IL PASSATO TI TRAPASSA - POLEMICHE PER LA PARTECIPAZIONE AI GIOCHI OLIMPICI DI PARIGI DI STEVEN VAN DE VELDE, GIOCATORE DI BEACH VOLLEY OLANDESE CHE NEL 2014 È STATO CONDANNATO A 4 ANNI DI CARCERE NEL REGNO UNITO PER AVER VIOLENTATO UNA BAMBINA DI 12 ANNI - IL 29ENNE È TORNATO A PRATICARE SPORT DOPO AVER SCONTATO LA PENA NEL 2017, MA LA SUA CONVOCAZIONE HA SOLLEVATO UN POLVERONE: "SIAMO AL PUNTO IN CUI LO STUPRO DI UNA BAMBINA È VISTO COME MENO IMPORTANTE DI UNA MEDAGLIA ALLE OLIMPIADI…"

Estratto dell'articolo di Simone Golia per www.corriere.it

 

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Steven Van de Velde oggi ha 29 anni, gioca a beach volley e si appresta a rappresentare l'Olanda ai Giochi di Parigi. Un presente perfetto, un passato nerissimo. […] Nel 2014 Van de Velde è stato condannato a quattro anni di carcere nel Regno Unito per aver violentato una bambina di 12 anni, venendo rilasciato nel 2017 e tornando così a praticare sport. Nelle ultime settimane diversi media hanno divulgato la sua storia, suscitando sdegno e polemiche.

 

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La federazione olandese di pallavolo ha spiegato di essere a conoscenza del passato del suo atleta e di averne discusso a lungo con il Comitato Olimpico olandese, la Federazione internazionale di pallavolo e lo stesso Van de Velde. […]

 

«HA SCONTATO LA SUA PENA»

In patria e non solo si è aperto il dibattito: giusto concedere una seconda possibilità davanti a un crimine del genere? «Van de Velde ha scontato la sua pena — le parole di Michel Everaert, direttore generale della Nevobo, la Federazione olandese di pallavolo — Siamo stati in costante contatto con lui e nel frattempo si è pienamente reintegrato nella comunità pallavolistica. Sta dimostrando di essere un professionista e una persona esemplare. Non c'è stato motivo di dubitare di lui da quando è tornato a giocare».

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«ERO UN ADOLESCENTE INSICURO, NON PRONTO PER UNA VITA DA ATLETA»

Lo stesso Van de Velde si è espresso attraverso il comunicato della federazione, sottolineando di essere consapevole che «questo episodio nero» sarebbe riaffiorato nella sua vita e di essere grato per l'opportunità ricevuta: «Capisco che le Olimpiadi, l'evento sportivo più grande del mondo, possano attirare l'attenzione dei media internazionali. I miei genitori, gli amici, i conoscenti e i colleghi mi hanno riaccettato dopo l'errore più grande della mia ancora giovane vita. La federazione mi ha offerto un futuro con chiare condizioni e accordi». Quindi una riflessione sul Van de Velde di 10 anni fa: «Penso ancora all'adolescente che ero , insicuro, non pronto per una vita da atleta di punta e infelice dentro. Non sapevo chi ero e cosa volevo».

 

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«LO SPORT È UN PRIVILEGIO, NON UN DIRITTO»

Nonostante critiche e accuse, Van de Velde parteciperà alle Olimpiadi di Parigi.  Secondo il Comitato Olimpico olandese soddisfa infatti le condizioni alle quali un atleta può tornare alle competizioni dopo una condanna. […]

 

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Giunti ormai all'inizio delle competizioni, la bufera non accenna a placarsi, anzi. Il Cio sta riflettendo se aprire o meno un'indagine sulle modalità con cui Van de Velde è stato autorizzato a competere a Parigi.  Ciara Bergman, Ceo di Rape Crisis England & Wales, ha affermato che l'inclusione «irresponsabile» di Van de Velde ai Giochi ha creato un «enorme senso di impunità», aggiungendo: «Se puoi violentare una bambina e prendere parte alle Olimpiadi, nonostante tutti gli atleti abbiano firmato una dichiarazione in cui promettono di essere un modello, è semplicemente scioccante. Come siamo arrivati a un punto in cui lo stupro di una bambina è visto come meno importante della medaglia che qualcuno potrebbe vincere alle Olimpiadi».

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