento si è del tutto sostituito il “commento al post”.
Forse, in un’epoca dove la informazioni viaggiavano a dorso di mulo era possibile credere a una ignoranza per così dire eterodiretta. Ma oggi il popolo ha lo smartphone, chi ha bisogno di cercare altro può farlo. Non devi più imboccarlo e imbeccarlo, esso si imbocca e imbecca da solo, e poi sceglie quello che più gli aggrada.
L’informazione mainstream sul Covid non ha impedito la teorie cospirative che viaggiavano sui social, così come l’informazione sulla guerra (che è – e deve essere – propaganda, se non vogliamo dirci stupefatti dall’ovvio) non impedisce la controinformazione. Perché la televisione dovrebbe essere differente?
Vogliono guardare dal buco della serratura, se dietro non ci sono segreti da svelare, malefatte da commentare, scandali da intuire, morbosità varie ed eventuali, perché starsene chinati?
Adesso, questa svolta no-trash sta avvenendo per desiderio di Pier Silvio Berlusconi: le aziende sono sue, i denari sono i suoi, può ovviamente fare quello che gli pare senza la nostra opinione, anche perdere pubblico per capriccio o per una questione di immagine o perché se la sbriga lui non è di nostro interesse.
Il pubblico è osceno, nel senso di “fuori dalle scene”, sta nelle cucine, dove si dice la verità (o quella che si pensa essere tale). Si è fuori strada se si pensa che il trash sia “finzione”, ricerca artefatta dello share, solleticamento di pancia e parti basse. Il “trash” è “scena”: al contrario esso è l’intima essenza del popolano.
Detto con il dovuto il rispetto.
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