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SOLFERINO, INO, INO - RCS HA DIMEZZATO IL VALORE DI BORSA IN UN ANNO, E A PIAZZA AFFARI FINISCE TRA LE ''SMALL CAP''. LO SCHIAFFO DI AXEL SPRINGER: ''NON SIAMO INTERESSATI A UN MERCATO COSÌ PICCOLO'' - LA CIOLI SFORNERÀ L'ENNESIMO PIANO INDUSTRIALE, MA LE BANCHE ESIGONO 200 MILIONI DI CAPITALE, VISTO CHE I TARGET SUI CONTI BALLANO
Giovanni Pons per “la Repubblica”
L’editore tedesco Axel Springer conferma di non essere interessata a entrare in Rcs. «Il mercato italiano è troppo piccolo per l’espansione di una società come Axel Springer - ha detto Giuseppe Vita, presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo -. Noi dobbiamo andare in una dimensione molto più grande, in Spagna non ci siamo e la nostra priorità sono i mercati in lingua inglese».
Se da una parte è difficile attrarre l’interesse dei gruppi internazionali del settore, dall’altra il valore di Borsa sempre più basso potrebbe indurre qualcuno a intentare qualche manovra speculativa.
Conteggiando lo scivolone di ieri (meno 4,36%) Rcs capitalizza 284,4 milioni, a un passo dai 271 milioni della Mondadori e per un effetto domino da lunedì 21 il titolo Rcs non sarà più compreso nell’indice Ftse mid cap ma scivolerà nell’indice Ftse small cap. E’ un declassamento dovuto a motivi tecnici, in quanto Poste entrerà tra i 40 del Ftse All share scalzando fuori Ansaldo Sts che scenderà nel girone delle mid cap e di conseguenza la casa editrice che ha perso nell’ultimo anno il 45,94% del suo valore - verrà trattata nel girone dei più piccoli.
Per cercare di tamponare una situazione non facile il neo ad Laura Cioli si è affrettata a comunicare che il 18 dicembre verrà discusso dal cda il nuovo piano industriale, e il 21 sarà poi presentato al mercato. Tre giorni prima, il 15, l’assemblea dei soci sarà chiamata a dare altri sei mesi di tempo per un eventuale aumento di capitale da 200 milioni. Ma non si sa se per quella data sarà stato raggiunto un accordo con le banche creditrici che nei contratti di finanziamento avevano inserito l’obbligatorietà dell’aumento se entro fine 2015 non fossero stati raggiunti determinati parametri di bilancio.
I banchieri vogliono tenersi la possibilità di obbligare i soci a versare denaro fresco se il nuovo piano industriale non sarà di loro soddisfazione e chiedono che una parte considerevole dell’incasso dalla vendita di Rcs Libri venga destinata alla diminuzione del debito.