autostrade roberto tomasi paola de micheli giuseppe conte ponte morandi

“ERA LECITO ESTROMETTERE AUTOSTRADE” – LA CORTE COSTITUZIONALE DÀ UNA MANO AL GOVERNO E CONFERMA LA LEGITTIMITÀ DELL’ESCLUSIONE DELLA SOCIETÀ DEI BENETTON DALLA RICOSTRUZIONE DEL PONTE MORANDI PERCHÉ DECISA IN UNA SITUAZIONE DI “ECCEZIONALE GRAVITÀ” – CONTE, CHE HA FATTO PASSARE DUE ANNI SENZA PRENDERE UNA DECISIONE, ORA DÀ L'ULTIMATUM: "O ARRIVA UNA PROPOSTA DA ASPI O PROCEDIAMO ALLA REVOCA"


Autostrade, Conte: Proposta da parte di Aspi o pronti a revoca

(LaPresse) - La vicenda Autostrade "si trascina da troppo tempo. Ma la procedura di revoca è stata avviata e ci sono tutti i presupposti per realizzarla, perché gli inadempimenti sono oggettivi, molteplici e conclamati. Quindi o arriva una proposta della controparte che è particolarmente vantaggiosa per lo Stato oppure procediamo alla revoca, pur consapevoli che comporta insidie giuridiche". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a La Stampa. Quando? "Entro questo fine settimana", ha risposto il premier.

 

1 – La Consulta: lecito estromettere Aspi dalla ricostruzione a Genova

CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA

Giovanni Negri per “il Sole 24 Ore”

 

In una giornata caratterizzata dalle polemiche per l' affidamento ad Autostrade della gestione del nuovo Ponte di Genova, almeno fino alla revoca della concessione, arriva a sera il comunicato della Corte costituzionale che considera legittima l' esclusione della società da tutta l' opera di costruzione. Una decisione che complica certo il percorso per chi, all' interno della maggioranza, punta ancora a un accordo con Aspi.

 

PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE

Le motivazioni saranno depositate solo tra qualche tempo, ma intanto la Consulta fa sapere che la decisione del Governo di non affidare ad Aspi la ricostruzione del Ponte Morandi si giustifica per l' eccezionale gravità della situazione, tale da spingere l' Esecutivo, in via precauzionale, a non coinvolgere nei lavori proprio la società che era incaricata della manutenzione del Ponte stesso.

 

Ne trae soddisfazione il premier Giuseppe Conte che, dalla Spagna, fa sapere come la sentenza della Consulta «ci conforta sulla piena legittimità della soluzione normativa che a suo tempo venne elaborata dal Governo». Gli fa eco il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per il quale «la Consulta ci ha dato ragione, non era illegittimo estromettere i Benetton dalla ricostruzione del Ponte di Genova. Adesso pensiamo a fare giustizia per le famiglie delle 43 vittime».

LUIGI DI MAIO ATLANTIA

 

Ieri sul tavolo della Corte erano approdate le questioni sollevate dal Tar della Liguria su numerose disposizioni del decreto legge n. 109 del 2018 (Decreto Genova) emanato dopo il crollo del Ponte Morandi. Il decreto ha affidato a un commissario straordinario le attività di demolizione integrale e ricostruzione del Ponte, oltre all' espropriazione delle aree interessate.

 

Inoltre, al commissario è stato affidato il compito di individuare le imprese affidatarie, impedendogli di rivolgersi alla concessionaria Aspi e alle società da lei controllate o a lei collegate. Infine, il decreto impugnato ha obbligato Aspi a sostenere tutti i costi relativi, sia sul fronte della ricostruzione sia su quello degli espropri.

 

giuseppe conte paola de micheli

La Corte ha giudicato infondate le questioni sollevate sull' esclusione di Autostrade dalla procedura negoziata per la selezione delle imprese cui affidare l' operazione di ricostruzione e inammissibili quelle sull' obbligo di farsi carico di tutte le spese.

 

Di diverso avviso era stato il Tar che, con una raffica di ordinanze, aveva messo nel mirino una serie di elementi del Decreto Genova. In particolare, a venire contestata era stata la tenuta giuridica delle ragioni alla base dell' esclusione di Aspi, il decreto infatti metteva in evidenza come non si poteva escludere una forma di responsabilità della società concessionaria nel disastro del 14 agosto del 2018 e andasse di conseguenza evitato «un ulteriore indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali».

nuovo ponte genova 2

 

Ragioni che al Tar erano sembrate in conflitto con il parametro di ragionevolezza cristallizzato nell' articolo 3 della Costituzione: «Infatti, l' enunciata impossibilità di escludere che all' origine dell' evento si collochi un grave inadempimento della concessionaria autostradale non equivale ad affermare che la stessa sia responsabile in relazione al mancato assolvimento degli obblighi di manutenzione idonei, in ipotesi, ad evitare il crollo dell' infrastruttura».

nuovo ponte genova 1

 

L' esclusione in altre parole sarebbe stata fondata non tanto sull' accertata responsabilità per il crollo del viadotto del Polcevera, ma su una semplice ipotesi, fondata sulla «non certa irresponsabilità» della società.

