si alza il vento di hayao miyazaki

IL CINEMA DEI GIUSTI - “SI ALZA IL VENTO”, ULTIMA OPERA ANIMATA DI MIYAZAKI, PRESENTATO A VENEZIA ORMAI DUE ANNI FA E CHE USCIRÀ NELLE NOSTRE SALE IN 200 COPIE PER SOLI QUATTRO GIORNI, È UN AUTENTICO CAPOLAVORO

Marco Giusti per Dagospia

 

Si alza il vento di Hayao Miyazaki

 

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C’è poco da discutere. Con tutte le sue ambiguità morali di fondo, compresa la giustificazione teorica che una cosa è costruire splendidi aeroplani, un’altra è mandarli in guerra pieni di bombe contro città e civili, “Si alza il vento”, o Kaze tachinu”, ultima opera animata del maestro giapponese Hayao Miyazaki, presentato a Venezia ormai due anni fa e che uscirà nelle nostre sale in 200 copie per soli  quattro giorni, da domani, sabato, a martedì prossimo, quando piomberà Massimo Giannini a “Ballarò” per intenderci, è un autentico capolavoro.

 

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Come lo erano i grandi primi film americani di aviazione di William Wellman, “Wings”, unendo il sogno di Howard Hughes che costruire aeroplani o costruire film non sono cose poi così diverse. Miyazaki, che a 73 anni prenderà fra un mese un Oscar alla carriera a Hollywood e ha dichiarato che questo sarà il suo ultimo film (crederci?), parte da una frase di Paul Valery, "Le vent se leve, il faut vivre", per raccontare la complessa e lunga storia di passione e dedizione alla creazione di aeroplani di un genio dell'ingegneria aviatoria giapponese, Jiro Horikoshi.

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E fonde in questo personaggio anche la storia di uno scrittore, Tatsuo Hori, vissuto nello stesso periodo, cioè a cavallo fra le due guerre. Perché è una storia, in questo definitiva, che deve raccontare un secolo di scoperte e di gioia creativa. Il Jiro di Miyazaki è un giovane romantico del tutto preso dalla sua passione per il volo, ma non può pilotare per la pesante miopia.

 

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Lo soccorre in sogno addirittura un genio dell'aviazione italiana nato durante il fascismo, tal Italo Caproni, che lo indirizza alla creazione di aeroplani. Jiro divide l'amore per il volo con l'amore per una ragazza che vede crescere, Nahoko. E il suo amore e la sua creatività si muovono con le variazione del vento, con l'idea di un meraviglioso universo in movimento che deve fare i conti con la forza delle passioni, della casualità e della pesantezza della storia e infine della guerra.

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Miyazaki non affronta direttamente il problema della follia della guerra che porta Jiro a costruire i suoi "splendidi aeroplani" per la distruzione del paese e degli uomini, ma deve comunque fare i conti con il fascismo del proprio paese e con i dolori provocati dalla guerra e dalle sue invenzioni.

 

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Risolve tutto poeticamente, certo, ma l'ombra rimane, come se si affrontasse oggi in Italia la storia di Italo Balbo e delle sue imprese. Come nei grandi film di guerra americani di Raoul Walsh, William Wellman o dello stesso John Ford il film è costruito con tale forza che non si può non rimanerne incantati. Distribuisce la Lucky Red. In sala da sabato 13 a martedì 16.

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