zalone md

ZALONE DEI RECORD: “QUO VADO?” SUPERA 52 MILIONI, CIFRA MAI TOCCATA DA UN FILM ITALIANO (SUPERATO ‘SOLE A CATINELLE’ DEL 2013) - UMBERTO SILVA: “HO VISTO NEGLI OCCHI LA DRAMMATICA VERITÀ DEL FILM ‘QUO VADO?’, E NON SONO MAI RIUSCITO A RIDERE”

ZALONE  mdZALONE mdgennaro nunziante checco zalonegennaro nunziante checco zalone

1. ZALONE DEI RECORD: «QUO VADO?» SUPERA 52 MILIONI, CIFRA MAI TOCCATA DA UN FILM IN ITALIA

Corriere.it - Come previsto Checco Zalone supera se stesso e fa registrare il maggiore incasso di un film italiano di tutti i tempi nel nostro Paese. Con altri 971.133 euro incassati martedì (tre volte quanto il secondo classificato al box office, «Sherlock - L’abominevoloe sposa»), «Quo vado?» ha totalizzato dal 1 al 12 gennaio 52.166.450 euro (con 7.347.131 presenze in sala certificate Cinetel) e superato il precedente record di 51.948.550 euro di «Sole a catinelle» nel 2013.

 

2. IL ZALONE IN ME

Umberto Silva per “il Foglio”

 

Migranti sì migranti no. Zalone sì Zalone no. Boh. Innanzitutto complimenti alla produzione e alla distribuzione per l' abile lancio, adoro i colpi di mano, i colpi grossi, di stato, di testa, di sole, di luna, di genio, i colpi proibiti, i colpi gobbi... il mio mito è quel François l' Olonnais che con un colpaccio saccheggiò Maracaibo. Si risolleverà il cinema italiano? Figurarsi, e chissenefrega.

gennaro nunziante  checco zalonegennaro nunziante checco zalone

 

E ora Quo Vado? Diritto da Checco Zalone, alla sua faccia destinata a reggere un film dichiaratamente, volutamente, voluttuosamente, sotterraneamente piratesco, uno sgangherato vascello ove sventola Jolly Roger con il suo ghigno. Lo sguardo beffardo e implacabile di Zalone mi ricorda certi pirati della Tortuga dal riso dentato e dalle labbra senza misericordia. Esagero, esagero, ma chissà, forse un giorno quel che ora dipingo sarà a tutti visibile. E Zalone come naviga in questo bailamme?

checco zalone roccarasochecco zalone roccaraso


Benissimo, all' apparenza, ride e scherza; eppure, per quanto si dia da fare, mi sembra un po' annoiato, butta lì perfidie senza gioia, sfottò a questo o a quello ma così, senza crederci, tanto per arrivare alla fine. La sua lama si è arrugginita? Tutt' altro, Zalone punta più in alto, il bottino che brama è ben più consistente.


Quo vadis? Guardatelo bene Zalone; il supremo Fantozzi è umano pur essendo feroce come ogni servo, colmo di pulsioni omicide, a caccia di frustrazioni che ne gonfiano l' odio; ma mentre Fantozzi paga duramente la propria cattiveria sul proprio corpo già in partenza disastrato, Zalone passa impassibile sopra ogni cosa, pronto a rettificare la mira senza fare una piega, un killer professionista. In apparenza.

quo vado checco zalonequo vado checco zalone

 

Fantozzi è un eroe gogoliano se non addirittura dostoievskiano, un uomo del sottosuolo colmo di rancore ma anche di desiderio, incessantemente umiliato della propria incapacità che maschera un' inusitata volontà di potenza con relativa impotenza.

 

quo vado checco zalone  quo vado checco zalone checco zalone quo vado  5checco zalone quo vado 5checco  zalone  con eleonora giovanardichecco zalone con eleonora giovanardi

Zalone è al di là della lotta servo -padrone, la sua indifferenza è abissale, non mostra fede alcuna ma solo un' ostentata sicurezza. In apparenza. Ché le cose non sono come sembrano e neppure come sono: l' occhio dello spettatore attento ha seguito con benevola apprensione l' impercettibile tremore di Zalone che via via approssimandosi alla fine del film non riesce a celare un vistoso, toccante smarrimento: Quo Vado? Ci pensa tutto il tempo, e questa sua tormentata ricerca è il nocciolo duro del film, la sua gloria.
 

ZALONE ZALONE checco zalone con eleonora giovanardichecco zalone con eleonora giovanardiZALONEZALONE

Non può avere Checco la faccia bonaria che tanti suoi seguaci vorrebbero e che gli incollano, pronti ad applaudirlo in ogni caso, dandogli per buone certe battute raggelanti, ammiccando l' un l' altro, ridendo laddove non è proprio il caso. Nel cinema strapieno sentivo lo sforzo di coloro che mi stavano attorno, l' angoscia di costoro rischiavo diventasse la mia mentre Checco sullo schermo, imperturbabile, distribuiva qualche stanca sberla, lui che ha preso a schiaffoni il Papa e i suoi cardinali.

checco zalone con le attrici del suo filmchecco zalone con le attrici del suo film

 

Memorabile! Non credevo ai miei occhi, nessuno ha mai osato tanto; per incontrare un altro leggendario ceffone papale occorre risalire al 1303, quando Sciarra Colonna lo rifilò a Papa Bonifacio. Sono un fervente papista e proprio per questo ammiro i Don Giovanni che rabbiosi per un qualcosa che non torna sfidano Dio e la buona creanza e il posto fisso.

 

Il posto fisso è quello dello spettatore ipnotizzato dalle proprie smanie e dal quale si sforza di vedere un qualcosa di rincuorante e istruttivo là dove Checco Zalone lo sta guardando, perplesso. Sembra chiedersi stupito: "Possibile non capiscano il mio congelato dolore, il dramma interiore che nascondo dietro la maschera? Ridono con me o di me?". Ho riso di cuore perfino alle gag di Adolf Hitler nel film di Lubitsch. Con Quo Vado? non ce l' ho fatta. La mia impassibilità era la stessa di quella di Zalone.

checco zalone  con eleonora giovanardichecco zalone con eleonora giovanardi


Che noiosi i detrattori! Per leggere il destino di un artista occorre in qualche modo esserlo, sono capaci tutti a fare i giudici, ben più difficile immergersi nell' oscurità dell' opera e del suo autore. Auguro a Checco Zalone un cammino alla Woody Allen, divertente e scanzonato dapprima, sempre più pensierosamente drammatico poi, fino all' incantevole disincanto di questi anni.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…