1. LERNER SU GRILLO DEL COSTARICA: “A VOLTE ANCHE “IL FATTO” SA ESSERE INDULGENTE” 2. IL GIORNALISTA CHE DA ANNI SCROCCA LE VACANZE NELLA VILLA DI DE BENEDETTI, SI ECCITA COME DAVANTI A CARMEN LLERA: “SE FOSSERO SPUNTATE 13 SOCIETÀ DI UNO DEL PD O PDL, ‘IL FATTO’ AVREBBE CHIESTO CONTO. INVECE SI SCHIERA CON GRILLO E SE LA PRENDE CON CHI FA L’INCHIESTA. MA È MALAGUTTI, EX INVIATO DEL ‘’FATTO” 3. VAURO SVIGNETTA GRILLO: "E’ COME BERLUSCONI, PIUTTOSTO DI VOTARLO MI FAREI TAGLIARE LE PALLE"

Gad Lerner per "Vanity Fair"

Spostamenti progressivi del potere: mi ha fatto impressione constatare la premura con cui "Il Fatto" di Antonio Padellaro e Marco Travaglio ha liquidato come irrilevante la vicenda patrimoniale di Walter Vezzoli, factotum di Beppe Grillo. Niente di trascendentale, per carità.

"L'Espresso" ha segnalato la costituzione da parte di Vezzoli di 13 (tredici) società capitalizzate diecimila dollari ciascuna in Costa Rica, cointestate alla sua compagna Nadereh Tadjik che è poi la sorella della moglie di Grillo. Si trattava all'epoca di un paradiso fiscale, in una società era associato un italiano processato e assolto per traffico internazionale di droga, l'ecovillaggio progettato non vide mai la luce, nessuna connessione diretta con Grillo si è evidenziata...

Questi i dati di fatto, né più né meno come li ha pubblicati "L'Espresso". Interessante notare a firma di chi: l'inviato Vittorio Malagutti (con Andrea Palladino e Nello Trocchia), giornalista economico fra i migliori d'Italia, fino a pochi mesi fa tra le firme di punta de "Il Fatto".

Non v'è dubbio alcuno che se fossero spuntate 13 (tredici) società in Costa Rica a nome di un fedelissimo collaboratore di un leader del Pdl o del Pd, due corsari dalla schiena dritta come Padellaro e Travaglio gliene avrebbero chiesto conto in prima pagina, senza indulgenza. Tanto più quando l'inchiesta fosse certificata Malagutti, garanzia d'indipendenza e meticolosità. Strano ma vero, il titolone di prima de "il Fatto" quel giorno suonava assai diversamente: "Grillo sotto tiro: ‘Giornalisti pagati per sputtanarci'".

E a pagina 5 il quotidiano più giustizialista d'Italia realizzava uno scoop telecomandato, essendo l'unico cui lo stesso Vezzoli s'è concesso con una dichiarazione. Racconta di aver vissuto a lungo in Costa Rica con la sua Nadereh, anche se purtroppo non ha realizzato il villaggio per cui furono costituite le 13 (tredici) società da diecimila dollari cadauna.

Per la verità non spiega come mai esse risultino ancora attive, ma poco m'interessa. Mi accontento di constatare la facilità con cui può cambiare l'atteggiamento di un giornale senza padroni, nato per non guardare in faccia nessuno, quando si tratterebbe di riservare a Grillo la stessa raffica di interrogativi che certamente in analoga situazione avrebbe sparato su altri potenti.

Stavolta "Il Fatto" si accontenta di una risposta vaga e reticente. Il giornale più amato dai 5 Stelle, che ritrasmetteranno online come versione ufficiale quell'articolo indulgente, si guarda bene dal giocarsi la popolarità acquisita tra i nuovi vincenti. E pazienza se il povero Malagutti viene sommerso da centinaia di messaggi di insulti e minacce.

Mentre il sito di Grillo lascia intendere che "L'Espresso" ha agito sotto dettatura del suo proprietario, lui sì potente cattivo, l'Ingegnere. Ha fatto in fretta Vittorio Malagutti a trasformarsi da paladino del giornalismo d'inchiesta (quando lavorava con Travaglio) a pennivendolo di regime (come si permette "L'Espresso" di indagare sui più stretti collaboratori di Grillo?).

