1. “SONO “MADAM” DA CINQUE ANNI. GESTISCO UNA DELLE AGENZIE DI ESCORT PIÙ FAMOSE DI NEW YORK, IMPIEGO OLTRE 120 DONNE. PRENDO 1000 $ L’ORA PER LE LORO PRESTAZIONI, LA MIA MODELLA TOP NE CHIEDE MINIMO 12.500. FACCIO MILIONI DI DOLLARI E PAGO LE TASSE. HO OLTRE 10.000 CLIENTI, TRA FAMOSI ATLETI, POLITICI, MANAGER DI WALL STREET E STELLE DEL CINEMA” 2. “HO MOSSO I MIEI PRIMI PASSI NELL’INDUSTRIA DEL SESSO MENTRE FACEVO L’ASSISTENTE PER UN FONDO SPECULATIVO. QUANDO IL MIO BOSS CHIUDEVA QUALCHE GROSSO AFFARE, ANDAVA A FESTEGGIARE A LAS VEGAS, CON LE ESCORT. E GLI AGENTI NON VEDEVANO L’ORA DI FARLO” 3. “MOLTI PENSANO CHE TUTTE LE PROSTITUTE SIANO COSTRETTE A VENDERSI E CHE I CLIENTI LE DEGRADINO. E’ UNO SCENARIO CHE ESISTE, SONO LE RAGAZZE A DECIDERE FIN DOVE SPINGERSI'' 4. ''SPERO CHE LA PROSTITUZIONE SIA DEPENALIZZATA E LE PROSTITUTE TUTELATE DALLA LEGGE. LE VIOLENZE NON VENGONO DENUNCIATE PERCHÉ TEMONO DI FINIRE IN GALERA. DOVREBBERO INVECE POTER RIPORTARE TUTTO ALLA POLIZIA, SENZA PAURA DI RITORSIONI”

Kristin Davis per “Alternet”

kristin davis manhattan madam 9kristin davis manhattan madam 9

 

Mi chiamano “Madam”. So che è un titolo che provoca diverse reazioni, per lo più di odio, perché la gente presume che io costringa le donne a vendersi e a mettersi in brutte situazioni. Prima che mi giudichiate, voglio tentare di scardinare i preconcetti e dare un racconto della mia personale esperienza nell’industria del sesso.

 

Sono “madam” da cinque anni. Gestisco una delle agenzie di escort più famose di New York, che impiega oltre 120 donne. Ho cinque appartamenti a Manhattan, e sedi permanenti a Boston, Washington D.C., Philadelphia, Miami, Las Vegas, California. In questi cinque anni ho lavorato con oltre 500 donne ed esaminato almeno mille candidate. Prendo 1000 dollari l’ora per le loro prestazioni, la mia modella top ne chiede minimo 12.500. La mia azienda fa milioni di dollari e paga regolarmente le tasse.

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Sono stata arrestata nel 2008 per essere connessa alla vicenda del governatore di New York Eliot Spitzer, che era uno dei miei clienti, sebbene non uno dei miei clienti top. La mia lista di clienti ha oltre 10.000 nomi, tra famosi atleti, politici, amministratori di “Wall Street” e stelle del cinema.

 

Ho mosso i miei primi passi nell’industria del sesso mentre facevo l’assistente per un fondo speculativo. Quando il mio boss chiudeva qualche grosso affare, andava a festeggiare a Las Vegas, con le escort.  Avrei dovuto occuparmi di azioni, invece non facevo che organizzare le sue vacanze-premio, selezionare foto e biografie delle modelle da reclutare per lui. Funzionava così anche per il resto dell’ufficio. Dopo un successo in finanza, si celebrava con le escort. Gli agenti non vedevano l’ora di farlo. Le portavano nei ristoranti, a fare shopping, le trattavano bene e le ragazze ricevevano generose ricompense. Il mio capo non le disprezzava, spesso rimaneva in contatto con loro e mandava assegni per pagare le loro bollette o per provvedere all’educazione dei figli. Lo stesso facevano i colleghi.

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Molti pensano che tutte le prostitute siano costrette a vendersi e che i loro clienti le umilino, le degradino, le svalutino. E’ uno scenario che esiste, ma non sempre è così. In quanto “madam”, gestisco i miei affari come un qualsiasi altro imprenditore ed esigo che le mie ragazze siano trattate bene. I soldi vengono pagati per la loro compagnia, poi sono le ragazze a decidere fin dove spingersi. Sono esigente sulla clientela.

 

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Quando chiamano per prenotare un incontro, spiego chiaramente come devono andare le cose, mi informo su chi è il cliente, mi assicuro che sia all’altezza dell’appuntamento. Ho detto di no a molti clienti perché non rientravano nel mio protocollo. La maggior parte delle mie ragazze lavorano al sicuro e guadagnano in un paio di notti circa 10.000 dollari. Chi lavora per me, ha scelto di farlo. Ognuna può decidere di lasciare quando vuole.

 

Gli incontri avvengono a porte chiuse. Nessuna delle ragazze è costretta a stare in strada o a rivelare la propria identità. Possono presentarsi agli appuntamenti in jeans, vestite normali. E’ anche meglio: si attira meno l’attenzione. Quelle che lavorano per me sono divertenti, belle e intelligenti. Hanno tutte degli obiettivi. Devono pagarsi le rette della scuola, saldare debiti, o hanno bisogno di soldi per realizzare un sogno artistico.

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Non sto cercando di minimizzare il lato oscuro della prostituzione. Ho lavorato per quattro anni con le donne vittime di traffico e conoscono tutti gli aspetti dell’industria del sesso. La mia speranza è che la prostituzione sia decriminalizzata in modo che le prostitute siano tutelate dalla legge. Gli abusi e le violenze non vengono denunciate perché le prostitute temono di finire in galera. Dovrebbero invece poter riportare tutto alla polizia, senza paura di ritorsioni. 

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