IL CALCIO E' UN MIO DIRITTO! - CHI VINCERA' OGGI TRA MEDIASET, SKY E L'OUTSIDER FOX LA BATTAGLIA PER I DIRITTI TV DELLA SERIE A? L'AGCOM STA TENTANDO DI FARE DA PACIERE TRA BERLUSCONI E MURDOCH, IN GUERRA ANCHE PER LA PAY TV SPAGNOLA DIGITAL PLUS
Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"
Per capire come mai oggi in via Rossellini 4 a Milano, per l’assemblea della Lega Calcio sui diritti tv ‘15-18 della serie A, è attesa una temperatura e un’umidità superiori a quelle che c’erano in campo a Recife per Italia-Costa Rica bisogna mettere insieme tutta una serie di terremoti che stanno smuovendo le placche tettoniche del calcio italiano e delle piattaforme tv.
Sul piatto non ci sono solo un miliardo e 96 milioni di euro, il totalone che si ottiene sommando tutte le offerte maggiori per ogni pacchetto. Anzi, dimenticate le partite in chiaro. Quelle che contano sono le dispute criptate dell’advisor Infront: la Calcionomics in Italia dovrebbe chiamarsi «Bogarellinomics», perché è Marco Bogarelli — che piaccia o no — ad avere costruito un modello di funzionamento della Legge Melandri rielaborando l’esperienza fatta nel mondo dello sci ai tempi di Tomba.
Ma partiamo dall’inizio: sulla carta Infront ha fatto un ottimo lavoro e dovrebbe essere contentissimo (invece, chissà perché, è nervoso. Forse perché con il nuovo contratto non ha più incentivi progressivi e per lui è meglio restare sulla linea dei 980 milioni che ha garantito?).
Scatenando la competizione sull’asta ha ottenuto cifre che il calcio italiano non sperava nemmeno di ottenere (non le sperava nemmeno Bogarelli che, meno di un anno fa, quando doveva rinnovare il proprio mandato, andava raccontando che la serie A italiana era in sala di rianimazione).
La suddivisione dei pacchetti per trasmettere il calcio in Italia dalla prossima stagione ‘15-16 prevedeva una base d’asta di 273 milioni di euro cadauno per l’A e il B (solo 8 squadre, ma le migliori con uno share televisivo del 69%), dove la differenza è che il primo offre l’esclusiva di queste partite per il satellite e il secondo per il digitale terrestre.
È qui che sono arrivate, chiaramente, le offerte migliori: 355 di Sky per l’A e 420 sempre di Sky per il B. Mediaset ha offerto rispettivamente 350 e 275, vincolando però i 306 milioni per il pacchetto D (12 squadre minori con share del 31%) alla riuscita di una delle prime due offerte. Anche se i vincoli non sono ammessi dal bando.
In mezzo si è infilata Fox (difficile non notare che è una società cugina di Sky) con 400 milioni per il B. Tanto per chiudere con i numeri, Sky e Fox hanno offerto 15 milioni per il C che, ci crediate o no, sono i diritti per vedere dentro gli spogliatoi. Notate nulla di strano? Mediaset Premium che non ha il satellite ha offerto la propria cifra maggiore per il pacchetto A, Sky che ha il satellite ha offerto la maxi cifra per il B.
Facile pensare a una confusione generalizzata, ma si tratta di fini strategie. Il numero uno di Sky in Italia, Andrea Zappia, è innegabilmente sotto pressione: ha da poco perso i diritti per la Champions League a favore di Mediaset. Un destro al quale si aggiunge quello che a posteriori è considerato un eccessivo fair play anglosassone (quando aveva lui l’esclusiva per la Champions aveva concesso un facile accordo alla tv a pagamento del Biscione per la condivisione dei diritti).
SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI
Insomma, la strategia ora è prendere tutto per riacquistare un potere negoziale perso. Peccato che 1) anche Mediaset stia giocando il tutto per tutto per fare entrare un socio estero che secondo «rumor» mai confermati e mai smentiti vedrebbero Al Jazeera in prima fila.
E come se non bastasse ha sbagliato i calcoli andando sotto. 2) Che i club ora sono ingolositi dalla possibilità di avere più soldi per il calcio mercato grazie al meccanismo delle fideiussioni, anche se quasi tutti hanno dei contratti con Infront che, in qualche maniera, li influenza.3) Che ancora non si è parlato dell’altra partita, quella della vendita dei diritti tv del calcio all’estero dove entrerà in campo l’ex socio di Bogarelli, Riccardo Silva con la sua Mp Silva. 4) E non ultimo: che anche Bridgepoint, azionista di Infront, sta cercando un acquirente per vendere la società.
Insomma, oggi si giocherà la partita dei destini incrociati e sono attesi colpi anche bassi. L’Agcom (che pure prende una parte delle risorse derivanti dai diritti tv, pari per la stagione in corso a 5 milioni) sta lavorando dietro le quinte per un accordo incrociato: Mediaset prende il satellite per 350 e Sky il digitale terrestre per 420 per poi fare uno scambio.
Ma non si capirebbe perché Sky dovrebbe pagare di più per poi cedere il pacchetto. Soluzioni possibili? C’è chi invoca l’annullamento, chi il cambio di regole in corsa. In mezzo resta un dubbio: ma il povero tifoso italiano si deve seguire tutta questa «Iliade» per capire a chi dovrà abbonarsi dal prossimo anno?