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ISLAMOFOBIA, PORTACI VIA - ADDIO SOGNO AMERICANO: “CLOCK BOY”, IL RAGAZZO SCAMBIATO PER TERRORISTA PER UN PRESUNTO OROLOGIO BOMBA SALUTA E SE NE VA IN QATAR - OBAMA LO AVEVA INVITATO ALLA CASA BIANCA

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Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

C'era una volta il «sogno americano»: vieni negli Usa e, se lavori duro, se hai idee, diventerai ricco, o quantomeno benestante. Un sogno diventato realtà per decine di milioni di immigrati nell' arco di più di un secolo, ma che ha perso consistenza negli ultimi decenni di crisi e di immigrazione clandestina, con le reazioni ostili di una parte della popolazione sempre più estese anche da questa parte dell' Oceano.
 

Ma quella di Ahmed Mohammed, il celebre «clock boy» - arrestato un mese fa in Texas per aver portato a scuola un orologio «fai da te» scambiato per una bomba e poi rilasciato con tante scuse e gli incoraggiamenti di Obama - sembra addirittura la storia di un capovolgimento di quel sogno: l'«american dream» che diventa incubo.
 

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Il giovane genietto del Texas, corteggiatissimo e ricevuto anche alla Casa Bianca, il giorno dopo i festeggiamenti saluta e se ne va: ha solo 14 anni ma suo padre, un sudanese emigrato negli Usa negli anni Ottanta dopo essersi candidato senza successo alla presidenza del suo Paese, ha deciso per lui.
 

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Anziché nelle prestigiose università americane, Ahmed studierà in Qatar, ospite dell' emirato che gli ha offerto (a lui e a tutta la famiglia) una borsa di studio per frequentare il «Young Innovators Program» della Fondazione nazionale per l' Istruzione.
Un campanello d' allarme per l' America, pensano in molti.
 

Non tanto perché l' offerta accademica degli Stati del Golfo sia diventata addirittura migliore di quella Usa, ma perché un' ondata di «Islamofobia» rischia di tenere lontani dal Paese non solo soggetti davvero pericolosi, ma anche molti di quei talenti che gli Stati Uniti hanno sempre attirato e sui quali il Paese ha costruito la sua prosperità. Compresi i musulmani che negli Usa si sono integrati meglio che nei Paesi europei.
 

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La storia di Ahmed è nota: il 14 settembre il ragazzo si presenta a scuola, un liceo di Irving, vicino Dallas, in Texas, con un strano oggetto. È un orologio che lo studente ha costruito da solo, ma un professore sospetta che sia, in realtà, una bomba e chiama la polizia.
 

Il ragazzo finisce in manette e ci vuole un po', prima che l' equivoco si chiarisca. Abbastanza per trasformare un banale episodio di applicazione ottusa della «tolleranza zero» in un caso mondiale. Si muove anche Barack Obama che chiede scusa al ragazzo, lo invita a costruire altri congegni e lo invita alla Casa Bianca. Arrivano la solidarietà di Mark Zuckerberg di Facebook, di Sergey Brin di Google e di Hillary Clinton. Ma arrivano anche tante offerte di studio negli Usa e nel resto del mondo.
 

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Ahmed incontra i leader di Giordania, Turchia e Sudan, negli Stati Uniti per l' assemblea annuale Onu. Poi, proprio il giorno dopo l' incontro con Obama, la scelta del Qatar. Dove, assicura la sorella maggiore, Eyman, «troveremo una grande offerta educativa e condizioni di vita non diverse da quelle americane: un pezzo di Texas trapiantato nel mondo islamico».
 

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Ora è vero che diverse università Usa hanno costruito campus all' estero, anche nei Paesi del Golfo, Qatar compreso. Ma tanto entusiasmo e la determinazione del padre di Ahmed hanno fatto sorgere qualche sospetto, soprattutto da parte di alcuni conservatori che temono di essere caduti in una sorta di trappola mediatica.

 

L'orologio costruito dallo studente non aveva nulla di originale, aveva la forma di una bomba a orologeria da fumetto e, secondo alcuni, il ragazzo avrebbe (involontariamente?) alimentato i sospetti dando risposte vaghe.

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