UN TITO NELL’OCCHIO – ALL’INPS SI RESPIRA UN CLIMA DA FINE IMPERO: IL PRESIDENTE BOERI SI STA PREOCCUPANDO DI RIEMPIRE TUTTE LE POSIZIONI ORGANIZZATIVE CHE PUÒ E INDICE CONCORSI A PIOGGIA. SOLO CHE POI SCEGLIE DIRETTAMENTE CHI VUOLE LUI – IL CASO DEL “COORDINATORE GENERALE STATISTICO ATTUARIALE” GIANFRANCO SANTORO, CHE GUIDERÀ LA STRUTTURA CHE FIRMA LE RELAZIONI TECNICHE (RICORDATE LA STIMA DEI LICENZIATI DOPO IL DECRETO DIGNITÀ?)
Giacomo Amadori per “la Verità”
Boeri ha voluto scegliere personalmente il «coordinatore generale statistico attuariale» dell' Inps, ovvero il capo della tecnostruttura che sottoscrive le relazioni tecniche a base di dati per i dicasteri dell' Economia e delle finanze e del Lavoro (guidato da Luigi Di Maio), numeri che possono essere condizionati e orientati politicamente.
La decisione è stata presa dopo che una commissione esterna designata personalmente da Boeri aveva proposto per il ruolo una rosa di altri tre esperti dell' Inps. Alla fine il prescelto è stato Gianfranco Santoro, ex coordinatore centrale della stessa direzione e già collaboratore, su indicazione dell' istituto, dello staff di Tommaso Nannicini, ex toscanissimo sottosegretario dell' allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, con delega al coordinamento delle politiche pubbliche in ambito economico, sociale e di ricerca scientifica.
BOERI BY CARLI - STRATEGIA DELLA PENSIONE
L' ufficio statistico dell' Inps è lo stesso che, a luglio, ha scatenato le polemiche sul decreto Dignità sfornando la stima di 8.000 contratti di lavoro (su 80.000) che non verrebbero stabilizzati con l' entrata in vigore della riforma di Di Maio.
Numeri che hanno mandato in tilt il governo per alcune ore e in sollucchero l' ex premier Matteo Renzi, che si è scatenato sui social. Quasi in contemporanea Boeri ha indetto, a pochi mesi dalla scadenza del suo incarico (prevista per febbraio), diversi concorsi interni per cambiare o rilegittimare i vertici dei vari coordinamenti professionali. Per esempio ha cambiato tutti i responsabili dell' avvocatura centrale dell' Inps scatenando non pochi malumori.
Il sindacato di dirigenti e quadri ha descritto il clima da fine impero con poche e dirette parole: «Assistiamo in questi ultimi giorni dell' anno, che coincidono con la dipartita dell' attuale presidenza, alle incongruenze più incredibili.
Come tutti coloro che stanno per lasciare gli incarichi, anche l' attuale presidenza si sta preoccupando "di sistemare" tutto quello che può in tempo utile. E allora: corsa alla copertura di tutte le posizioni organizzative libere, corsa alla rotazione di tutti gli incarichi professionali, corsa all' attribuzione del secondo livello differenziato per i professionisti. La parola d' ordine è: facciamo tutto subito entro il 31 dicembre 2018».
Alcune rotazioni potrebbero essere propedeutiche alla sistemazione di posizioni chiave. Come quella di Luciano Busacca, il direttore della segreteria di Boeri. Promosso a dirigente di prima fascia due anni fa, non è ancora di ruolo (ci vogliono 5 anni per diventarlo e lui ha un contratto di quattro) e, in caso di spoils system, rischia la retrocessione.
Per questo sembra che Boeri voglia assegnargli un altro incarico per allungargli il contratto. Pare che il presidente abbia pure in animo di mettere un suo uomo alle pensioni per contrastare le politiche governative.
Come detto, tra i posti al centro dei concorsi interni c' era anche quello di coordinatore generale statistico, il capo dell' ufficio che prepara e interpreta (su indirizzo dei vertici) i numeri destinati al governo. Con una determinazione presidenziale, la 94 del 19 luglio 2018, Boeri ha nominato tre professori esterni (innovando una prassi consolidata che vuole che tali commissioni siano composte da specialisti interni), Massimo De Felice, Anna Attias e Giuseppina Guagnano, per valutare i curriculum di tutti i dipendenti Inps e individuare chi avesse i giusti titoli.
Alla fine i selezionatori hanno indicato una rosa di tre nomi: l' ex coordinatrice generale Cinzia Ferrara e due funzionari attuariali (i professionisti incaricati di elaborare i dati), Stefano Leone e Gabriella Cinardi, ex coordinatrice Inpdap. A loro, Boeri ha preferito l' ex collaboratore del governo Renzi e gli ha conferito il nuovo incarico con la determinazione presidenziale numero 116 dell' 11 settembre scorso.
Online si possono ancora apprezzare le slide di Santoro sul Jobs act e la (minore) disoccupazione, schede dense di messaggi positivi. Non stupisce che il 2 marzo scorso Santoro abbia condiviso un post su Facebook in cui Nannicini invitava a recarsi alle urne «l' Italia che ha voglio di futuro», quella che «guarda all' esperienza dei governi Renzi e Gentiloni non per nostalgia, ma perché finalmente, dopo 20 anni di immobilismo, la politica ha dato prova di poter fare davvero le riforme di cui prima si parlava solo in pomposi convegni». La stessa che oggi dà i numeri al governo e che lo boccia inesorabilmente.
Ma perché Boeri non ha tenuto conto della valutazione dei professori che aveva incaricato? Al momento non sembra siano state fornite spiegazioni convincenti. Il collegio dei sindaci dell' Inps ha lamentato la scarsa trasparenza dell' operazione e ha fatto richiesta formale della documentazione che non è ancora stata trasmessa agli organi di controllo. Dentro all' istituto c' è chi parla apertamente di forzatura. Ma non sarebbe una sorpresa.
Infatti Boeri è già stato denunciato alla Procura di Roma per un altro concorso interno, di cui non aveva accolto l' esito. Nel 2015 indisse un bando per il suo addetto stampa. Boeri avrebbe potuto sceglierlo con chiamata diretta a patto che fosse laureato e iscritto all' albo, ma preferì affidarsi a una selezione. Chiese all' ordine dei giornalisti di inviare tre qualificati cronisti per costituire la commissione e alla gara parteciparono 125 professionisti.
Dopo aver svolto due prove scritte, quattro candidati ebbero accesso all' orale. Alla fine del tour de force venne selezionato, con tanto di verbale di proclamazione del vincitore, Vittorio Riccioni della Adnkronos, già addetto stampa dell' agenzia delle Entrate con il direttore Massimo Romano. Ma siccome, probabilmente, Riccioni non era la figura ideale immaginata da Boeri, il presidente mandò tutto a monte.
Motivo per cui è stato denunciato dall' ex capo del personale dell' Inps Sergio Saltalamacchia, successivamente trasferito in Sicilia. Contattato dalla Verità Saltalamacchia ha spiegato di non poter rispondere alle nostre domande per non violare il segreto istruttorio. Resta il fatto che a Boeri piace dare i numeri e anche comunicarli. Ma a modo suo.