"LUCIO DALLA MI HA SALVATO, MI VOLEVO UCCIDERE CON LA MACCHINA, MA GUIDAVO TROPPO BENE E NON MI È RIUSCITO" – LA CONFESSIONE DI ANTONELLO VENDITTI, OSPITE DI MARA VENIER A “DOMENICA IN” – "NON MI PIACEVO. TENDEVO ALLA PERFEZIONE E CHI TENDE ALLA PERFEZIONE SPESSO È IL PIÙ FRAGILE. IL MAL DI VIVERE MI È PASSATO AL CIRCO MASSIMO, NEL 1983, NEL CONCERTO "DOPO IL PRIMO SCUDETTO DELLA ROMA – POI COMMENTA IL RITORNO DI RANIERI E “SPOILERA” IL NOME DEL FIGLIO DI ULTIMO - VIDEO
Venditti e gli auguri a Jacqueline e Niccolò
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— AthenaBluRose (@CallMeBlueRose_) November 17, 2024
"Lucio Dalla mi ha salvato Mi volevo uccidere con la macchina, ma guidavo troppo bene...". Antonello Venditti si confessa a Domenica In, in una lunga intervista con Mara Venier. Il cantautore riavvolge il nastro e torna all'inizio degli anni '80. "Lucio Dalla mi ha salvato, lo sanno tutti. Uno dei problemi della nostra vita è la depressione, che porta alla solitudine e all'idea di suicidio che sembra diventata comune. Lui se ne accorse nel 1980. Non avevo nulla, ma lui caì che io dovevo andare via da Roma. Mi portò a Carimate, a Milano. E li mi ha curato. Mi ha curato anche stare a contatto con altri artisti", dice.
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"A Carimate c'erano due studi: c'erano De Andrè, Lucio, i Pooh, Pino Daniele... La sera, quando avevamo finito le nostre session, stavamo insieme e ci confrontavamo. L'idea malavagia di farla finita non mi era passata, volevo uccidermi con la macchina. Sapevo guidare talmente bene che non mi è riuscito, non ci ho nemmeno provato", aggiunge.
"Il mal di vivere mi è passato con l'amore ricevuto, percepito. Sono guarito veramente al Circo Massimo" nel 1983 nel concerto "dopo il primo scudetto della Roma. Avevo la sensazione che non ci fosse distonia tra me e gli altri. Io non mi piacevo, non mi accettavo. Tendevo alla perfezione e chi tende alla perfezione spesso è il più fragile", afferma ancora.
VENDITTI
Da romanews.eu
Antonello Venditti ha raccontato le sue sensazioni per il ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma ai microfoni di Domenica In su Rai 1. L’autore dell’inno giallorosso è poi tornato anche sulla celebre canzone.
L’inno della Roma?
“La cosa straordinaria che forse ha solo Roma è che quando parte l’inno, io non ci sono e non esisto, nel senso che la cantano i tifosi”.
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Ritorna un allenatore che so che tu ami: sei contento?
“Moltissimo, ma non per il senso di romanità ma per il senso della competenza del sapere di che parliamo. Non è importante essere nati a Roma, la cosa importante è comportarsi da romano”.
Che significa comportarsi da romano?
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“Avere dei valori imprescindibili che ogni romano vero sa. Roma è una città amatissima, fa parte del patrimonio mondiale. Non c’è cosa più bella di Roma e quindi, noi dobbiamo rispettarla così come la rispettano e la amano anche quelli che non sono romani. Sono più quelli che non sono nati a Roma che la amano che i romani stessi. Noi abbiamo la fortuna di essere affittuari di questa bellezza”.
Lo Scudetto?
“Dopo la separazione ho sofferto di depressione. Mi volevo uccidere. Mi ha salvato Lucio Dalla portandomi via da Roma. Poi sono rinato al Circo Massimo al concerto per lo scudetto della Roma quando ho ricevuto tanto affetto dalla gente”
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