LA VENEZIA DEI GIUSTI - “TERRAFERMA” NON FUNZIONA COMPLETAMENTE. CRIALESE SOGNA DI FARE VISCONTI E SI RITROVA A ESSERE TORNATORE - DISASTRO PER IL VECCHIO AL, ORMAI PIÙ PIACIONE CHE PACINO - “SHAME”, MÉLO IRLANDESE-CATTOLICO SU DUE FRATELLI, ACCOLTO CON ASSURDI FISCHI E MUGUGNI DA UNA CRITICA CHE APPENA VEDE QUALCOSA DI DIVERSO (UN NUDO FRONTALE ALLA ROCCO SIFFREDI ABBASTANZA CONTURBANTE) DALL'OVVIETÀ DEL FILM DA FESTIVAL, STA MALE....

Marco Giusti per Dagospia

Quinto giorno di Mostra. Stamane bella doppietta per i critici. "Shame", opera seconda dell'artista Steve McQueen, che presentò uno strepitoso "Hunger" a Cannes un paio d'anni fa, e "Terraferma", atteso terzo film di Emanuele Crialese, il regista di "Respiro" e "Nuovo mondo".

"Shame", mélo irlandese-cattolico su due fratelli, Michael Fassbender, lo Jung del film di Cronenberg, e Carey Mulligan, giovane star di "An Education" e "Drive", è stato accolto con assurdi fischi e mugugni da una critica che appena vede qualcosa di diverso dall'ovvietà del film da festival, sta male.

C'è anche chi dice (copyright Aspesi) che i critici italiani si sono storti già nei primi minuti quando hanno visto "un bel bisteccone" come il protagonista e hanno fatto inutili confronti. In pratica Fassbender, che già fu protagonista di "Unger", è cero David, yuppie che sogna gli anni '60 ma anche tormentato schiavo del sesso in quel di New York. Mantiene il proprio equilibrio su un filo, ma non riesce a staccarsi dal porno via internet, mignotte, autoerotismo.

Per lui è un'ossessione che lo condiziona nel rapporto con le altre donne. Poi entra in campo la sorellina Sissy, Carey Mulligan, che si concede facilmente ai maschi e spera sempre che sia amore e il quadro è più chiaro. I due fratelli, apparentemente soli al mondo, irlandesi arrivati da piccoli nel New Jersey, nascondono un passato ("Non siamo cattivi", è la spiegazione di Sissy, è che veniamo da un brutto posto"), e vivono il quotidiano con dolore. Lui si butta nel sesso per scomparire, soffrire ed espiare. Lei vede nel suicidio l'unico modo per comunicare con lui e riportarlo a un'idea di famiglia.

Come "Hunger", che pure era un film storico, lo sciopero della fame di Bobby Sands ribelle irlandese in carcere, "Shame" parte dal martirio per arrivare a un riscatto cattolico e a un'idea di comunità. Grande, difficile film, con due interpretazioni da urlo dei suoi protagonisti (soprattutto Fassbender) non verrà capito dal nostro pubblico che lo vedono come un film erotico-intellettualoide alla Chérau, ma si lancia tra i più probabili candidati a ogni tipo di premio. Inoltre Fassbender si lancia in un nudo frontale alla Rocco Siffredi abbastanza conturbante e perfino Carey Mulligan entra in scena con un nudo frontale.

"Terraferma", salutato con applausi anche da parte della critica italiana, è un film civile su un tema importante come lo sbarco degli extracomunitari nelle isole siciliane di fronte all'Africa, ma non funziona completamente. E' come se mancasse una parte, e anche una certa consistenza del racconto. Gli 88 minuti di durata lascerebbero intendere a problemi di durata e di confusione sul set di Linosa.

Mesi di riprese, otto milioni di budget. Gli attori, da Donatella Finocchiaro, che fa la madre angosciata, a Beppe Fiorello, lo zio cinico, al grande puparo Mimmo Cuticchio, che fa il nonno, sembrano recitare ognuno un film diverso, non trovando mai un amalgama.

Ma pesa sul film anche un po' di magniloquenza di messa in scena dove uno avrebbe preferito più asciuttezza. Come se Crialese sognasse di fare Visconti e si ritrovasse a essere Tornatore senza trovare una propria strada.

Peccato perché ci sono sequenze notevoli e non moraleggianti nel film, come l'attacco degli uomini dei barconi come zombi alla barca del giovane protagonista, o il grande momento vanziniano del barcone dei vacanzieri capitanato da Beppe Fiorello che si tuffa al ritmo di "Maracaibo, mare forza nove" di Jerry Calà.

Gran divertimento invece in "Wilde Salome" di Al Pacino, sequel meno riuscito del suo geniale documentario "Looking for Richard". Alle prese con la "Salome" di Oscar Wilde, che intende mettere in scena a teatro, con la regia di Eselle Parsons (un oscar da attrice ai tempi di "Bonnie and Clyde"), e con il film che vorrebbe girare sullo stesso argomento, Pacino ottiene un triplice disastro.

La commedia ha critiche negative, il film non lo riesce a fare e anche questo documentario zoppica. In più si lancia in un Re Erode, che recita senza trucco e costumi, che sembra una specie di Scarface frocio con dei capelli di un colore improbabile (tipo quelli di Flavio Cattaneo dopo un passaggio da Robertino, il parrucchiere della Ferilli).

Per fortuna la Salome di Jessica Chastain, esplosa in "The Tree of Life" è straordinaria e smuove gli spettatori con la danza dei veli, mentre il vecchio Al, ormai più Piacione che Pacino, ridicolizza la celebre battuta "Salome dance for me".

Di meglio e di più comico ricordiamo solo una Salomè monnezzara di Tomas Milian con Jo Champa come Salome (quasi invedibile) e Fabrizio Bentivoglio come Giovanni Battista diretto da certo Claude D'Anna.

Grande attesa, infine, per il secondo film di Elisabetta Sgarbi, "Prove per un naufragio della parola", che verrà presentato a Controcampo Italiano domani alle undici in Sala Grande. Stavolta si tratta di un soggetto originale di Edoardo Mesi, autore Bompiani ovvio, costruito come un omaggio all'artista Claudio Parmiggiani, uno di quei geni presentato a Padiglione Italia dal fratello Vittorio. Aiuto!

 

EMANUELE CRIALESE E BEPPE FIORELLO ELENA SOFIA RICCI E MARCO GIUSTI COREOGRAFIE ESTHER WILLIAMSTERRAFERMA DI EMANUELE CRIALESETERRAFERMA DI EMANUELE CRIALESE 7m23 marco muller marco giustiSCAPOLONI: AL PACINOVITTORIO ELISABETTA SGARBI ENRICO GHEZZI ELISABETTA SGARBI ELISABETTA SGARBI ALAIN ELKANN - copyright Pizzi

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