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IO VI HO DOPATO, IO VI DISTRUGGO - MIGLIAIA DI LICENZIAMENTI A BUZZFEED, HUFFINGTON POST, VICE, YAHOO. UN ANNO FA VI AVEVAMO DETTO CHE ZUCKERBERG AVEVA IN UN COLPO SOLO AMMAZZATO DECINE DI EDITORI, CAMBIANDO L'ALGORITMO DI FACEBOOK. OGGI I RISULTATI VENGONO AL PETTINE: I 'NEW MEDIA' CHE AVEVANO ASSUNTO ANCHE 2500 PERSONE PER FARE VIDEO VIRALI (E QUALCHE INCHIESTA) ORA DEVONO RIDIMENSIONARSI, ESSENDOSI IMPICCATI ALLA CRESCITA DEI CLIC…

1. DAGOSPIA, 12 GENNAIO 2018: QUESTO È IL WEEKEND IN CUI FACEBOOK MANDA AFFANCULO TUTTI GLI EDITORI DEL MONDO. DOPO AVER SUCCHIATO I LORO CONTENUTI E AVERLI RESI DIPENDENTI DALLA VISIBILITÀ GARANTITA DAL SOCIAL, ZUCKERBERG ANNUNCIA CHE CI FARÀ VEDERE PIÙ POST DI AMICI E PARENTI E MENO NOTIZIE E VIDEO VIRALI - LE RAGIONI SONO DUE: UNA ECONOMICA, E UNA POLITICA. CHE FINE FARANNO QUELLI CHE CAMPANO SOLO GRAZIE ALLA VIRALITÀ?

 

 

http://m.dagospia.com/questo-e-il-weekend-in-cui-facebook-manda-affanculo-tutti-gli-editori-del-mondo-164718

 

 

 

 

OGGI:

LA CRISI DI BUZZFEED, SPIEGATA BENE

 

 

Da https://mailchi.mp/a718f40c4deb/digital-journalism-newsletter-giornalismo-media-francesco-oggiano

 

La mailing list di Francesco Oggiano

 

 

 

In una settimana più di mille giornalisti americani sono stati mandati a casa. Circa 800 da Verizon (Yahoo, Aol, Huffington Post), 20 da Gannett(gruppo proprietario di diversi giornali locali) e quasi 250 da Buzzfeed (il 15% della forza lavoro totale). A questi si aggiungono i dipendenti di Vice Media, che ha annunciato una riduzione del 15%. La botta più forte, al di là dei numeri, è quella di Buzzfeed, che ha convinto la Columbia Journalism Review a parlare di «fine dei siti ossessionati dagli accessi». 

 

I primi anni della testata sono stati descritti bene su Business Insider. «Era il 2006: il social di Mark Zuckerberg muoveva i primi passi, Google ancora serviva soltanto a fare ricerche e Jonah Peretti, uno smanettone che aveva compreso le dinamiche di Internet prima di molti altri e già co-fondatore di The Huffington Post, decise di lanciare un nuovo media online. Il nome, Buzzfeed, cioè un feed di quello che fa rumore, ne denunciava le intenzioni: intercettare contenuti virali in rete e rilanciarli dalla propria pagina». Esempi di contenuti virali: The Dress (35 milioni di visualizzazioni) e The Watermelon (un milione di utenti in diretta). Target: «la gente annoiata in ufficio».

 

Ma chi è Peretti? L’Einstein dei contenuti virali. Uno che aveva già cominciato a sperimentare la vitalità nel 2001, con quello scambio di mail con la Nike; aveva continuato con siti situazionisti come Black People Love Us, affinato la sua esperienza giornalistica all’Huffington Post e infine monetizzato il suo talento con la fondazione di Buzzfeed.

 

L’ha fatto grazie «all’intuizione del native advertising. Buzzfeed si era inventato una formula a metà tra l’intrattenimento e la pubblicità – i contenuti infatti venivano venduti – per solleticare il nostro lato sociale, emotivo, anche sciocco». Nel frattempo «Peretti aveva messo un piede nel mondo serio, quello delle notizie e del giornalismo investigativo». Aveva assunto i migliori giornalisti americani, pubblicato scoop mondiali e guadagnato una candidatura al Pulitzer. Nel 2016 la compagnia era valutata 1,7 miliardi di dollari ed era stata in grado di attrarre fondi per 500 milioni di dollari.

 

 

Giusto per darci una botta di vita, chiudiamo con la lettera aperta di Matthew Perpetua, il direttore della sezione Quiz di Buzzfeed che è appena stato licenziato:

«You might be wondering — wait, why would they lay you off? You were doing the quizzes, and that brings in a lot of money! Well, that is true. But another thing that is true is that a LOT of the site’s overall traffic comes from quizzes and a VERY large portion of that traffic comes from a constant flow of amateur quizzes made by community users.

 

 In the recent past, the second highest traffic driver worldwide has been a community user in Michigan who is a teenager in college who, for some reason, makes dozens of quizzes every week. It’s kinda amazing how much revenue-generating traffic the site gets from unpaid community volunteers. So, in a ruthless capitalist way, it makes sense for the company to pivot to having community users create almost all of the quizzes going forward. I understand math. I get it».

 

Update 1) La Columbia Journalism Review ha aperto un thread, invitando tutti i giornalisti appena licenziati alla ricerca di lavoro a postare il proprio curriculum e portofolio. Ah, l’America.

 

Update 2) La ragazzina che faceva i quiz aggratis si chiama Rachel McMahon e ha 19 anni. Sommersa dalle richieste di interviste dopo la lettera di Perpetua, ha raccontato a The Cut la sua scelta di creare quei quiz: «Sapevo che non sarei stata pagata e mi andava bene così». Qualche ora dopo, Netflix le ha scritto su Twitter: «Ci piacerebbe lavorare con te (e pagarti). Scrivici in privato». Ah, l'America.

 

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