AUX ARMES, CITOYENS! LA FRANCIA VARA UN PIANO ANTI-TERORRISMO DA 736 MILIONI IN TRE ANNI CHE PREVEDE PIÙ ARMI, NUOVE ASSUNZIONI, CONTROLLI SUI VOLI E SU INTERNET - PARIGI DEVE MONITORARE 2500 INDIVIDUI SOSPETTI

Marco Zatterin per “la Stampa”

 

HOLLANE VERSO SOLDATOHOLLANE VERSO SOLDATO

Rafforzamento dell’intelligence, caschi e giubbotti alla Polizia, 2680 assunzioni per il ministero degli Interni, e un’azione «culturale» che comprende la formazione di 60 nuovi Imam. Dopo il Belgio, e in attesa che il condominio Ue definisca la sua strategia a metà febbraio, anche la Francia vara un piano antiterrorismo da 736 milioni in tre anni per mostrare la «determinazione implacabile» nel combattere i criminali della «Jihadosfera». Il premier Manuel Valls rifiuta l’eccessiva furia delle destre, promette «pragmatismo e decisione», anche se - fanno notare i giornali di qualità - gran parte dei provvedimenti non costituisce una novità assoluta.
 

CORRERE AI RIPARI
L’importante è comunque correre ai ripari. Le fonti europee stimano l’esistenza «sino a 5000» di europei che hanno scelto di combattere per la causa della Jihad. Valls dice che i francesi in Siria sono 1300, mentre altri 500 risultano essere nella regione mediorientale e un migliaio sarebbero sparsi in giro per le zone più calde dell’emisfero.

hollande con i soldati francesi hollande con i soldati francesi

 

È un’armata che cresce rapidamente, cosicché Parigi deve monitorare qualcosa come 2500 individui pericolosi e con un regolare titolo di viaggio della République. Prime mosse: introduzione del registro dei nomi dei passeggeri (Pnr) da settembre; centralina di dati cruciali per gli inquirenti; approfondimento dell’analisi del traffico delle comunicazioni su Internet (e nelle prigioni).
 

L’Europa non vuol essere da meno. Commissione e Consiglio (cioè gli Stati membri) spingono perché il Parlamento Ue approvi il Pnr continentale, fermo da due anni perché liberali e sinistra temono eccessive ripercussioni sulla privacy dei cittadini. Dovrebbe accadere in fretta, magari già nella plenaria di febbraio. Le capitali intendono offrire garanzie ai cittadini. Il vertice del 12 febbraio promette molte cose che andranno verificate. 
 

IL PREMIER FRANCESE MANUEL VALLS A SAN PIETROIL PREMIER FRANCESE MANUEL VALLS A SAN PIETRO

SORVEGLIARE INTERNET
Gira un piano di idee messe in nero su bianco dal belga Gilles de Kerchove, coordinatore europeo dell’antiterrorismo. Posto che la materia della sicurezza è tutta di competenza dei governo nazionali, il documento suggerisce di ampliare lo spettro dei controlli su Internet. In particolare, un’idea è quella di utilizzare Europol come sceriffo dell’antiterrorismo sulla grande rete. «Occorre personale che parli arabo come l’urdu, funzionari che conoscano il fondamentalismo e i segrete del web - dice una fonte "senior" -. Non funziona se ognuno fa per contro proprio». 
 

Per questo si punta su Europol che oggi ha sì un programma di monitoraggio del web, ma per mancanza di mezzi e teste non si occupa dei social network. La stessa agenzia potrebbe occuparsi della decrittazione del traffico online, questione talmente complessa da sfuggire anche a chi i codici li ha creati. Il coordinamento delle informazioni fra i servizi è l’obiettivo finale. Soprattutto per una adeguata gestione di Schengen. 

 

La conferenza stampa EuropolLa conferenza stampa Europol

FRONTIERE ITALIANE BLINDATE
Ieri si è mossa anche l’Italia. Una circolare della Direzione della polizia dell'immigrazione afferma che le «accresciute esigenze di sicurezza», impongono di «potenziare e ottimizzare» le procedure di controllo adottate alle nostre frontiere, in entrata e in uscita. Si chiede inoltre «un sistematico accesso alle banche dati», al sistema Schengen (Sis II) e al sistema Informazione visti (Vis), nonché il «potenziamento» dell’utilizzo dell’acquisizione anticipata delle liste passeggeri provenienti da aree a rischio». E’ la prima stretta. Altre ne verranno.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…