tosi e fidanzata

ACCUSI IL MIO VICE? E IO TI CANCELLO DAGLI APPALTI: LA VENDETTA DI FLAVIO TOSI – ALL’IMPRENDITORE CHE DENUNCIO’ L’EX ASSESSORE DEL COMUNE DI VERONA PER MAZZETTE AZZERATI TUTTI I LAVORI E LE AUTORIZZAZIONI EDILIZIE – DOMENICA SI VOTA, TOSI HA CANDIDATO LA FIDANZATA

 

Andrea Tornago per l’Espresso

 

tosi e giacinotosi e giacino

Fu il più grave scandalo a Verona dai tempi di Tangentopoli: il vicesindaco di Flavio Tosi con pieni poteri sull’urbanistica, Vito Giacino, arrestato nel 2014 insieme alla moglie per tangenti edilizie. Tre anni dopo, a pochi giorni dalle elezioni comunali, un aspetto inedito di quel caso giudiziario rischia di arroventare il clima politico in città.

 

Questa volta è direttamente Flavio Tosi a essere chiamato in causa: L’Espresso è in grado di rivelare che nel mezzo della bufera legale sul suo ex braccio destro, il sindaco si adoperava per bocciare una lottizzazione edilizia (già approvata dal consiglio comunale) dell’imprenditore Alessandro Leardini, che era diventato nel frattempo il grande accusatore proprio di Giacino.

 

giacino e mogliegiacino e moglie

Leardini infatti aveva confessato di aver dovuto pagare al vicesindaco tangenti mascherate da consulenze alla moglie. Ed è grazie alle sue dichiarazioni che Giacino e la consorte sono stati condannati in primo grado e in appello per concussione: ora si attende solo il verdetto finale della Cassazione.  L'ex vice del primo cittadino ed ex assessore all'edilizia Vito Giacino è finito in galera per "concussione continuata". E con lui la moglie, che mascherava le mazzette del marito con finte consulenze legali. Una storiaccia che sta incrinando la storia d'amore tra Tosi e la città.

 

A coinvolgere il sindaco nell’affare Giacino è il contenuto di due lettere interne inviate da Tosi e registrate al protocollo riservato dell’esecutivo comunale. «La giunta», scrive il sindaco il primo agosto 2014 agli uffici del coordinamento della pianificazione territoriale, «ha ravvisato l’opportunità di dar corso alla revoca degli atti» del progetto di lottizzazione previsto nel quartiere di Montorio, 37 mila metri quadri di edilizia privata e aree ricreative pubbliche. La convenzione con l’impresa di Leardini era già stata sottoscritta e il Comune si era pure assicurato una fideiussione di 1,5 milioni di euro.

giacinogiacino

 

Ma dopo la vicenda Giacino, ecco che il sindaco chiede agli uffici di «verificare la possibilità di procedere» alla bocciatura del piano: la cauzione versata da Leardini, sostiene Tosi, non sarebbe «sufficiente a finanziare l’opera pubblica» collegata alla lottizzazione. La tesi del sindaco viene però rigettata dal suo stesso assessore all’urbanistica Francesco Marchi (un tecnico nominato dopo l’inchiesta su Giacino) che sottolinea: «La motivazione indicata non appare sostenuta da elementi di fatto».

 

Dall’ufficio di Tosi il 7 novembre 2014 parte allora una seconda missiva: «Prendiamo atto di quanto illustrato», scrive Tosi, «conferendo al contempo incarico alla Segreteria Generale di verificare la regolarità dell’iter» del progetto affidato a Leardini. Lo stallo si risolve d’un tratto sei mesi dopo, in seguito a un rimpasto di giunta: viene cambiato proprio l’assessore Marchi che si era opposto a Tosi.

 

Alessandro LeardiniAlessandro Leardini

Il nuovo responsabile dell’urbanistica, Gian Arnaldo Caleffi, appena insediato chiede un parere sul caso Leardini a un avvocato privato, che sentenzia: «L’approvazione del piano di lottizzazione non è un atto dovuto, ma costituisce espressione di potere discrezionale ». Come dire: nell’edilizia sono i politici a decidere tutto. E così, pochi giorni dopo, la giunta Tosi revoca all’accusatore di Giacino il piano di Montorio. E il 6 ottobre 2016 a saltare è un altro piano urbanistico, quello di Quinzano, progettato sempre dalle imprese di Leardini e bocciato con lo stesso schema, grazie a una consulenza esterna.

 

l arena di verona 2 photo andrea arrigal arena di verona 2 photo andrea arriga

Raggiunto dall’Espresso, l’imprenditore Leardini si dice «sbalordito» e aggiunge: «È la prova di quello che ho sempre sostenuto: dopo la vicenda Giacino l’amministrazione Tosi mi ha dichiarato guerra usando tutto il suo potere per non farmi più lavorare».

 

Ma anche altri protagonisti di questa vicenda si sono ritrovati in pessime acque. Come il sostituto commissario Margherita Taufer, che ha condotto le indagini su Giacino: dopo la perquisizione a casa dell’ex vicesindaco, la poliziotta si è vista sommergere di provvedimenti disciplinari, tutti annullati dai giudici. Anche Michele Bertucco, il capogruppo dell’opposizione che con il suo esposto aveva innescato l’inchiesta sulle tangenti edilizie, in ottobre è stato sfiduciato dal Pd veronese per il suo contrasto troppo deciso all’ex leghista Tosi. Che ora, dopo due mandati, candida la sua fidanzata Patrizia Bisinella. E in caso di ballottaggio non si esclude un accordo tra tosiani e Pd.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…