SORU COMINCIA A DISFARSI DELL’ “UNITÀ” - IL PATRON DI (QUELLO CHE RESTA DI) TISCALI HA VENDUTO IL 25% DEL GIORNALE ALL’IMPRENDITORE FARMACEUTICO MAURIZIO MIAN. PRESTO SMOLLERÀ UN ULTERIORE 20% ALLE COOP, PERDENDO LA MAGGIORANZA - CHI È MIAN? QUELL’IMPRENDITORE CHE FECE RIENTRARE DAL LIECHTENSTEIN 400 MILIONI DI EURO INTESTATI AL SUO PASTORE TEDESCO GRAZIE ALLO SCUDO FISCALE DI TREMONTI…
1- L'UNITÃ, SORU CEDE IL 25% - L'IMPRENDITORE PISANO MIAN ENTRA IN NIE.
Da www.lettera43.it
Renato Soru ha ceduto a Maurizio Mian il 25% di Nuova iniziativa editoriale (Nie), la società che edita il quotidiano L'Unità .
Il 13 giugno, in uno studio notarile di Milano, sono stati firmati i patti parasociali e l'accordo quadro generale: l'ex governatore della Sardegna, principale azionista di Nie dal 2008, ha ridotto così la propria quota di partecipazione, prima del 98%, a vantaggio dell'imprenditore farmaceutico pisano. Una parte del 25% è stata ceduta direttamente da Soru, un'altra tramite un aumento di capitale riservato.
Oltre a Mian, secondo alcune voci di corridoio, è pronta a entrare in Nie anche una società di comunicazione che fa capo al Partito democratico la quale, rappresentata dallo studio legale Lombardi-Molinari e associati di Milano, dovrebbe acquistare una quota vicina al 3%.
VIA AL RESTYLING. L'accordo arriva alla vigilia di un restyling annunciato ormai da tempo: L'Unità è pronta infatti a cambiare formato e a lanciare U, il nuovo inserto d'inchiesta.
Entro la fine di giugno, poi, la seconda fase del riassetto, con Soru che dovrebbe cedere a una società della Lega delle Cooperative un ulteriore 20%, perdendo formalmente il controllo di Nie.
2- ANCHE UN CANE LUPO HA DEPOSITATO SOLDI NEL LIECHTENSTEIN - I SOLDI DI GUNTHER, IL CANE DI MAURIZIO MIAN, SONO RIENTRATI CON LO SCUDO FISCALE DI TREMONTI
Antonella Rampino per "La Stampa" del 19 marzo 2008
Può un cane lupo già editore dell'«Unità » essere scovato dalla finanza nella black list degli evasori italiani in Liechtenstein? Nessun bau-bau in sottofondo, ma Maurizio Mian conferma, «sì, quei soldi sono quelli del cane Gunther». Mian è un farmacologo pisano, erede di una dinastia di industriali farmaceutici, il cui nome è spuntato nella lista del Liechtenstein e con la cifra, al momento, più alta: 400 milioni. Al telefono, adesso ridacchia: «Quattrocento milioni di cosa? Rupie indiane, pizze di fango del Camerun?». Si tratta di euro, naturalmente. «Noi siamo assolutamente tranquilli: è tutto in regola, i fondi del cane Gunther si sono poi tremontizzati, sono regolarmente rientrati in Italia con lo scudo fiscale dell'allora ministro dell'economia, e presto ne sentirete parlare, perché Gunther ha molte idee che gli frullano per la testa».
Il fatto è che Gunther IV, erede di Gunther III, è un bel cane lupo di qualche notorietà perché è stato, sia pure attraverso un classico gioco di scatole cinesi, editore dell'«Unità ». Il cane esiste, come dimostrano le foto che Mian gli ha scattato mentre scorazza in decapottabile per Los Angeles o Miami, il suo nome è effettivamente quello del fondo della madre di Mian, ma si tratta naturalmente di un gioco, permesso dalle regole dei paradisi fiscali. Quando, nel 1997, la società farmaceutica Gentili, della omonima famiglia alla quale appartiene Mian, venne venduta al gruppo Merck Italia, al Maurizio venne in mente il gioco (un po' situazionista e beffardo) del cane Gunther, al quale una (inesistente) contessa tedesca Charlotte Lieberstein, avrebbe lasciato un «patrimonio inestimabile».
I media ci cascarono, e il gioco durò un bel po', con Gunther che comprava e vendeva società calcistiche (vero: il Pisa, poi il Pontedera), acquisiva le ville di Madonna e Stallone, aspirando a quella di Versace (pare falso). Finché Mian non svelò tutto, comprando e poi vendendo quel 35 per cento di azioni della società Ad, che a sua volta controllava circa l'80 per cento della Nie, che tuttora edita l'Unità . All'epoca Poidomani, l'amministratore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, parlava in verità solo di «Gunther Group», e fu Claudio Velardi a raccontare la storia del pastore tedesco-editore. Non pago, alle politiche del 2006 Mian si schierò con la Rosa nel Pugno. Programma personale: rendere legale anche in Italia la RU 486, la pillola abortiva.
Se si consulta la documentazione con la quale nel 1997 l'Antitrust italiano diede alla Merck Sharp & Dohme Italia spa il via libera per acquisire la società farmaceutica di Mian si scoprono cose interessanti. L'Istituto Gentili spa, «attivo nella produzione e commercializzazione di prodotti chimici e medicinali, dietetici, galenici di profumeria e cosmetici», risulta essere di proprietà di 4 persone fisiche e delle società Delphor, Lisander con sede in Liechtenstein e Entrepharm con sede in Lussemburgo. E il fatturato nel 1995 era di 72 miliardi di vecchie lire. Dunque, da una parte già esistevano società non-Gunther in Liechtenstein, dall'altra la somma di 400 milioni di euro è ben più rilevante dell'ultimo fatturato noto dell'azienda farmaceutica.
Mian non entra in dettagli, e su questo punto si affida a una nota ufficiale perché, dice, «le persone interessate al Gunther Group sono diverse, oltre a mia madre e me». La nota ufficiale recita: «Tutte le disponibilità finanziarie riconducibili a conti estero residenti sono oggetto ogni anno di dichiarazioni fiscali ai sensi di legge. Motivo per cui l'esistenza di depositi a noi riferibili su conti in Liechtenstein non può costituire notizia». Il cane Gunther è in regola.
soruRenato SoruMAURIZIO MIAN MAURIZO MIAN CON GUNTHER E PORNOSTAR CICCIOLINA, VALENTIE DEMY E KAROLCIA NELLO STADIO DI PISApasore tedesco GUNTHER vaduz liechtensteinantonio gramsci