UN’AMINA ANCHE IN CINA - BEN 160 MILA TONTI HANNO SEGUITO PER MESI IL BLOG DI RUO XIAOAN, LA “PROSTITUTA COLTA”. PER POI SCOPRIRE CHE DIETRO LE SUE SOFISTICATE MIGNOTTATE C’È UN UN GIORNALISTA CINESE - DOPO IL CASO DI AMINA (LA FINTA BLOGGER SIRIANA DIETRO CUI SI NASCONDEVA UN 40 ENNE AMERICANO), UN’ALTRA WEB-BUFALA CHE PERÒ HA AVUTO UN MERITO: BACCHETTARE L’IPOCRISIA DI PECHINO SUL SESSO, SPECIALMENTE QUELLO A PAGAMENTO…

Marco Del Corona per il "Corriere della Sera"

Non aveva volto. Possedeva, però, le parole. Aveva un corpo. Ma lo teneva nascosto, riservandolo a chi la cercava. E pagava. Da mesi Ruo Xiaoan era riuscita a costruirsi poco a poco una fama di prostituta colta e malinconica, capace di scrivere con proprietà e sensibilità. Sul web distillava riflessioni amare e disincantate. Ruo Xiaoan (Xiaoan potrebbe essere tradotto con «piccola pace») chiamava le cose con il loro nome, come quando il 9 marzo scrisse che le sarebbe piaciuto «presentarsi come una "prostituta intellettuale", ma forse è eccessivo», e intanto accumulava contatti su contatti: 160 mila fan on line. Il mistero montava intorno alla cortigiana gentile, dall'identità inafferrabile, donna da romanzo.

Ieri la svolta. Da giorni si era sparsa la voce che Ruo fosse stata arrestata, probabilmente per aver disseminato immoralità nella società attraverso i suoi post. Poi l'annuncio della polizia di Hangzhou, città considerata una delle culle dell'anima letteraria della Cina classica: l'avventura di Ruo Xiaoan era finita. E, soprattutto, Ruo Xiaoan è un uomo. O meglio: nella realtà non esiste ed è il prodotto della fantasia di un uomo. Un personaggio fittizio, letterario, una figura virtuale che tuttavia era parsa verosimile, alimentata dalle proiezioni di chi la cercava e ne leggeva i testi. I poliziotti che hanno fermato il signor Lin - trentun anni, giornalista, moglie e un figlio - potrebbero persino aver pensato al caso di Amina, la presunta blogger lesbica nella Siria attraversata dalle proteste che poi, in giugno, si scoprì essere un quarantenne americano.

Lin è stato «ammonito», gli è stata inflitta una multa da 500 renminbi, quasi 60 euro, ma - a ieri sera - sia il suo sito (http://blog.sina.com.cn/s/articlelist_2330808320_0_1.html) sia l'account sul «Twitter cinese» Weibo (http://weibo.com/ruoxiaoan1) erano ancora attivi. Lo smascheramento ha prodotto una scossa di risentita delusione. Il fascino di Ruo aveva resistito alla pubblicazione di alcune foto che pretendevano di mostrare la cortigiana letterata.

Anche chi non l'aveva trovata poi così seducente si era consolato immaginando che gli scatti circolanti sul web fossero dei falsi. Al mito Ruo avevano contribuito media autorevoli, come quando una giornalista della Phoenix tv aveva raccontato dei 3 mila uomini frequentati in 7 anni. Soprattutto, però, a funzionare erano le sue riflessioni: «Le feste mi fanno tristezza. Tutti quegli uomini che hanno brancicato il mio corpo ora sono lì, con le loro famiglie, a guardare le lanterne... Se stanotte viene da me un lavoratore migrante non gli chiederò soldi».

A chi le suggeriva di cercarsi un lavoro, la Ruo fittizia replicava: «Capisco la crudeltà della realtà. Voi mi state prendendo in giro. Non posso cercare davvero un lavoro. Ho solo un diploma di scuola media inferiore e un vuoto di anni che non si può raccontare. Mi accontenterei di mille renminbi al mese. Addetta alla reception, che al massimo versa acqua...».

E ancora: «Mi volete salvare? Ma come? Portandomi nel vostro mondo dove verrò molestata se non proprio violentata da dirigenti, clienti e superiori?». La Cina ci credeva e la seguiva. Forse Ruo aveva capito che a volte la verità può permettersi di non essere vera.

 

RUO XIAOANDAL BLOG DI RUO XIAOANAMINA E IL BLOGGERWEN JiabaoCensura internet

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