GIRA E RIGIRA RICICCIA SEMPRE MARINA - IL BANANA, A CORTO DI LEADER A BUON MERCATO, PENSA A RICICLARE IL BRAND BERLUSCONI DANDO SPAZIO ALLA CAINANA: L’UNICA CHE HA SUPERATO I TEST DEI SONDAGGI

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Forza Italia rischia di restare acefala tra un paio di mesi, tre al più tardi. «Non abbiamo altro tempo da perdere» si lascia sfuggire in queste ore Silvio Berlusconi. Il d-day è quando inizierà a scontare la pena. E per quel giorno vuole sistemare le cose. Ripescando dal cilindro l'unica, vera opzione che ha superato tutti i test dei sondaggi: la figlia Marina.

Pensava di avere più tempo. Le notizie filtrate nei primi giorni dell'anno dal Tribunale di sorveglianza di Milano, relative all'applicazione delle misure restrittive per la condanna Mediaset, fanno piombare invece una cappa minacciosa su Villa San Martino. «Se si torna al voto a maggio - ha allora annunciato nelle riunioni natalizie di Arcore - c'è solo lei. E mia figlia lo sa».

Del resto il leader forzista ripete da giorni «al voto al voto» con un election day da tenere il 25 maggio con le Europee. Ma l'affidamento ai servizi sociali limiterà al minimo le sue uscite pubbliche. Altro che campagna elettorale, fosse pure solo per l'elezione dell'europarlamento. Per questo serve un piano d'emergenza.

Nel partito la preoccupazione è palpabile e cammina di pari passo con l'ostilità verso i «nuovi» in ascesa, dal coordinatore dei club Marcello Fiori, al direttore del Tg4 e Studio aperto, Giovanni Toti. I sondaggi parlano chiaro. La figlia Marina per ora non si muove dai box, ma la macchina elettorale pronta a supportarla sta già scaldando i motori.

Spostamenti e uscite pubbliche dell'ex premier necessiteranno un'autorizzazione giudiziaria, la visibilità tra 12-16 settimane sarà compromessa. «Me lo aspettavo, Ghedini mi aveva avvisato, ricorreranno a tutto pur di mettermi fuori gioco prima possibile » si è sfogato giovedì con Denis Verdini e lo stesso Toti seduti nel suo studio ad Arcore, e ieri con alcuni coordinatori regionali.

Ecco allora che anche la pena giudiziaria Berlusconi intende giocarsela sul palcoscenico mediatico. «Per la sinistra sarà un boomerang, costringeranno al silenzio il leader dell'opposizione, per noi si tradurrà in una valanga di voti» catechizza già i suoi. Detto questo, l'accelerazione impressa da Renzi al cammino della riforma elettorale lo ha convinto che il segretario Pd si prepari a «staccare la spina» al governo Letta- Alfano. Una svolta che aprirebbe una voragine sulla sponda forzista: chi candidare premier? Problema che finora il capo ha imposto ai suoi di rimuovere.

Una qualsiasi investitura anzitempo lo avrebbe indebolito sotto il profilo politico, ma soprattutto giudiziario. Adesso il quadro cambia rapidamente. Bisogna correre ai ripari. Ecco perché in queste settimane natalizie ha fatto testare proprio Giovanni Toti e, a sorpresa, Angelino Alfano, in una prospettiva da ritorno del figliol prodigo. I risultati dei sondaggi - da qui la preoccupazione crescente - non sono stati affatto incoraggianti.

Il direttore che di fatto non si è concesso ferie per restare ad Arcore, sogna la poltrona da vicepresidente unico del partito e lavora per organizzare le celebrazioni del ventennale del 26 gennaio, è risultato un tipo che «funziona» in tv. Ma nulla più di quello. Alfano non sarebbe andato meglio rispetto a quando guidava Forza italia da segretario.

Col vicepremier i contatti sono stati «affettuosi» anche in questi giorni festivi, ripresi ora sulla legge elettorale. La Santanchè sferza Angelino, invitandolo a «lasciare l'amante e tornare alla famiglia». Ma il Cavaliere non ci pensa proprio a organizzare le primarie per coinvolgere il vicepremier. «A me interessa solo l'alleanza elettorale» assicura il Cavaliere ai dirigenti. Ma sta di fatto che in campo «c'è solo Marina».

Molto dipenderà dalla nuova legge elettorale. Berlusconi ufficialmente tiene le carte coperte ma, racconta chi gli ha parlato ieri, esclude fin d'ora il Mattarellum corretto: «Saremmo spettatori della sfida tra Renzi e Grillo, per noi improponibile».

Verdini invece sembra lo abbia convinto a puntare sullo spagnolo. «Un proporzionale rivisto ci consente di giocarcela ancora da protagonisti ». Ma non è detto si vada in quella direzione. E allora l'unico «jolly» resta la figlia Marina. «Il presidente sa che se scegliesse un uomo in chiave anti Renzi, sarebbe comunque un clone - spiega un ex ministro berlusconiano dell'inner circle - l'effetto sorpresa funzionerà solo con una donna. E il nome resta solo uno». Quello più fidato, che salverà il brand nel simbolo e forse lo zoccolo duro alle urne.

 

MARINA E BERLUSCONImarina e berluSILVIO BERLUSCONI CON LA FIGLIA MARINA francesca pascale e marina berlusconiGiovanni TotiBERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEalfano

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