BANANA, DIVIDE E IMPERA - IL CAINANO VEDE PIÙ VICINO IL TRAGUARDO DEL 37% GRAZIE A PIERFURBY E LO ACCOGLIE COME IL FIGLIOL PRODIGO, MA NON SI FIDA E AI FALCHI DICE: "ATTACCATELO PURE"
Amedeo La Mattina per "La Stampa"
A Berlusconi fanno sentire odore di vittoria, gli passano sotto il naso i sondaggi che danno il centrodestra attorno a quel fatidico 37% che la riforma elettorale fissa per ottenere il premio di maggioranza. E lui sta al gioco; dice basta con gli attacchi a Casini figlio prodigo che, con le sue pur basse percentuali, aiuta a raggiungere il quorum.
Basta con il direttore del Giornale Sallusti che tutti i giorni bombarda Casini il miracolato presuntuoso con il piede nella fossa pronto ora ri-saltare sul carro berlusconiano. Basta con la pitonessa Santanché che parla di Pierfurby bluff da sempre sopravvalutato, che non chiede scusa degli errori commessi.
Berlusconi sta al gioco, tranne poi dire alle stesse persone, «fate la vostra parte, ci sono molti nostri elettori che la pensano come voi e non sopportano Casini». Insomma, ognuno recita a soggetto in Forza Italia. Così ci sono quelli che hanno telefonato al Grande Capo per convincerlo a mettere la museruola a chi non ragiona in termini di coalizione.
Anche perchè, caro presidente, dare il benvenuto a Casini serve a mettere due dita negli occhi ad Alfano, il vero nemico del momento, che vuole drenare voti da Forza Italia alle Europee, scansando l'alleanza con l'Udc. Pier viene da noi per dare un colpo ad Alfano che non vuole fare lista unica con Udc: Angelino vuole far crescere il Nuovo Centrodestra a scapito di Forza Italia.
Per cui dire bravo Pier, per te le porte sono aperte, significa mettere un cuneo tra i due. Molti, colombe e lealisti, Romani, Gelmini, Brunetta, hanno chiamato il Cavaliere per farlo riflettere su questi passaggi: non si può essere indifferenti o addirittura contrari al ritorno del leader Udc, non si può regalare la vittoria a Renzi. Lo stesso discorso gli fatto Giovanni Toti e quindi ecco la nota del Cavaliere in cui dice basta al bombardamento di Casini.
Berlusconi si ringalluzzisce quando sente odore di vittoria, ma sa che le elezioni politiche non sono dietro l'angolo e quel 36,3 che Euromedia della Ghisleri attribuisce al centrodestra con l'Udc se lo tiene sul tavolo, a futura memoria. Intanto è necessario mettere fine a questo fuoco di sbarramento. Berlusconi è «lieto» del ritorno di Casini.
E i giornali di centrodestra che azzannano l'ex presidente della Camera? «Mai sono intervenuto né sulle decisioni editoriali, né su singole vicende rispettando appieno la libertà dei giornalisti e dei direttori. In questi giorni non ho condiviso gli attacchi a Casini, il cui ritorno nell'area dei moderati è da sempre stato da me auspicato, ritenendo che anche il suo movimento potrà offrire un reale contributo alla vittoria del Centrodestra».
Tutti invece attaccano il «presuntuoso» Alfano («Fi da sola straperde, noi siamo determinanti»). Gasparri: Angelino al massimo è un vagone del treno, la locomotiva è Fi. Fitto: Casini fa un'analisi seria mentre Angelino meglio perderlo che ritrovarlo. Osvaldo Napoli: Alfano è partito col piede sbagliato. Gelmini: Casini non è mai stato alleato della sinistra, la coerenza paga.
I falchi Santanché, Verdini, Capezzone e Bondi non la pensano così, ma tutti fanno il gioco del Cavaliere. Uno stop arriva da Maroni. «Non si fa una ammucchiata solo per vincere, ci vuole un progetto coerente». Per il governatore lombardo Casini deve sottoscrivere l'idea di macroregione.
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