ECCO QUEL CHE CI COSTA LA DEMAGOGIA RENZIANA DEGLI 80 EURO - LA STANGATA SULLE RENDITE FINANZIARIE NEL 2015 PESERA' PER 755 MILIONI SU DEPOSITI E CONTI CORRENTI. E' L'EFFETTO SUGLI INTERESSI, CHE NEL 2016 SALIRA' A 1,1 MILIARDI

Eugenio Bruno e Marco Mobili per "Il Sole 24 Ore"

La stangata sulle rendite finanziarie presenta il conto a cittadini e imprese. Dei circa 3 miliardi prodotti nel 2015 dall'aumento della tassazione dal 20 al 26%, ben 755 milioni arriveranno dal prelievo sugli interessi per depositi e conti correnti. A rivelarlo è la relazione tecnica al decreto sul cuneo fiscale approvato dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso, che ieri è stato inviato al Colle e che oggi dovrebbe approdare sulla Gazzetta Ufficiale. Da quel momento partirà la corsa ad aggiornare i software per attribuire ai lavoratori dipendenti i "mitici" 80 euro in busta paga.

Che, altra novità rispetto alle bozze circolate nei giorni scorsi, saranno riconosciuti a tutti i contribuenti con redditi fino a 24mila euro. Una misura da cui il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, si attende un impatto positivo sul Pil al punto che potrebbe essere rivista al rialzo la stima dello 0,8% di crescita.

Dall'incrocio tra il testo definitivo del dl e la relazione tecnica si delineano meglio i contorni dell'intera operazione cuneo fiscale. A cominciare dagli effetti attesi dall'incremento del prelievo sugli strumenti finanziari (esclusi i titoli di Stato) che scatterà dal 1° luglio 2014. Per quest'anno l'impatto sarà contenuto in 720 milioni necessari a coprire la riduzione delle aliquote Irap con gli acconti di fine novembre. Dal prossimo anno la curva dell'imposizione sulle rendite è destinata a salire.

Passando, al netto delle ritenute sulle imposte dirette, dai 2,3 miliardi del 2015 ai 2,9 del 2016 per poi assestarsi ai 2,6 dal 2017 in poi. Dalle tabelle emerge che lo stesso andamento riguarderà il peso sui conti correnti: nel 2014 sarà pari a zero perché i versamenti degli istituti di credito sono commisurati alle ritenute effettuate nell'anno precedente con la vecchia aliquota del 20%; nel 2015 l'impatto salirà a 755 milioni con un saldo 2014 versato a febbraio dalle banche di 378 milioni e un acconto per il 2015 versato a giugno di pari importo; il top verrà raggiunto nel 2016 quando famiglie e imprese si vedranno prelevare oltre 1,1 miliardi.

A bilanciare la stretta per i contribuenti interverrà il credito di 80 euro in busta paga. Alla fine l'ha spuntata il premier Matteo Renzi. Rispetto alle simulazioni iniziali che prevedevano una progressività del bonus gli 80 euro saranno erogati a tutti i dipendenti che guadagnano fino a 24mila euro lordi. Per poi diminuire, fino ad azzerarsi, a 26mila euro. Il costo di tale misura - che sarà valida solo per il 2014 mentre per il 2015 toccherà alla legge di stabilità renderla strutturale, ndr - sarà di 5,8 miliardi quest'anno.

Una cifra che, stando alla stessa relazione tecnica, non appare certo un taglio della pressione fiscale. Forse per effetto di un artificio contabile alla fine il bonus risulterà a bilancio, almeno per una parte, dal lato della spesa, come avviene già oggi per i crediti d'imposta.

Rinviando all'articolo qui sotto per il reale impatto dei tagli contenuti nel dl Irpef, la relazione tecnica e il testo definitivo confermano la stangata sulle banche che hanno quote di Bankitalia e che dovranno versare l'imposta sostitutiva del 26% e non più del 12% come prevedeva la legge di stabilità entro metà giugno prossimo. Per gli istituti di credito va registrata anche una riduzione (pari a 75 milioni per il 2014 e 100 milioni per gli anni a seguire) delle commissioni riconosciute dallo Stato con la liquidazione dei modelli F24 per il pagamento dei tributi. Mentre un sospiro di sollievo possono tirarlo i piccoli produttori agricoli che sul filo di lana si vedono confermare il regime agevolato Iva per chi ha un volume d'affari non superiore a 7mila euro annui.

Tra le voci di maggiori entrata necessarie per coprire il bonus Renzi spicca la lotta all'evasione. Che viene cifrata in via prudenziale per 300 milioni quest'anno e per ben 2 miliardi nel 2015. Introiti peraltro aggiuntivi rispetto ai 13 incassati nel 2013. Il che porta l'obiettivo del contrasto al sommerso alla quota record di 15 miliardi. Un accenno infine lo meritano le risorse per pagare i debiti della Pa. Degli oltre 8 miliardi stanziati dal dl soltanto 5 potranno arrivare, complici i vincoli del patto di stabilità, nelle casse delle imprese. Con un ritorno nelle casse dello Stato, sotto forma di maggiore Iva, per 650 milioni.

 

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN RENZI E PADOAN PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE case e catasto IMUSPORTELLO BANCARIO fisco

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...