Probabilmente si tratta di una vicenda minore. Poco m'interessa dove Grillo ha investito i soldi della sua attività professionale: ciò non cambierà le sorti del suo MoVimento, afflitto da eccessi di devozione e obbedienza nei suoi confronti. Ma è lo slittamento progressivo del potere che va segnalato, comprese le autocensure opportunistiche degli intransigenti che ne beneficiano.

Avete notato la scarsa attitudine a sopportare critiche rivelata da Grillo, che pure è uomo proveniente dal mondo dello spettacolo? Il suo eloquio così simile a quello del Gabibbo sarebbe facilissimo da imitare e rendere in caricatura. Ma gli stessi comici che fino a ieri si divertivano a fargli il verso, ora preferiscono soprassedere. La faccenda si fa spessa.


2. VAURO: "GRILLO? COME BERLUSCONI, LUI E' UNTO DA CASALEGGIO" - "GRILLINI SONO UNA SETTA, QUANDO TOCCHI CAPO REAZIONE FANATICA" -
Da "La Zanzara - Radio 24"


"Cinque Stelle? E' come una setta perchè una qualsiasi critica arrivi al capo c'è una reazione fanatica, ed è incredibile perchè Grillo viene dal mondo della comicità. E' come se io mi offendessi se qualcuno mi prende per il culo". Lo dice Vauro Senesi, disegnatore del Fatto Quotidiano e Servizio Pubblico, a La Zanzara su Radio 24. "Piuttosto di votare Grillo - dice Vauro - mi farei tagliare le palle, tanto visto l'età che ho non ne faccio un grande uso. Non sopporto più i salvatori della patria, questi illuminati unti dal signore come Berlusconi, o da Casaleggio o da Gaia, come Grillo".

"Dice che vuole prendere il cento per cento - dice ancora Vauro - ovviamente meno uno che sarò io. E' una grande cazzata, una roba che fa cascare le palle. Quando i partiti non esistono più la storia ci ha insegnato qualcosa su chi ha voluto abolire i partiti. Questa roba del 100 per cento prima di essere una minaccia è una grande cazzata. Io rivendico il diritto alla cazzata, ma non mi candido a rappresentare tutto il Paese ma solo me stesso".

Poi Vauro attacca ancora il Movimento Cinque Stelle: "Grillo e Casaleggio sono due signori che pretendono obbedienza zelante di un movimento di cui sono proprietari. Unica cosa positiva è che ho visto una pletora di persone nuove e giovani, anche se ci sono tantissimi giovani coglioni. Sembrano votati all'obbedienza, non parlano con i giornalisti, parlano solo i capigruppo. Ma la disobbedienza è un valore, quando ci sono delle norme o regolamenti che non è giusto rispettare non si rispettano. Dai deputati sento dire solo queste sono le regole e noi rispettiamo le regole del movimento".

"Un'altra grande cazzata di Grillo - prosegue Vauro - è volersi fare intervistare solo dai giornalisti stranieri. Non ci vuole Grillo per scoprire il servilismo della carta stampata italiana, ma facendo così non si cambia nulla". "Io ho votato Ingroia - conclude Vauro - voto sempre per i perdenti. Molti invece sono saltati sul carro di Grillo, persino Lapo Elkann. Ma quando punti al cento per cento vuol dire che tu non hai un cazzo da dire. Gli interessi dei disoccupati non sono gli stessi dei padroni e dei manager della Fiat, e non credo siano conciliabili"

 

ANTONIO PADELLARO E MARCO TRAVAGLIO BEPPE GRILLO PRESENTA IN PIAZZA WALTER jpegWALTER VEZZOLI E BEPPE GRILLO DA LìESPRESSOBeppe Grillo COSTARICA la moglie di grillo in pelliccia vittorio malaguttiCarlo De Benedetti de benedetti e gad lerner villa delingegnere

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?