CAVE CANEM – “SONO UNA NUOVA FORMA DI FOTOGRAFIA ROCK’N’ROLL”, NICK CAVE CHIEDE AI FAN SCATTI DEI SUOI SHOW – IL FOTOGRAFO HARARI INSORGE: "UN ABUSO, E’ L’ENNESIMA TROVATA PER SFRUTTARE CHI VIENE AI CONCERTI. LE FOTO MERITANO RISPETTO E VANNO PAGATE” (ANCHE SE FINISCONO SU INSTAGRAM?) - VIDEO
Bruno Ruffilli per “la Stampa”
Prima arrivano i complimenti: «Con i vostri smartphone state realizzando alcune delle migliori foto in concerto mai viste. Ne abbiamo postate alcune su Instagram e sono straordinarie (...). Sono davvero una nuova forma di fotografia rock 'n' roll, grezza e coinvolgente, che non si basa sulla pura osservazione, ma piuttosto sull' esperienza totale del momento». Poi è la volta dell' offerta: «Nick Cave and the Bad Seeds sono sempre alla ricerca di fotografie promozionali. Ci piacerebbe utilizzare le vostre».
Nel 2015, Cave ha perso in un incidente il figlio Arthur e si è ritirato dalle scene per qualche tempo; ora torna con un grandioso tour mondiale, tutto esaurito e accompagnato dall' affetto dei suoi fan. Così è arrivata l' idea di usare le loro immagini per il materiale che la band fornisce alla stampa, e chissà forse anche per copertine di dischi e t-shirt.
Così un grande fotografo rock italiano, Guido Harari, ha scritto a sua volta un post.
«Sfogliando Facebook o Instagram siamo ben consapevoli del fatto che alcune delle più efficaci e pregnanti immagini in concerto siano ormai appannaggio esclusivo di quei fans che, pagando denaro sonante per avere accesso al cuore dell' azione, cioè al fronte del palco (e per tutta la durata di un concerto, non solo per i primi due-tre brani), riescono addirittura a fondersi con l' artista e a coglierne l' essenza in maniera unica e totale».
Harari, che ha nel suo portfolio nomi come Leonard Cohen e Kate Bush, Peter Gabriel e Lou Reed, si riferisce alla pratica comune di ammettere i fotoreporter ai concerti solo per qualche minuto, di solito all' inizio, nello spazio sotto il palco. Che è ambitissimo, e dunque monetizzabile: per questo oggi non viene più lasciato libero, ma venduto in anteprima ai fan più accesi, magari in un pacchetto che prevede anche l' incontro con il musicista.
Da fotografo professionista, però Harari va oltre: «Ci sono tutti gli elementi per individuare un tentativo di uso e abuso gratuito, da qui all' eternità, delle immagini scattate dai fan. Basta poco per perdere stima di questo genere di artisti e relativi manager. Se si tratta veramente delle "migliori foto in concerto del pianeta", allora queste meritano rispetto e, senza ombra di dubbio, vanno pagate». E questo non c' è scritto da nessuna parte, nel post di Nick Cave.