AVANTI I SUGHERI! – VITTORIO FELTRI INCARTA CON GRAZIA MARIOPIO CALABRESI: “È UN GALLEGGIATORE PERFETTO E COLORERÀ REPUBBLICA DI ROSA RENZI” – “LUI È L’ORFANO D’ITALIA, CHE FIN DA RAGAZZO RIUSCÌ A LAVORARE NEL GIORNALE CHE SI SCHIERÒ CONTRO SUO PADRE”
Nanni Delbecchi per il “Fatto Quotidiano”
vittorio feltri e melania rizzoli
Mario Calabresi a Repubblica è perfetto". Non ha dubbi, Vittorio Feltri. "È l'orfano d' Italia che fin da ragazzo riuscì a lavorare nel giornale che si era schierato senza riserve e senza remore contro il padre. Quanto a capacità di galleggiamento, in confronto a lui un sughero diventa un sasso".
Adriano Sofri ha annunciato che chiuderà la sua collaborazione con Repubblica.
Una scelta che riflette il suo imbarazzo. Non si può lavorare nel giornale diretto dal figlio di qualcuno della cui uccisione sei stato ritenuto responsabile morale. Avrei fatto la stessa cosa. Adesso mi aspetto che Sofri cominci a scrivere per il Corriere.
Che opinione ha del Calabresi direttore?
Mah, La Stampa mi sembra un giornale leggibile, digntoso. Oltre tutto ci lavora mio figlio e non vorrei incappare in un conflitto di interessi.
Come si immagina questa terza Repubblica?
Credo che Calabresi cercherà di toccare molto poco per i primi tempi, poi di sicuro metterà del suo, qualche tocco di buonismo, di ottimismo. Parliamo di un buon interprete del politicamente corretto, bravissimo nel prevedere tutto ciò che è prevedibile.
E quanto a linea politica?
È probabile che Repubblica tenderà a perdere gradualmente la sua coloratura storica, passando dal rosso mattone al rosa Renzi. Di sicuro si stempererà l' antirenzismo, che peraltro anche sotto la direzione Mauro è sempre stato piuttosto episodico, mai perfido. Se a La Stampa arriverà Aldo Cazzullo, Renzi il vero affare lo farà lì.
Dunque l'ingegner Debenedetti ha scelto bene.
Quando si sceglie un direttore è impossibile sapere se e quanto funzionerà. Bisogna basarsi su giudizi preventivi e in questo senso è stata fatta la scelta migliore, anche se sono certo che la più gloriosa stagione della Repubblica sia destinata a chiudersi.
Che giudizio dà dei predecessori di Calabresi?
Negare la bravura di Scalfari sarebbe da pazzi. Però ebbe anche qualche colpo di fortuna, a cominciare dalle disavventure del Corriere seguite allo scandalo della P2. Arrivarono firme come Biagi e Ronchey e quel Le Monde italiano a cui quando nacque non avrei dato una lira per quanto era noioso, svoltò. Orientato a sinistra in modo smaccato, in modo da intercettare l' onda lunga del Sessantotto, ma anche un giornale non paludato, seducente, radicale e chic. Avere la Repubblica in tasca diventò il massimo della moda.
Poi dalla Repubblica libertina di Scalfari si è passati alla Repubblica caserma di Ezio Mauro.
LUCA DI MONTEZEMOLO MARIO CALABRESI E DAVID THORNE ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO ANSA napolitano mario calabresi elkann
Grande lavoratore e ottimo direttore anche lui. Ma un piemontese, un ufficiale di cavalleria che ha imposto una disciplina modello. Una cifra diversa pur mantenendo la linea politica che aveva ereditato. È andato sul sicuro, assecondando regolarmente il pensiero dei suoi lettori, ma senza mai scoprirsi troppo.
Come si spiega l' addio?
Credo soprattutto per stanchezza. Lo dico per esperienza personale: dopo vent' anni che prendi l' ascensore e sei assediato dai colleghi che ti chiedono una promozione cominci a innervosirti, rischi di diventare antipatico. Credo che si sia stufato e si accontenterà di fare l'editorialista.
E se avessero chiesto a lei di dirigere la Repubblica?
Avrei detto di no, sia pure a malincuore. Mi sarebbe piaciuto molto, ma sarei stato consapevole che avrei perso un sacco di copie. Sono associato da sempre all' area di centrodestra, anche più di quanto non lo sia realmente. Finora, nei giornali che ho diretto, i lettori li ho sempre portati; non ho aspettato di avere 72 anni per perdere copie.
MARIO CALABRESI E JOHN ELKANN clb09 mario gemma calabresi ciampi veltroni