rolling stones sticky fingers 1

SESSO, DROGA ED ANDY WARHOL FUORI DALLA ZIP! - TORNA NEI NEGOZI "STICKY FINGERS" DEGLI STONES - JAGGER: “NON POTREI PIU’ SCRIVERE BRANI COSI’. MI CENSUREREI DA SOLO” - AL CONFRONTO I TESTI DI EMINEM SONO MANUALI PER SEMINARISTI

STICKY FINGERS ROLLING STONESSTICKY FINGERS ROLLING STONES

Paolo Giordano per “il Giornale”

 

Proprio quel momento lì. Un momento prima dell’autodistruzione. Se non ci fosse stato Sticky fingers forse i Rolling Stones si sarebbero liquefatti nell’ordalia di droga e ossessioni che celebravano da anni in una London sempre meno swingin’ e con amici/nemici sempre più rockin’.

 

Ma è stato il momento giusto. Sticky fingers, che sarà ripubblicato a giugno con la solita manna di inediti (spettacolari la Brown sugar suonata con Eric Clapton e i 13 brani live di Get yer Leeds lungs out! della Superdeluxe edition), è stato davvero il turning point, il crocevia di un’epoca. Perciò è uno dei dischi più belli di sempre, non solo uno dei migliori dei Rolling Stones.

 

Sgonfiati gli anni Sessanta e il loro bel soufflè di utopie vitali, finiti i Beatles e morti i primi ventisettenni del rock (iniziali H, J e M), nel 1971 Sticky fingers ha dato alla musica leggera le coordinate del futuro. Il primo disco con il marchio della lingua, il logo «Tongue & Lips» disegnato da John Pasche che è diventato un brand globale prima ancora che lo diventasse il gruppo.

rolling stones sticky fingersrolling stones sticky fingers

 

Una copertina d’arte, quella pensata da Andy Warhol con i jeans allusivi e la cerniera di metallo che si apriva sul serio (finché i rivenditori non si sono lamentati perché rovinava i vinili). In Spagna quella copertina fu censurata e neppure si sa chi fosse l’uomo dentro i jeans, sicuramente non Mick Jagger ma forse il modello Joe Dallesandro amato da Warhol.

 

E soprattutto una manciata di canzoni che contengono tutto ciò che ancora oggi è l’abc di rock, rap, pop e via elencando tutti i generi che vi possiate immaginare. Prendete l’iniziale Brown sugar, germogliata da uno dei riff migliori di un Keith Richards drogatissimo: è il vocabolario della provocazione sottintesa. In quei versi, che Mick Jagger canta strascicando le finali come sa fare solo lui, si allude a sesso interrazziale, a cunnilinguus, forse pure a schiavismo ed eroina. «Non potrei più scrivere parole così, mi censurerei da solo», ha ammesso pochi anni fa. Al confronto i brani di 50 Cent o di Eminem sono manuali per seminaristi.

 

keith richards e mick jaggerkeith richards e mick jagger

O Sister morphine, cupissima fotografia degli ultimi attimi di un drogato in overdose, che prima Jagger e Richards hanno firmato da soli ma poi hanno ammesso (anzi il giudice ha imposto di ammetterlo) che senza Marianne Faithfull non l’avrebbero scritta. Già Marianne, discendente del barone Leopold von Sacher-Masoch, sacerdote pioniere del masochismo.

 

Amante di Keith prima (o poi). Poi (o prima) fidanzata di Mick. Una foto di loro due appena scesi dall’aereo in Australia, lui cappottone ultra chic e sciarpa bianca fino ai piedi, lei bellissima e sfatta con un cappello alla Jacqueline Kennedy, spiega più o meno le stesse cose di Sister Morphine: perdizione compiaciuta, ricerca forsennata del glamour, lusso, autodistruzione. Lei impiegò quasi dieci anni per uscirne. Lui, che è un ragioniere anche del vizio, si tenne sotto controllo senza deragliare. Ma che fatica.

rolling stones al circo massimo foto sky 7rolling stones al circo massimo foto sky 7

 

Litigi con i manager. E fregature della casa discografica: la Decca disse che, prima di liquidarli, voleva un altro singolo e loro registrarono appositamente Cocksucker blues, impubblicabile già dal titolo, «Blues del pompinaro». Era iniziata la lenta autocombustione.

 

Non a caso tutto il disco è nato a strappi, dal dicembre 1969, ossia pochi mesi dopo il funerale di Brian Jones, in uno studio di registrazione in Alabama. Poi nello studio mobile Stargroves che di solito era a Londra di fronte a casa di Mick Jagger. Ma è diventato la calamita per strumentisti pazzeschi e meravigliosi. Non solo Mick Taylor, chitarrista superbo qui per la prima volta a tempo pieno nella band.

 

rolling stones al circo massimo  54rolling stones al circo massimo 54

Ma anche Ry Cooder in Sister Morphine o Pete Townshend degli Who ai cori di Sway o Billy Preston all’organo e Bobby Keys che suona un assolo di sax da togliere il fiato in Brown sugar. Però da tutto il disco, persino dalla vagamente country Wild horses, grondano disperazione e voglia di fuggire non si sa dove.

 

Pochi giorni prima di pubblicare Sticky fingers i Rolling Stones celebrarono qualche concerto e poi scapparono in Costa Azzurra pedinati dal fisco. Lì, come (mi) ha detto il bassista Bill Wyman, rallentarono i vizi e finirono le canzoni di Exile on main street, un altro capolavoro. Forse il loro ultimo. Ma è anche un’altra storia.

 

eminem eminem

Quella vera, disperata ma salvifica, arrivata giusto un attimo prima dell’autodistruzione, i Rolling Stones l’avevano appena scritta: Sticky fingers, il disco che ha chiuso gli anni Sessanta e che, quattro decenni dopo, non ha ancora finito di suonare bene.

rolling stones al circo massimo  10rolling stones al circo massimo 10STICKY FINGERS 2STICKY FINGERS 2ROLLING STONES A GLASTONBURY ROLLING STONES A GLASTONBURY ROLLING STONES A GLASTONBURY ROLLING STONES A GLASTONBURY MICK JAGGER E IL CONCERTO DEI ROLLING STONES A OSLO MICK JAGGER E IL CONCERTO DEI ROLLING STONES A OSLO

 

STICKY FINGERS 1STICKY FINGERS 1

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…