1. FELTRI GODE: “COME LO VOGLIAMO CHIAMARE “METODO CEI”? DIO È UN GALANTUOMO!” 2. “NON È ASSOLUTAMENTE CHIARO IL MOTIVO DEL CALCIO NEL SEDERE A BOFFO, CACCIATO DALLA SERA ALLA MATTINA DALLA DIREZIONE DI TV2000, L’EMITENTE DEI VESCOVI” 3. “IN ATTESA CHE BERGOGLIO CI ILLUMINI DEL NUOVO MISTERO BOFFO, I GIORNALI CONTINUANO A TRAVISARE, PARLANO DI UNA “PRESUNTA CONDANNA PER MOLESTIE SESSUALI”. ORA SE C’È UNA COSA CERTA È APPUNTA LA CONDANNA. EVIDENTEMENTE, SUL “GIORNALE” DA ME DIRETTO, CI FU UN ERRORE ALLEGANDO UN DOCUMENTO CHE ERA ESTRANEO ALL’INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA. DEL RESTO NON SONO STATO CONDANNATO DA NESSUN TRIBUNALE MA SOLO SOSPESO PER TRE MESI DALL’ORDINE DEI GIORNALISTI”

1. DAGOREPORT: METODO CEI
Vittorio Feltri: "Come lo vogliamo chiamare, "Metodo Cei"? Dio è un galantuomo. Non è assolutamente chiaro il motivo del calcio nel sedere a Boffo, cacciato dalla sera alla mattina dalla direzione di Tv2000, l'emittente dei vescovi. In attesa che Bergoglio ci illumini, i giornali continuano a travisare, parlano di una "presunta condanna per molestie sessuali". Ora se c'è una cosa certa è appunta la condanna. Evidentemente sul "Giornale" ci fu un errore allegando un documento che era estraneo all'inchiesta della magistratura. Del resto non sono stato condannato da nessun tribunale ma solo sospeso per tre mesi dall'Ordine dei Giornalisti".

2. CHE BOFFO TI FO
Marco Ansaldo per La Repubblica

«Ma, ditemi - ha chiesto Dino Boffo ieri mattina ai due rappresentanti dell'editore che gli stavano comunicando il licenziamento da direttore di Tv2000 - è forse a causa delle chiacchiere malevoli sul mio conto di qualche anno fa?». «Assolutamente no - è stata la risposta - questo è un normale avvicendamento».

Dino Boffo, l'ex direttore di Avvenire che si dimise dopo accuse infamanti e mai provate sul Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi, per avere allora criticato sul suo quotidiano l'operato del presidente del Consiglio, da ieri non dirige più la tv della Cei, la Conferenza episcopale italiana.

Il giornalista è stato convocato alle 10,30 nelle stanze del presidente della Società Rete blu, Coccia, e del presidente del consiglio di amministrazione di Tv2000, Traverso, i quali, piuttosto imbarazzati, gli hanno comunicato la risoluzione del contratto. Gli hanno sottoposto il comunicato ufficiale da controfirmare, ma il direttore, in mancanza di una spiegazione plausibile del suo licenziamento, si è rifiutato di sottoscriverlo.

In serata Boffo appare tranquillo, anche se al mattino non nega di essere rimasto «sbigottito». «Non ho mai avuto sentore di un possibile licenziamento», spiega a Repubblica, nonostante qualche frizione interna alcuni mesi fa per possibili cambiamenti nella piattaforma delle tv cattoliche, dove emittenti come TelePace e TeleradioPadrePio avrebbero avuto un impianto concorrente rispetto a una realtà marcatamente giornalistica come quella di Tv2000. Boffo, poi, aveva però avuto un colloquio chiarificatore con il presidente della Cei, l'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, e il caso era rientrato.

Ma questa, adesso - fa capire - appare come «un'operazione clericale». Perché Tv2000 «dava fastidio ai preti». Che cosa è successo? Boffo di nomi non ne fa.
Ma alcuni attenti osservatori di cose di Chiesa rilevano che «un passo del genere non sarebbe avvenuto se non fosse stato nominato il nuovo segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino ».

Galantino, chiamato di recente dalla Calabria da papa Francesco al posto di monsignor Mariano Crociata, ha incontrato in poco tempo il pontefice per ben tre volte. L'ultima, pochi giorni fa. Jorge Mario Bergoglio, che non ha grande dimestichezza con i mezzi televisivi, ne ha affidato tutta la gestione per quanto riguarda la parte Cei allo stesso segretario generale.

Galantino, tuttavia, non ha mai convocato Boffo. E, a quanto sembra, pure i rapporti con monsignor Domenico Pompili, direttore dell'Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei e portavoce dell'organismo dei vescovi, non sono mai stati idilliaci.

Sulla scena, infine, è arrivato anche il nuovo direttore del Ctv, il Centro televisivo vaticano, monsignor Dario Edoardo Viganò, personalità prorompente.
Le dirette televisive sul Papa, dal Brasile o da Assisi, sono così diventate un terreno di scontro fra le diverse tv cattoliche. Crescenti i risultati del Ctv. Ma ottimi pure quelli di Tv2000, diventata una sorta di Tele-Papa, con lunghe dirette e approfondimenti che hanno valso all'emittente della Cei termini di ascolti e posizioni Auditel mai prima ottenuti.

Gelido, a leggerlo, il comunicato dell'editore. «Il presidente della Società Rete Blu spa ha comunicato al direttore Dino Boffo l'avvenuta risoluzione del suo rapporto di lavoro. L'avvicendamento di un direttore è un fatto fisiologico all'interno di qualsiasi realtà oggi, tanto più in una fase di repentini cambiamenti nella società e nella stessa Chiesa». Eppure, secondo quanto spiegato ai redattori della testata televisiva
- i quali hanno preso atto «con sorpresa» del licenziamento - «sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia con l'editore».

Dino Boffo, 61 anni, veneto, era direttore dell'emittente dall'ottobre 2010. Una nomina apparsa come una sorta di riscatto per l'ex direttore di Avvenire, costretto a dimettersi l'anno prima dopo la pubblicazione sul Giornale di documenti riguardanti una sua presunta condanna per molestie, carte a proposito delle quali il direttore del quotidiano, Vittorio Feltri, aveva successivamente ritrattato la veridicità della ricostruzione. Proprio il trattamento a cui era stato sottoposto il direttore di Avvenire, uomo storicamente legato al presidente della Cei, Camillo Ruini, prese allora il nome di "metodo Boffo".

 

feltri bofforetroscena boffoDINO BOFFO NUNZIO GALANTINO E BAGNASCO don nunzio boffo- fotocopia del certificato del casellario giudiziale di Dino Boffo, il foglio cool _Riscontro a richiesta informativa di Sua EccellenzaDINO BOFFO informativa boffoDino Boffo e il Papa Ratzinger

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...