DISABILE A CHI? UN UOMO SENZA GAMBE CORRE PIÙ DI TUTTI - AUTO, CANOA, SCI, PROGRAMMI TV E UN ORO OLIMPICO: ZANARDI AZZANNA TUTTO - E SE I CAMPIONI LOGORI SI RITIRANO, IL MULTICAMPIONE NON SI FERMA PIÙ E METTE NEL MIRINO I GIOCHI DI RIO NEL 2016 - A FINE MESE CORRERÀ LA MARATONA DI VENEZIA E LA BMW GLI HA CHIESTO DI PARTECIPARE ALLA DTM, CAMPIONATO TEDESCO TURISMO…

Emanuela Audisio per "la Repubblica"

Era rottamato. Ora è un campione ricercato: davanti ha nuove curve e rettilinei. Chi lo riacchiappa più? In pista, sull'acqua, sulla neve. Su tre e quattro ruote. Prima aveva qualcosa in meno, ora sembra avere di più. Forza, concentrazione, allenamento, e anche sogni. Non ha lasciato fare agli altri, si è messo da solo a riparare il proprio destino. Chiave inglese, bulloni, velocità. Una riparazione del motore umano durata undici anni. Pazienza per i capitomboli nei fossati.

L'oro di Londra ha dato ad Alex Zanardi una visibilità internazionale. In quella foto dove alza con un braccio l'handbike sembra quasi Superman che si mette a fare girare il mondo su un dito. Da uomo dimezzato (senza gambe) a campione raddoppiato (maratona, granfondo, ma non solo). Da corpo senza più scelte, a troppe tentazioni. Ormai corre da solo.

«Sono convinto di aver fatto qualcosa di estremamente complicato. Vincere a Londra è stato bellissimo, ma non è stato né facile né scontato. Anche perché fino a due anni fa quando arrivavo al traguardo, i miei avversari erano già sotto la doccia. Ma ora sono una situazione strana: in Italia non ho più concorrenza, devo andare all'estero a cercarmi altri stimoli.

Mi rendo conto che se sono in gara, tolgo luce agli altri, se invece non partecipo passo per ingrato. Io però senza sogni e sfide non so vivere. Ho lottato per rialzarmi, mi sono adattato, ora voglio aggiustarmi il futuro. Continuerò nell'handbike, anzi voglio diventare un produttore di questo mezzo, perché a livello sportivo fa bene a tutti, è una disciplina completa tanto che in America è molto praticato anche da chi non ha disabilità. Nel nuoto ti alleni e non vedi niente, nell'handbike puoi godere del paesaggio».

Futuro zoppo? Macché. Zanardi sta diventando un altro Pistorius: attrae attenzione, curiosità, qualità. Schumacher si ritira, Zanardi si allarga. «Trovo doveroso difendere il mio titolo paralimpico a Rio 2016 anche se avrò 50 anni, voglio dare la rivincita ai miei avversari e sfidare i miei limiti. Ma resto un pilota, amo la velocità, la meccanica, i pistoni. Io in seconda elementare con il pongo ho disegnato la parabolica di Indianapolis. Ora il mio mondo automobilistico si è rifatto avanti, la Bmw mi ha chiesto se mi va di partecipare alla Dtm, campionato tedesco turismo, che si corre in Europa, dove ci sono macchine da corsa molto evolute, le stesse della Formula Uno, ma travestite da granturismo. Adatterebbero la vettura alle mie esigenze.

Dodici gare da aprile a ottobre, diventerei il loro uomo-immagine. Daniela mia moglie, non impazzisce di gioia, anche se a lei emotivamente le macchine piacciono molto. Non solo, ma covo altre idee, ho una mente che ama far funzionare gli ingranaggi e la fantasia: la nazionale azzurra di sci mi ha invitato ad allenarmi con loro, a me la neve è sempre piaciuta, perché non fare un pensierino per le Parainvernali di Sochi? Ho un corpo, che per necessità, lavora tantissimo con la parte superiore.

Tecnicamente sarei competitivo anche nella canoa, tipo Idem o Antonio Rossi. Potrei puntare ai Giochi di Rio e mettermi alla prova con gli altri. Mi ci vedo a pagaiare, non è come nell'equitazione dove servono le gambe. Ma non voglio squilibrare la mia vita familiare, né cerco di accumulare titoli sui giornali, solo scegliere le cose che mi fanno stare bene».

Zanardi è sempre più imprendibile, conduce Sfide in tv. A fine mese (il 28) correrà la maratona di Venezia, la prima dopo Londra, è appena riemerso con il Barilla Blue Team e con Fabrizio Macchi dalla Grande Fondo Campagnolo di Roma, per lui 95 km. con la sola forza delle braccia.

«A Venezia spero di trovare una valida e forte concorrenza. L'anno scorso ho trainato l'amico Francesco Canali, quest'anno mi occuperò di Sara, 18 anni, colpita da mielite e di Eric, 17, tetraplegico. La Venicemarathon è bella, ma con saliscendi molto arditi, come quello sul Rio delle Galeazze.

Con la maratona la città è diventata più accessibile grazie alle 13 pedane che favoriscono l'accesso ai ponti. So che le rampe non hanno un buon impatto estetico, ma non hanno la pretesa di essere definitive e sarebbe una bestemmia snaturare Venezia. Anche le autostrade e gli aeroporti sono brutti, eppure sono stati fatti per aiutare la mobilità. Infatti le pedane sono state messe con due mesi di anticipo per la Biennale. E sono d'aiuto a Tito Mainardi, ragazzo con problemi, per uno sbaglio dei medici, che finalmente può andare da solo a scuola alle medie.

Non è un caso che l'associazione "Mamme per le Rampe", manifesti per una maggiora accessibilità e io mi chiedo: chi è nelle mie condizioni o con difficoltà come fa a girare per Venezia nei tratti dove non c'è vaporetto? E non sarebbe il caso magari ogni anno di spostare le rampe in zone diverse in modo da poter offrire un percorso a chi ha una mobilità ridotta?». Scusi Zanardi ma tra battaglie, impegni, gare, lavoro allenamento, trasferte, dove trova il tempo? «Semplice: la preparazione per l'handike va bene anche per l'automobilismo. Non intendo mollare nessuna occasione e voglio ancora gridare: pista».

 

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