TUTTI PAZZI PER “MAD MEN” - PARTE LA QUINTA STAGIONE DELLA SERIE TV PIU’ STILOSA E INTRIGANTE DEGLI ULTIMI TEMPI - LE AVVENTURE DEI PUBBLICITARI DI MADISON AVENUE NELLA NEW YORK PRIMA ANNI ’60, MARTINI E POMPINI - CHISSÀ SE IL SEGRETO DI DRAPER (CHE IN REALTÀ SI CHIAMA DICK WHITMAN, È FIGLIO DI UNA PROSTITUTA E HA RUBATO L’IDENTITÀ A UN COMMILITONE MORTO) VERRÀ A GALLA...

Egle Santolini per "la Stampa"

La grande attesa dei Mad Men maniaci è finita. Dopo un ritardo dovuto alle contrattazioni fra la rete e il creatore della serie Matthew Weiner, il 25 marzo sul canale tv americano Amc arriva la quinta stagione, e chi si sentiva orfano dal 17 ottobre 2010 potrà smetterla di ingannare il tempo con un placebo come Downton Abbey . Riecco Don Draper (Jon Hamm), la sua ex moglie Betty sosia di Grace Kelly (January Jones) e quella nuova, Megan (Jessica Paré), passata repentinamente dallo status segretariale a quello coniugale.

Riecco i pubblicitari di Madison Avenue stretti fra carrierismo e terrore di perdere i clienti, e le loro colleghe in gonne a matita e reggiseni Maidenform. Riecco, soprattutto, gli scintillanti Anni Sessanta dei lunch con tre Martini e delle sigarette fumate a catena (sul set sostituite con innocue paglie da erboristeria), riprodotti fino all'ultima insalatiera di ceramica dagli scenografi in quello stile che ormai si chiama retro-modern. Quanto all'impazienza dei fan italiani, per ora non arrivano anticipazioni precise; ma è lecito pensare che non passerà molto prima che la quinta serie sia trasmessa anche da noi.

Per capire quanto gli Stati Uniti di Obama si siano infatuati di Mad Men (13 Emmy e 4 Golden Globe nel palmarès) basti dire che "Newsweek" versione Tina Brown ha dedicato al loro «ritorno in ufficio» non una semplice storia di copertina, ma un intero numero, grafica e pagine pubblicitarie comprese. Dove si trattano argomenti e personaggi di cinquant'anni fa come l'eccidio di My Lai, l'anchorman Walter Cronkite o i trip all'acido lisergico.

Ma soprattutto si celebra il culto di un'epoca che a chi ha l'età di Matthew Weiner, «cresciuto a forza di Mash e di Happy Days , e con l'incubo dell'Aids» può sembrare una fantastica età dell'oro. Che si trattasse invece di un'era di travaglio e di passaggio, dove chi non era maschio, bianco ed eterosessuale faceva una gran fatica a trovarsi un posto al sole, è tema non eluso dagli sceneggiatori.

Come dimostrano soprattutto le figure femminili, riprodotte con squisita introspezione psicologica: Joan, per esempio, l'ape regina fra le segretarie dell'agenzia (l'attrice è la iperstatuaria Christina Hendricks), di spaventosa efficienza professionale ma di totale sudditanza agli uomini; o Peggy Olson (Elisabeth Moss), la ragazza più intelligente dell'ufficio, che ha sacrificato la propria vita privata alla carriera e manco si era accorta di essere incinta (il bambino, va da sé, l'ha poi dato in adozione).

Alla fine della quarta serie, abbiamo lasciato Draper distrutto professionalmente e in preda all'alcol, però fidanzato con la segretaria Megan, che tanto bene sa comportarsi con i suoi bambini. La sua prima moglie si è risposata con il faccendiere politico Henry Francis. Non è felice, ma a chi gli ha chiesto se si metterà a leggere Betty Friedan e scoprirà il femminismo, Matthew Weiner ha risposto «che forse troverà l'illuminazione da qualche altra parte».

Accontentatevi perché è praticamente l'unica anticipazione concessa su quel che succederà nei prossimi 13 episodi. Resta da capire che cosa succederà dell'agenzia Sterling Cooper Draper Pryce, schienata dall'abbandono del fondamentale cliente Lucky Strike, e se il Grande Segreto di Draper (che in realtà si chiama Dick Whitman, è figlio di una prostituta e ha rubato l'identità a un commilitone caduto durante la guerra di Corea) verrà pubblicamente a galla.

Nel frattempo, Joan avrà un figlio che non è del giovane marito dottore, partito per il Vietnam, ma del suo amante Roger Sterling, e Peggy dovrà ancora combattere con chi crede che abbia fatto carriera perché è andata a letto con Don Draper: circostanza che, per altro, non si è mai verificata.

Promette molto bene il personaggio di Sally Draper, figlia di, ormai arrivata all'età delle prime cotte e dei primi concerti dei Beatles; anche se ha creato inquietudine un certo servizio fotografico per cui la sua interprete a malapena tredicenne, Kiernan Shipka, ha posato truccata e con i tacchi.

 

Mad Men IL CAST DI MAD MENMad MenMad Men

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…