1. TASSE, TASSE E ANCORA TASSE. LETTAENRICO PREPARA LE ARMI PER UNA NUOVA STANGATA SULLA CASA: LA FAMOSA REVISIONE DEL CATASTO DELLA QUALE SI PARLA DA ALMENO TRE LUSTRI. CON LA SCUSA DI AGGIORNARE VALORI FUORI MERCATO, SARÀ POI POSSIBILE AUMENTARE L’IMU ANCHE DEL 35%, PER NON PARLARE DELLE TASSE SULL’ACQUISTO 2. IOR IN MANO A VENTI 007 FINANZIARI: MA ALLORA I CONTI SOSPETTI DELLO IOR ESISTONO! 3. MONSIGNOR “500 EURO” SCARANO PRONTO A FARE I NOMI: ‘AVEVO COPERTURE ALTISSIME” 4. A CACCIA DI SOLDI, LA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO VENDE L’ANIMA A PANINI E BIRRETTE

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Tasse, tasse e ancora tasse. Il governino di Lettaenrico prepara le armi - per sé o per chi verrà dopo - per una nuova stangata sulla casa: la famosa revisione del catasto della quale si parla da almeno tre lustri. Con la scusa di aggiornare valori fuori mercato, sarà poi possibile aumentare l'Imu anche del 35%, per non parlare delle tasse sull'acquisto. Del resto, una vera lotta all'evasione non può certo essere condotta da un esecutivo il cui azionista di maggioranza ha una condanna in secondo grado per frode fiscale. E allora non resta che la solita strada: spremere chi le tasse già le paga in abbondanza.

Il Corriere oggi è l'unico a spiegare la supposta fiscale con un minimo di chiarezza: "Con i nuovi conti del catasto, il mattone varrà il 60% in più. Si valuteranno i livelli di mercato degli ultimi tre anni. L'impatto sul maggiore tributo dovuto al Fisco. A Milano il valore di una casa media ai fini Imu salirebbe del 35,8% e del 97,5% ai fini dell'acquisto" (p. 11). La Repubblica delle tasse ammette fra le righe del suo pezzullo che "si profilano aumenti" del gettito, ma la titolazione è tranquillizzante ("Riforma del Catasto in dirittura, valori calcolati in base al mercato", p. 8).

La Stampa fa di peggio e indora il suppostone in prima pagina: "Imu solo sulle prime case di lusso. Pronto il testo sul nuovo catasto: rispecchierà i valori di mercato". Ma quale mercato? Quello che hanno depresso e che a questo punto non si riprenderà mai? Tra l'altro, sulla valutazione dei valori, ci saranno dei gran casini e il cittadino che la riterrà troppo esosa dovrà imbarcarsi in contenziosi vari con l'Agenzia delle entrate. Il Messaggero di Calta-mattone nasconde la bomba a orologeria: "Imu, prende quota la tassa unica. Per l'abolizione strada in salita. E il Parlamento accelera sulla riforma del catasto: valori legati alle medie del triennio. Coinvolti i Comuni" (p. 2).

2 - RE GIORGIO, SU QUESTA FACCI UN MONITO
Viva il senso dello Stato, ma che almeno lo Stato abbia un senso. Che senso ha fare prediche continue ai cittadini, se poi si è i primi a prosperare sulla loro disperazione e sulla loro fragilità? Sul Cetriolo Quotidiano, lunga inchiesta sul gioco legale. Prima i numeri nazionali: "450 mila le macchinette piazzate in Italia, 390 mila sono slot. 3 milioni gli italiani a rischio ludopatia. 120 mila persone impiegate, con 5mila aziende".

Poi il reportaggio sul campo: "Le cattedrali del vizio d'azzardo. Un'intera periferia romana è in mano alle nuove case da gioco: dove c'erano fabbriche, ora solo macchinette e roulette. Lo strozzino dietro l'angolo: ‘Tutti prima o poi ci fininamo'. ‘Guadagnavo sei mila euro al mese e non avevo un euro in tasca'. Il predatore: ‘Siamo pesci che vivono nello stesso acquario'. Cesare Lanza: ‘Sono luoghi per abbrutirsi. Il gioco è tutta un'altra cosa'. In queste strutture manca la liturgia del croupier. Ti piazzi alla macchinetta e non capisci perché hai perso" (CQ, pp. 4-5).

"Creano occupazione e assicurano gettito fiscale", questa la linea difensiva di chi gestisce il gioco legalizzato ogni volta che qualcuno osa sollevare il problema. Ma le macchinette mangiasoldi creano anche disperazione e impoverimento di massa. Su questo tema, la Chiesa, qualche associazione e alcuni giornalisti combattono una battaglia solitaria e a tratti perfino pericolosa. Se il Signore onnipotente del Colle desse una mano sarebbe apprezzato.

3 - UN'ESTATE DEMOCRISTIANA
E invece di affrontare i problemi veri, eccoci di nuovo consegnati al lessico dei riti inutili della politica. "Rimpasto, tagliando e verifica. Ecco il tormentone dell'estate. Brunetta replica a Epifani che vuole liberarsi di Alfano: "Vogliamo lo stesso numero di ministri del Pd'. E il Pdl chiede la moratoria sui temi etici: democrat in fibrillazione" (Giornale, p. 4). Repubblica racconta che il Pdl vuol fare le scarpe a Saccomanno Saccomanni: "Vogliamo metà ministri e Letta guidi anche l'Economia. Saccomanni torna sotto il tiro della destra. Gasparri: lì c'è un deficit da colmare" (p. 2). Il cervello di Gasparri che parla di "deficit" non
si può sentire.

