isabella de bernardi un sacco bello

“SONO 40 ANNI CHE MI CHIEDONO DI DIRE: "A STRONZO, PUNTO ESCLAMATIVO" - L’INTERVISTA DI “LEGGO” A ISABELLA DE BERNARDI, LA MITICA “FIORENZA” DI “UN SACCO BELLO”, SCOMPARSA PER UN MALE INCURABILE: “VERDONE ERA SEMPRE A CASA MIA PER SCRIVERE LA SCENEGGIATURA CON MIO PADRE. IN CAMERA MIA STAVO LITIGANDO CON MIA SORELLA E CARLO SEGUÌ QUELLA RISSA VERBALE. ANDÒ DA PAPÀ E GLI DISSE: “È PERFETTA PER FIORENZA”. HO SMESSO DI FARE L’ATTRICE QUANDO…” – VIDEO

 

 

Franco Pasqualetti per leggo.it

 

ISABELLA DE BERNARDI CARLO VERDONE

I ricci sono sempre gli stessi. Magari un po' più biondi. La voce è meno adolescenziale ma la simpatia è immutata. E sta al gioco di ricordare Un sacco bello mentre mette a punto progetti e dà l'ok a quelli dei suoi collaboratori, da buona art director quale è oggi. Isabella De Bernardi nell'immaginario collettivo è Fiorenza, la compagna di Carlo Verdone nel film cult: «A stronzo. Punto esclamativo». Una battuta fissata nella memoria di almeno 3 generazioni.

 

 

Sono passati quarant'anni...

«Non me lo dica, la prego».

Eppure è così.

«Sì, ma è incredibile come quasi ogni giorno la gente mi fermi per strada magari solo per farsi dire A stronzi!. So quarant'anni che mi chiedono di prenderli a parolacce».

 

Come nacque quell'avventura?

«Carlo era sempre a casa mia per scrivere la sceneggiatura con mio padre (Piero De Bernardi, ndr). In camera mia stavo litigando con mia sorella e Carlo seguì quella rissa verbale. Andò da papà e gli disse è perfetta per Fiorenza. Da lì nacque il personaggio e io... feci solo me stessa».

isabella de bernardi

 

Una curiosità: ma lei anche nella realtà masticava la gomma come nel film?

«La verità è che a me le gomme americane facevano pure schifo, eppure per copione ne ho dovute prendere decine di pacchetti. La sera tornavo a casa che sembravo una Big Babol alla fragola».

 

Oggi Fiorenza, pardon Isabella che fa?

«Ho lasciato il cinema per seguire la mia grande passione: la grafica. Sono una art director e do sfogo alla mia creatività così».

Cosa le ha fatto cambiare strada?

«Una volta venne a casa mia Paolo Villaggio, mi guardò e disse: Vuoi davvero fare la fine di Raffaella Carrà? Non mi  sentivo proprio all'altezza di Raffaella...».

 

 

isabella de bernardi

Enzo, Ruggero e Leo: tre facce della romanità dei primi anni 80, tre solitudini, tre maschere esilaranti e malinconiche che hanno raccontato un preciso momento italiano e traghettato un giovane comico che stava spopolando in teatro e in tv verso quella che sarebbe poi stata una lunga carriera sul grande schermo. Sono passati 40 anni dalla comparsa del bullo, dell'hippy e dell'ingenuo protagonisti del film d'esordio di Carlo Verdone Un sacco bello. Mentre nel mondo uscivano film come Manhattan, Hair e Apocalypse Now e in Italia si consumavano gli ultimi anni di piombo, grazie all'aiuto di Sergio Leone, Verdone debuttava dietro la macchina da presa e faceva diventare personaggi da film i tipi che aveva a lungo osservato per le strade e nei bar e poi plasmato grazie al suo talento da attore comico e trasformista.

 

isabella de bernardi

Ambientato nella Capitale intorno a Ferragosto, Un sacco bello segue, appunto, le vicende del sedicente playboy Enzo, che vorrebbe partire per una vacanza in Polonia ma rimane senza il suo compagno di avventura, quelle di Ruggero, figlio dell'amore eterno, capelli lunghi biondi e parlata pesantemente capitolina, che si confronta con il padre (Mario Brega) che vorrebbe ricondurlo a una vita meno nomade, e quelle di Leo, timido e impacciato trasteverino che si invaghisce di una turista spagnola, Marisol (nella foto). Sono tre dei sei personaggi che Verdone interpreta in un film le cui battute sono rimaste scolpite nella memoria collettiva.

 

isabella de bernardi 2

«Credo che in quel film ci sia una mia forte componente caratteriale, un po' malinconica ha detto Carlo Verdone ieri in un video postato su Facebook in occasione dell'anniversario C'è la grande solitudine di questa bella città che all'epoca aveva una grande anima, nel popolo, nelle atmosfere, nei rumori. Era una città che aveva tanta poesia. L'aver ambientato il film in una Roma d'estate deserta è stata una grande intuizione, una città dove non c'erano tanti rumori come oggi. Si sentiva il rumore dell'acqua di qualche fontana, qualche campana, qualche macchina che passava, qualche motorino smarmittato...». C'era anche un altro rumore, in quel film: quello dell'esplosione di una bomba che viene sentito dai protagonisti ma rimane sullo sfondo, senza che si spieghi o si veda nulla. L'eco di un'epoca che stava finendo, di un'atmosfera che Verdone ha comunque registrato e raccontato, così come ha saputo raccontare i romani e gli italiani in questi 40 anni.

isabella de bernardi e carlo verdoneisabella de bernardi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…