
"LA PROGRAMMAZIONE DELLE PIATTAFORME È TALMENTE OMOLOGATA CHE SE VUOI CERCARE ALTRE EMOZIONI DEVI USCIRE DAL SEMINATO" - STEVE DELLA CASA, CONSERVATORE DELLA CINETECA NAZIONALE, RACCONTA A MARCO GIUSTI IL FESTIVAL "CUSTODI DI SOGNI. I TESORI DELLA CINETECA NAZIONALE", DOVE VERRANNO PRESENTATI ALCUNI RESTAURI DEI CAPOLAVORI DEL PASSATO, MA ANCHE INEDITI E INCONTRI CON PERSONAGGI DEL SETTORE: "IL COMPITO DI UNA CINETECA NON È SOLO CHIUDERE I FILM IN UNO SCRIGNO, MA PENSARE AL LORO FUTURO. NON SI TRATTA DI CHIUDERSI NELLA NOSTALGIA DEL PASSATO, SI TRATTA DI RIPROPORRE DEI FILM STUDIANDOLI CON GLI OCCHI DI OGGI..."
Marco Giusti per Daagospia
“C’è ancora spazio per la cinefilia?”, si chiede Steve Della Casa, conservatore della Cineteca Nazionale, parlando della prima edizione del suo coraggioso festival che coinvolge tutte le cineteche italiane, e in un grande abbraccio ciò che rimane dei gloriosi cineclub anni ’70 e gli studiosi di cinema, da Sergio Grmek Germani a Alberto Anile, da Franco Grattarola a Masolino D’Amico.
Si chiamerà “Custodi di sogni. I tesori della Cineteca Nazionale”, e si svolgerà a Roma, dal 31 marzo al 6 aprile, tra le sale del Centro Sperimentale di Cinematografia, il vecchio cineclub romano Filmstudio, ribattezzato Scena, e La Casa del Cinema, dove in chiusura, il 6 aprile, vedremo i restauri più importanti e recenti della Cineteca, “Ecce Bombo” alla presenza del suo autore, Nanni Moretti, “Sei donne per l’assassino”, capolavoro di Mario Bava introdotto da Dario Argento e Lamberto Bava, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller presentato da Gabriella Buontempo, nuovo Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, Giancarlo Giannini e Gianluca Farinelli.
festival custodi di sogni i tesori della cineteca nazionale
Sarà un festival anti-festival?
Non facciamo polemica con i festival, ma hanno perso da tempo il contatto col mondo dello studio. Qui non ci sarà spazio per i selfie, i tappeti rossi. Finalmente vedremo cinema e parleremo di cinema.
L’idea quindi è di riportare i film al centro della scena e del dibattito culturale.
Anche noi avremo delle star, ma sempre in funzione di rivitalizzare il patrimonio cinematografico. Arturo Brachetti parlerà dei film muti di Fregoli. Dario Argento di Mario Bava e di “Sei donne per l’assassino”. Ci saranno allievo del Centro, come Celeste Della Porta, la protagonista di Parthenope. Ci saranno Sergio Castellitto e Giancarlo Giannini. Spazieremo per tutti i 120 anni della storia del cinema, dal cinema muto di Elvira Notari, la prima donna regista, a Sorrentino. Sergio Grmek Germani presenterà un film di Camillo Mastrocinque del 1943, “La statua vivente” con Fosco Giachetti e Laura Solari.
Tra i film previsti vedo la versione restaurata di un capolavoro di Michelangelo Antonioni, La notte, i tagli di censura dei film di Marco Ferreri, i primi corti di Liliana Cavani, i film di Dacia Maraini…
Sarà una scorpacciata di film, come si faceva nei cineclub negli anni ’60 e ’70. Passando dai classici ai film di genere ai film sperimentali, come quelli di Alberto Grifi. Oltre a far vedere tutti i tesori che sono conservati nelle cineteche, l’altro scopo del festival è quello di farli circolare. Compito di una cineteca non è solo chiudere i film in uno scrigno, ma pensare al loro futuro. Farli vivere di nuovo. Non si tratta di chiudersi nella nostalgia del passato, si tratta di riproporre dei film studiandoli con gli occhi di oggi e con gli strumenti di oggi.
Sarà un festival a basso costo?
Sì. Ha un budget di 50 mila euro, anche meno. Ma le proiezioni sono a entrata libera. Per l’occasione abbiamo aperto al pubblico le due sale del Centro Sperimentale.
Quali sono le punte del festival, gli eventi imperdibili?
Sicuramente il restauro di “Sei donne per l’assassino” di Mario Bava. Abbiamo lavorato molto sul recupero dei colori originali del film. Ma sarà imperdibile anche l’incontro dedicato ai vecchi cineclub, con gli amici rimasti dell’Officina Filmclub, Paolo Luciani, Cristina e Roberto Torelli. Quello degli autori e degli attori degli spaghetti western. Il recupero delle interviste a Riccardo Freda, i i tagli di censura dei film di Marco Ferreri. Il restauro del primo film di Claudio Caligari, “La parte bassa”, un documentario fatto di testimonianze milanesi anni ’70 di quello che era chiamato il proletariato giovanile, ragazzi senza ideologie, né borghesi né tentati dalla lotta armata. E, ancora, i film dei primi collettivi femministi romani.
Ci saranno anche proiezioni di film muti, di classici e di riscoperte?
Certo. Ci sarà la proiezione della copia restaurata di “Thais” il film futurista di Anton Giulio Bragaglia del 1917, “E’ piccerella” di Elvia Notari, i film di Griffith portati dalla Cineteca Griffith in occasione dei suoi 50 anni. Se pensi al recupero delle “vedute” dei fratelli Lumière di fine 800 che abbiamo visto nel film di Thierry Frémaux, ancora così vive, così spettacolari, la cosa bella è proprio far capire al pubblico che anche il muto, restaurato, può essere un grande spettacolo. Non è una cosa polverosa per vecchi barbogei, ma per appassionati o studiosi o nuovi cinefili.
In questi ultimi tempi, magari per reazione alla massa di film inutili di Netflix&co, film che vedi la sera e scordi la mattina dopo, il pubblico abbia recuperato i vecchi film, i grandi classici come “Lulù” di Pabst con Louise Brooks, i sette film di Sternberg con Marlene Dietrich, ma non solo quelli, come si faceva ai tempi dei cineclub. Il mio amico Dago ha cominciato proprio a studiarli come facevamo noi. Ma con più strumenti, Internet,i blu-ray, i libri, rispetto alla visione un po’ garibaldina, da cineclub che potevamo avere noi.
E’ così. Al cinema Quattro Fontane di Roma, per i noir degli anni ’40 scelti da Cesare Petrillo, ogni domenica mattina, c’è la fila. Spesso è sold out. La programmazione della piattaforma è talmente omologata che se vuoi cercare altre emozioni devi uscire dal seminato, devi tornare al cinema di quel tipo. Non è certo un caso.
la notte film di michelangelo antonioni
Pensi che si stia formando un nuovo pubblico di cinefili, un po’ come eravamo noi tanti anni fa? Che esista ancora?
Questa è la scommessa del festival, ma penso di sì. La cinefilia, e noi lo sappiamo bene, è una malattia che ti prende e non ti molla più per tutta la vita. E ti può prendere a qualsiasi età.
la notte film di michelangelo antonioni
la statua vivente
ecce bombo
sei donne per l’assassino
sei donne per l’assassino
sei donne per l’assassino
travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto
travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto
la statua vivente
e’ piccerella
la notte film di michelangelo antonioni