Ma andiamo avanti: "Letta resiste al rimpasto in attesa della Cassazione. L'esecutivo è in affanno per il pressing dei partiti che chiedono più poltrone. Berlusconi blinda palazzo Chigi mentre tra i suoi c'è chi pensa al dopo" (Messaggero, p. 5). Come al solito, l'agenda politica della nazione è comunque dettata dai cavoli giudiziari del Banana. "Alfano ha combinato un bel guaio, ora alziamo la posta per bloccare Epifani'. Berlusconi ai suoi: evitiamo scosse nel governo, sarà utile per i miei processi. Per salvare il ministro dell'interno, il Pdl è stato costretto a minacciare la crisi. Tutte le mosse sono studiate in vista della sentenza su Mediaset della Cassazione" (Repubblica, p. 3). La sentenza è prevista per il 30 luglio, salvo colpi di scena. O di cena (con toghe).

4 - ULTIME DA KAZAKILANDIA
I giornali cercano di tener vivo lo scandalo Ablyazov, ma sono costretti a rigirare più o meno la solita minestra, in attesa che la famosa Procura di Roma sfoderi le sue proverbiali capacità scavatorie. Il Corriere comunque fa un'ipotesi interessante: "Ablyazov, il ricatto dietro la fuga. L'espulsione della moglie forse una ‘contropartita' pagata da Roma" per la mancata cattura del dissidente.

"Decisa in poche ore la consegna della donna e della figlia. Una fretta che emerge dalle carte" (p. 5). Pestano sulle "bugie" di Alfaneyev quelli di Repubblica: "Dagli ordini dei kazaki al blitz, le tre grandi bugie di Alfano sull'espulsione della Shalabayeva. Così i documenti smentiscono i ‘non sapevo' del ministro" (Repubblica, p. 10). Ma tanto, dal punto di visto mediatico, le immagini di Angelino che apre e chiude le virgolette in Parlamento resteranno mitiche per anni.

5 - SANTA SUPPOSTA
Ma allora i conti sospetti dello Ior esistono, alla faccia di quanto sosteneva ancora il mese scorso il suo ex direttore generale Paolo Cipriani? Pezzone di Repubblica: "L'ora della verità per lo Ior. Venti 007 finanziari a caccia dei conti sospetti. Von Freyberg apre i computer, presto relazione a Bergoglio. Un'operazione trasparenza dalla quale dipende il futuro dell'istituto di credito vaticano. Gli ispettori hanno chiuso nell'ultimo anno seimila conti. Il report è atteso entro l'anno" (p. 14).

Anche perché il caso Scarano è destinato a ingrossarsi, come racconta Marco Lillo sul Cetriolo Quotidiano: "Don 500 euro e l'aggiotaggio in Vaticano. Un caro amico di Scarano diventa testimone nel processo sui traffici finanziari del prelato e giura: ci sono le prove del reato. Secondo il teste, il monsignore aveva il vezzo dello 007, tanto da intercettare l'armatore Cesare D'Amico su richiesta del cugino" (p. 3). E sul Messaggero: "Ior, Scarano pronto a fare i nomi: ‘Avevo coperture altissime" (p. 10).

6 - TELECOM-MEDIA
Ha ragione il Financial Times, secondo il quale Bernabebè ha ormai sparato le ultime cartucce? Per Massimo Giannini, le cose potrebbero andare così: "Ci sono solo ipotesi. L'ultima, sentita a Milano, prevede lo scioglimento di Telco, l'uscita di scena di Bernabè, l'arrivo di Flavio Cattaneo dall'esilio dorato di Terna, l'ingresso di un colosso globale tipo At&t. Scenari da ‘ultima spiaggia'" (Affari&Sfiganza, p. 1).

7 - SUICIDIO GARDINI? MA QUALE "ATTO D'IMPETO"!
Littorio Feltri legge la patetica intervista di Tonino Di Pietro al Corriere nel ventennale della morte di Raul Gardini e apre l'armadio dei ricordi. Ci cenò due sere prima del suicidio e gli parve già un condannato a morte. Pezzo notevolissimo (Giornale, p. 1-9).

8 - E IL BOIA DELLE ARDEATINE FESTEGGIA
Descritto come "quasi sordo e ormai privo di memoria", il 29 luglio Erich Priebke festeggerà un secolo di vita. Secondo i suoi protettori italiani si sarebbe "molto avvicinato al cristianesimo". Estikazzi? Il Corriere gioca d'anticipo e racconta: "Priebke compie 100 anni. Proteste contro la festa. Le famiglie delle vittime: ci mobiliteremo. L'ex ufficiale delle SS guidò l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Condannato all'ergastolo, vive a Roma". Speriamo che gliela rovino davvero, la festa. Sulla coscienza ha "solo" 335 persone.

9 - ULTIME DA UN POST-PAESE
A caccia di soldi, la Fabbrica del duomo di Milano vende l'anima a panini e birrette. "Un bar in mezzo alle guglie. Duello sul tetto del duomo. Lo vuole la Fabbrica, no della Sovrintendenza. ‘Punto di ristoro'. La replica: ‘E' inopportuno'. Deciderà il Tar" (Corriere, p. 19). Non capiamo molto di cose di Chiesa, ma a occhio anche il "tetto" sarà zona consacrata. Comunque immaginate che spettacolo sarebbe un controllo dei Nas sulle guglie del duomo. O una verifica della Finanza sugli scontrini del santo baretto. Bergoglio fai qualcosa! Caccia i baristi dal tempio e semmai mettici un po' di buona musica.
colinward@autistici.org

 

ENRICO LETTA Enrico Letta IMUlogo agenzia delle entrate slot machine MARIO MONTI E LE SLOT MACHINES DAL FATTO QUOTIDIANO jpeg LETTA E SACCOMANNI Renz epifani i BIG Maurizio Gasparri Mukhtar Ablyazov

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…