tommaso labate valentina pivati

VACCINATI CONTRO L’INFLUENCER – LABATE DIFENDE VALENTINA PIVATI, SPUTTANATA DA UN RISTORANTE A CUI AVEVA CHIESTO DI SCROCCARE UNA CENA IN CAMBIO DI PUBBLICITÀ: “HANNO FATTO LEVA SULLA FOLLIA DI QUESTI TEMPI. E CIOÈ CHE SE SEI DISOCCUPATO, LAUREATO MA COSTRETTO A PORTARE LE PIZZE, SE FAI LA BABY SITTER MA IN TASCA HAI UN POSTO DA RICERCATRICE SENZA ASSEGNO, L’INFLUENCER È UNA MERDA E QUINDI EVVIVA CHI LA SPUTTANA COSÌ, GRATIS..."

valentina pivati 8

1 – TUTTE INFLUENCER PE' MAGNA’ GRATIS – FIGURACCIA PER VALENTINA PIVATI, EX CORTEGGIATRICE DI "UOMINI E DONNE" CHE HA CONTATTATO UN RISTORANTE DI MAZARA DEL VALLO PER SCROCCARE UNA CENA PER LEI E PER IL FIDANZATO IN CAMBIO DI “PUBBLICITÀ” – IL RISTORATORE HA PUBBLICATO LA MAIL DELLA RAGAZZA SU FACEBOOK, RIFIUTANDO L’OFFERTA E SPUTTANANDOLA DI BRUTTO: "IL NUOVO MODO PER FARSI LE VACANZE A SBAFO"

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/tutte-influencer-pe-39-magna-rsquo-gratis-ndash-figuraccia-209979.htm

 

 

valentina pivati 7

2 – L’INFLUENCER VALENTINA PIVATI CHIEDE UNA CENA GRATIS E IL RISTORANTE LA METTE ALLA GOGNA. PERCHÉ STO DALLA SUA PARTE

Tommaso Labate per www.corriere.it

 

Una ragazza di cui fino a mezz’ora fa ignoravo l’esistenza, Valentina Pivati, «ex corteggiatrice del programma Uomini e Donne» (cito tra virgolette perché non capisco bene che cosa voglia dire, nel senso che conosco il programma ma non al punto da capire che cosa faccia, in quello show, una corteggiatrice), comunque questa ragazza, che ha un profilo su Instagram con un centinaio di migliaia di follower, scrive un messaggio a un ristorante di Mazara del Vallo, provincia di Trapani, probabile meta delle sue imminenti vacanze estive col fidanzato.

 

tommaso labate foto di bacco

Nella e-mail c’è scritto: «Buonasera, mi chiamo Valentina Pivati e grazie a un programma televisivo sono cresciuta sulla piattaforma social, in particolare su Instagram, iniziando così un lavoro di influencer. Ad agosto sarò in Sicilia e mi chiedevo se vi interesserebbe, in cambio di pubblicità, ospitare me e il mio compagno per una cena. In attesa di una vostra risposta porgo cordiali saluti».

 

valentina pivati 5

Piccola pausa. Non conosco lo standard di e-mail a cui siete abituati voi, il tono e il modo in cui gli sconosciuti solitamente vi si approcciano; per il mio, di standard di messaggi ricevuti, questa di Valentina è una richiesta decisamente cortese, tutt’altro che arrogante, fondamentalmente semplice.

 

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Non che abbia particolare simpatia per chi fa il lavoro di influencer (tendo a preferire una ricercatrice in biologia molecolare o un fattorino di Deliveroo, come ho scritto nel mio libro «i Rassegnati») ma, tutto sommato, quella di Valentina mi pare un’offerta di collaborazione piuttosto basica, decisamente sincera e senza pretese: mi offri una cena (tu, ristorante, di lavoro prepari cene) se io ti faccio pubblicità (io, influencer, di lavoro faccio pubblicità)? Facile facile. A casa mia, per esempio, una proposta del genere contempla due reazioni. «Sì, grazie, vi aspettiamo»; oppure «no, grazie lo stesso, se volete venire a trovarci come clienti normali sarà un piacere ma la vostra pubblicità non ci interessa».

la risposta del ristorante

 

E invece no. Il ristorante di Mazara del Vallo, di cui non scrivo il nome per non fargli pubblicità (e non gliela farei manco se me ne offrisse 20, di cene, in posti del genere non metto piede neanche pagato), si arroga il diritto di ripubblicare il messaggio di Valentina Pivati con tanto di diniego alla sua proposta, sottoponendola alla gogna di decine e decine di utenti di Facebook che le danno della scroccona, della poveraccia, di tutto di più.

tommaso labate

 

Salvo poi cancellare il messaggio, ma ormai il danno era fatto, per pubblicarne un altro di scuse pelose («Abbiamo cancellato volutamente un post da 10.000 visualizzazioni in poco meno di 10 ore»), precisando che «siamo sempre alla ricerca di persone con cui collaborare, con modalità che possano apportare un valore aggiunto a tutte le persone coinvolte» e che «ciò significa che non basta essere un influencer ed avere 100.000 followers su Instagram ma è più importante decidere assieme come poter collaborare in maniera virtuosa».

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Stavolta, però, non hanno «deciso insieme» a Valentina Pivati se poteva o meno portare un valore aggiunto; non hanno «deciso assieme» se i suoi centomila follower potevano essere la base per poter collaborare in maniera virtuosa.  L’hanno sputtanata, così, a gratis.

 

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Facendo leva sulla disperata follia generale di questi tempi. E cioè che se sei disoccupato, se sei un contratto a termine non rinnovato, se sei vittima della burocrazia, se sei laureato con 110 e lode in chimica ma sei costretto a portare le pizze, se fai la baby sitter ma in tasca hai un posto da ricercatrice senza assegno, se sei tutto questo e anche di più, di questi tempi, l’influencer è una merda e quindi evviva chi la sputtana così, gratis.

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Io, con questa cosa, non sono d’accordo. Pur stando dalla parte di chi è disoccupato, di chi ha una laurea in chimica ma porta le pizze, pur stando dalla parte della baby sitter ricercatrice, riesco a stare dalla parte di Valentina Pivati. In quel ristorante, mai. Mai e poi mai. Spero condividiate, se siete d’accordo, questo piccolo messaggio.

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