 

crollo ponte morandi genova foto lapresse

Tanto più grave la scelta poi, sostenevano le ordinanze di rinvio, a tenere conto che il Governo ha imposto alla concessionaria di finanziare l' intervento di ripristino, senza predeterminare alcun parametro quantitativo al riguardo e senza prevedere la restituzione delle somme versate, nel caso la responsabilità per il crollo del ponte dovesse essere esclusa.

 

2 – «Una giusta precauzione»

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

L' estromissione di Autostrade per l' Italia dalla demolizione dei resti e dalla ricostruzione del ponte Morandi è legittima perché decisa in una situazione di «eccezionale gravità».

luciana lamorgese paola de micheli giuseppe conte luigi di maio

Il governo che varò il «Decreto Genova» il 28 settembre 2018, a un mese e mezzo dalla tragedia, e il Parlamento che lo convertì in legge il successivo 16 novembre, scelsero «in via precauzionale di non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del ponte stesso»; e questo secondo la Corte costituzionale rende valida quella decisione.

 

Il verdetto è arrivato ieri sera dopo un' intera giornata di discussione; prima nell' aula del quinto piano del palazzo della Consulta attrezzata per le udienze «in presenza», con tutte le garanzie dettate dall' emergenza Covid, e poi in una camera di consiglio durata meno di due ore. In sostanza i giudici costituzionali hanno ritenuto che il legislatore, nell' immediatezza, si sia mosso come in autotutela escludendo chi, in quanto «manutentore» della struttura, poteva avere responsabilità nel suo cedimento.

 

luigi di maio alla commemorazione del crollo del ponte morandi 1

Senza violare i principi di ragionevolezza, né le garanzie sul «giusto processo» e a difesa della libertà imprenditoriale e di concorrenza. In attesa della sentenza che sarà depositata nelle prossime settimane, il comunicato emesso dalla Corte lascia intendere che hanno fatto breccia le ragioni esposte dall' Avvocatura dello Stato a difesa della legge, contro le eccezioni di incostituzionalità sollevate dal Tribunale amministrativo regionale della Liguria al quale si era rivolta proprio Aspi, la concessionaria Autostrade per l' Italia.

 

crollo ponte morandi genova foto lapresse 3

Tutto lecito perché «il principio della responsabilità oggettiva esiste», aveva spiegato l' avvocato Vincenzo Nunziata per conto del governo: «La presunzione della colpa in capo al custode di un bene in assenza di cause di forza maggiore è prevista dal codice civile», e nel caso del ponte Morandi il «custode» era proprio Aspi, l' ente societario con il quale il 14 agosto 2018 s' è rotto il rapporto fiduciario.

 

Perché secondo il legale del governo, la tragedia di due anni fa non ha colpito solo le persone e le famiglie convolte, bensì lo Stato in quanto tale; è stata compromessa la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni rivelatesi incapaci di garantire la sicurezza della circolazione. Di qui la decisione di tagliare fuori Aspi dalla ricostruzione, in base a norme eccezionali varate per fare presto. Assicurandosi però di fare bene.

LUIGI DI MAIO SCAMBIA IL PONTE DI RIPAFRATTA A PISA CON IL VIADOTTO MORANDI

Anche questo aspetto contestavano gli avvocati di Autostrade e quelli della società Pavimental, ammessa a presentare un' offerta ma senza possibilità di aggiudicarsi l' appalto perché controllata proprio da Aspi (in parte direttamente, e per il resto attraverso Atlantia): l' ente concessionario, in quanto tale, avrebbe potuto fare meglio di altri il lavoro. «Non a caso il collaudo e la gestione della nuova struttura sono stati affidati ad Aspi», ha spiegato l' avvocata Luisa Torchia.

 

Ma a parte ciò, gli «sconfitti» lamentavano molte violazioni nell' esclusione dalla trattativa privata (con l' obbligo, però, di risarcire gli espropriati e pagare le spese della nuova opera). «In nome dello stato d' emergenza non si può azzerare lo Stato di diritto», aveva ammonito il professor Massimo Luciani. E negli atti del collegio difensivo c' erano toni molto duri sui presunti diritti conculcati dal Decreto Genova: «Norme con intento punitivo», dettate da «retorica politica e ad uso mediatico»; in sintesi: «Un monumento all' inciviltà giuridica».

GIUSEPPE CONTE ALL INAUGURAZIONE DEL PONTE DI GENOVA

 

I legali di Aspi, come il Tar della Liguria, lamentavano un' anticipazione del giudizio sulle cause e le responsabilità del crollo: «Il legislatore s' è sostituto al giudice, imponendo norme afflittive sulla base di una presunzione di colpevolezza e spazzando via tutte le garanzie». Un giudizio sommario e anticipato, senza contraddittorio e senza garanzie. Ma, ha replicato l' Avvocatura dello Stato, Aspi non era un passante capitato per caso sul ponte. Il fatto che avesse degli obblighi, che sia indagata nell' inchiesta penale e «non possa nemmeno avvicinarsi» ai resti del ponte sequestrati dalla magistratura, ha inciso sull' estromissione.

crollo ponte morandi genova foto lapresse 2

 

Al pari della situazione di emergenza creatasi con il crollo. Il momento di «eccezionale gravità» in cui la politica ha fatto le proprie scelte si è rivelato determinante: sia su quelle decisioni sia sulla loro legittimità costituzionale certificata ora dalla Corte.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…