renzi bersani boschi

ARMAGEDDON DEM - LA MINORANZA PD PROVOCA RENZI: COMITATI PER IL NO ANCHE NEL PD - I SINISTRATI VOGLIONO COGLIERE L'OCCASIONE DEL REFERENDUM PER “DARE LA SPALLATA” AL PREMIER - IL DUCETTO MATTEUCCIO SI AFFACCIA DAL BALCONE DI PIAZZA VENEZIA E TUONA: “VEDREMO CON CHI STA IL POPOLO”

roberto speranzaroberto speranza

Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”

 

La minoranza dem ha già in mente come muoversi rispetto a quella che, per Matteo Renzi, è la madre di tutte le battaglie, cioè il referendum costituzionale. Aspetteranno le elezioni amministrative per dirlo, non volendo compromettere partite già molto difficili. Ma la strategia è decisa. Primo: con buona pace del premier, che ha invitato tutto il partito a una «mobilitazione straordinaria», con tanto di banchetti in spiaggia, non intendono aderire ad alcun comitato per il sì. Non a questi, che a loro dire altro non sono se non embrioni del partito della Nazione.

 

Secondo (ed è la richiesta più esplosiva): chiederanno a Renzi che «nel Pd possano nascere anche comitati per il no», che la posizione del no alla riforma Renzi-Boschi possa avere spazio anche nel partito. «Sarebbe un segno di autorevolezza», spiega a Libero un importante esponente della minoranza. «Ci possono essere elettori che votano Pd, ma vogliono votare no al referendum costituzionale: sarebbe auspicabile che Renzi lo accettasse».

RENZI BOSCHIRENZI BOSCHI

 

A promuovere questi comitati dem per il no potrebbero non essere direttamente parlamentari della minoranza, anche perché nella stragrande maggioranza hanno votato a favore nelle varie letture parlamentari. Ma, dall' esterno, sosterranno chi voglia promuoverli. Se i big si asterranno (Bersani, Speranza), c' è qualche parlamentare che ha votato no in Parlamento e potrebbe impegnarsi direttamente.

 

Continua la nostra fonte: «Se ci sono iscritti del Pd o aree diffuse del Pd che sono orientati per il no, perché dobbiamo cacciarli o alzare dei muri? Lasciare che pezzi dei nostri possano fare campagna per il no significa mantenerci in rapporto con con iscritti, eletti». È lo stesso argomento usato nel referendum sulle trivelle, dove, infatti, un pezzo del Pd, a cominciare dal governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha fatto campagna contro la posizione decisa dal segretario.
 

Il ministro Maria Elena Boschi e il presidente del Consiglio Matteo RenziIl ministro Maria Elena Boschi e il presidente del Consiglio Matteo Renzi

Quanto alla minaccia, riportata da Libero, per cui chi fa campagna per il no, non sarà messo in lista alle prossime elezioni politiche, si replica sarcasticamente: «È un argomento molto utile».
 

Sul referendum no-triv Renzi, pur con fastidio, ha accettato il fuoco amico. Ma stavolta le cose sono diverse. «Intanto non possiamo presentarci come un partito che dice sì, ma anche no alla riforma della Costituzione. Sarebbe schizofrenico», spiegano i fedelissimi del premier. Ma la differenza più importante è un' altra: «A questo referendum è legata la sopravvivenza del governo». Come si può, quindi, accettare che parte del Pd faccia campagna contro il proprio governo?

 

La verità, si dice tra i renziani, è che la minoranza vuole cogliere l' occasione del referendum per «dare la spallata» a Renzi.
«Non aspettano altro».
Se la consultazione si è caricata di un valore che va oltre il merito, si obietta nella minoranza, è per scelta di Renzi.
«Stiamo ereditando dal ventennio berlusconiano la contrapposizione berlusconiani/anti-berlusconiani, trasformandola in renziani e anti-renziani. Con il risultato di dividere il Paese».
 

RENZI MANGIA CON BERSANIRENZI MANGIA CON BERSANI

Comitati a parte, la minoranza non dà per scontato nemmeno di votare a favore della riforma. Il loro "sì", spiegano, è legato a tre condizioni. Primo: approvare una legge che stabilisca come eleggere i futuri senatori. Secondo: modificare l' Italicum, trasformando il premio di lista in premio di coalizione (e si fa notare che Bersani, Letta ed Epifani hanno votato no all' Italicum, nonostante fosse un voto di fiducia). Terzo: non trasformare il referendum in un plebiscito.

 

GIACOMO PORTASGIACOMO PORTAS

Del resto, a chiedere che non si parli di referendum fino alle Amministrative non è solo la minoranza. Piero Fassino ha fatto sapere di essere preoccupato dalla scelta di partire subito con la campagna referendaria.
 

Spiega a Libero Giacomo Portas, fondatore dei Moderati che a Torino hanno ottenuto percentuali a due cifre e ora sostengono il sindaco dem: «Tanta gente vota Fassino, ma la pensa diversamente sul referendum. È assurdo parlarne ora, quando dovremmo pensare a vincere il Comune».
 

Tutti nodi che verranno al pettine molto presto. Renzi ha convocato per martedì una riunione dei parlamentari. Obiettivo, «stringere i bulloni» in vista della campagna referendaria.
 

Ieri, nella sua e-news, si è appellato al popolo: «Alla fine vedremo chi sta con il popolo e chi nuota nell' acquario della politica politicante, fatta di talk, tv e autoreferenzialità». La gente, è convinto, sta con lui. «La sovranità appartiene al popolo. Il referendum ci dirà se la gente vuole cambiare davvero o si accontenta di un sistema istituzionale bloccato di questi anni».

 

RENZI  dalemaRENZI dalema

Ultimi Dagoreport

elon musk steve bannon village people donald trump

KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP COI VILLAGE PEOPLE: FARSA O TRAGEDIA? - VINCENZO SUSCA: ‘’LA CIFRA ESTETICA DELLA TECNOCRAZIA È IL KITSCH PIÙ SFOLGORANTE, LOGORO E OSCENO, IN QUANTO SPETTACOLARIZZAZIONE BECERA E GIOCOSA DEL MALE IN POLITICA - MAI COME OGGI, LA STORIA SI FONDA SULL’IMMAGINARIO. POCO IMPORTANO I PROGRAMMI POLITICI, I CALCOLI ECONOMICI, LE QUESTIONI MORALI. CIÒ CHE IMPORTA E PORTA VOTI, PER L’ELETTORE DELUSO DALLA DEMOCRAZIA, TRASCURATO DALL’INTELLIGHÈNZIA, GETTATO NELLE BRACCIA DI TIK TOK, X, FOX NEWS, È EVOCARE NEL MODO PIÙ BRUTALE POSSIBILE LA MORTE DEL SISTEMA CHE L'HA INGANNATO”

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CHI HA CAPITO L’ARIA NUOVA CHE TIRA, E' QUEL “GENIO” DI FAZZOLARI: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO,  QUINDI PERICOLOSO, DI SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA FDI, C’È MARETTA. IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI EDMONDO CIRIELLI HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?