“BARTLEBY” HA DETTO SÌ: NAPOLITANO, IL COMUNISTA CHE FU ELETTO 2 VOLTE

Pasquale Chessa è autore di un libro appena arrivato in libreria, edito da Chiarelettere, "L'ultimo Comunista - la presa del potere di Giorgio Napolitano".

Pasquale Chessa per "Il Foglio"

La "teoria dei pacchi" di Emanuele Macaluso sembrava avesse trovato la stessa fondatezza scientifica della "caduta dei gravi" di Galileo Galilei, al momento della "chiama" per il quarto scrutinio per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ogni ipotesi sulla rielezione di Napolitano, sbiadiva infatti di fronte alla candidatura dei democratici, per acclamazione, di Romano Prodi. E invece...

Qualche giorno prima, nella sua casa del Testaccio a Roma, Macaluso, dove ero andato con la speranza che accettasse di presentare il mio libro, "L'ultimo comunista. La presa del potere di Giorgio Napolitano", (Chiarelettere, euro 13,90) era stato perentorio nella sua saggezza: "Giorgio ha già preparato gli scatoloni, i pacchi insomma". Per dire che sarebbe stato un perentorio "NO" di Napolitano, detto in maiuscolo, il punto insuperabile di resistenza a un'ipotesi di scuola, da discutere al massimo in un corso di diritto costituzionale, con cui avrebbe rifiutato ogni discussione.

Si discute con piacere con Macaluso. Cercai allora, proprio nella biografia di Napolitano, esempi e anedotti scelti per inceppare il suo ragionamento. Niente da fare. Napolitano come lo scrivano Bartleby di Melville, per tutta la sua vita, in principio, risponde sempre "preferirei di no". Poi siccome è comunista, se costretto dalle "condizioni oggettive", mette da parte idiosincrasie e convincimenti, turbamenti nascosti e segrete passioni, per eseguire alla perfezione il mandato che gli viene affidato. Qualsiasi esso sia.

Una volta il mandato gli veniva dal partito, inteso come figura ontologica della politica. Ora, che il Pci non c'è più Napolitano prende ordini solo dalla storia. Da giovane, era riuscito a rifiutare l'offerta di lasciare Napoli per andare a Roma con l'incarico di "portaborse" di Emilio Sereni, appena nominato ministro del governo De Gasperi nel luglio 1946.

Un ruolo importante, per un intellettuale poco più che impubere. Comunista da appena un anno, che sarebbe così entrato nel palazzo del potere dalla porta principale, seppure in seconda fila. Ma a quei tempi per gli uomini del Pci l'istituzione depositaria del potere politico era il partito, perciò fu facile per il piccolo Giorgio rifiutare un ruolo politico alle dipendenze del governo.

Perciò Giorgio Amendola, che già vede in lui il più riuscito degli amendoliani, quando Napolitano si rifiuta di nuovo di andare a Caserta per dirigere la federazione comunista, irrompe rumorosamente nello studio del padre di Napolitano, Giovanni, l'avvocato liberale che lo aveva difeso nei tribunali fascisti, perché spieghi al figlio che quel passaggio in provincia sarebbe stato cruciale per il suo destino prossimo venturo dentro il partito.

Caserta era lontana, a quel tempo. Dalle carte della polizia che spiavano Napolitano si scopre che era impenetrabile. Ma anche disagiata. Da una lettera inedita al partito si scopre una sintomatica querelle con le Botteghe Oscure sull'uso di una scassatissima automobile, una Balilla Fiat, che la federazione di Caserta ha incautamente acquistato di seconda mano.

Saranno anni fondamentali, come aveva previsto Amendola, come dimostra l'elezione al Parlamento nelle elezioni politiche del 1953, l'anno della "legge truffa". Che non si aspettasse la promozione, e quindi pensasse di rifiutarla, se non fosse stato costretto dal partito, cioè Amendola, lo fa capire anche nella sua autobiografia. D'altra parte anche quando si era iscritto al Pci, a dispetto della tradizione liberale della famiglia, si era sentito spinto, anzi costretto, dalle tragedie di Napoli dell'Italia intera fra la fine della guerra e l'inizio del Dopoguerra.

Come avrebbe confessato alla Frankfurter, all'incirca 60 anni dopo, si sentiva impreparato persino su Karl Marx. Napolitano non finge mai, anche quando pensa idee che non condivide, come l'uomo del sottosuolo. Nel 1956 attacca, sotto gli occhi attenti di Amendola e Togliatti, il discorso a favore dei moti d'Ungheria. Sono le tesi antipartito del suo amico Antonio Giolitti, con il quale già condivideva l'idea di un comunismo temperato.

Era stato Togliatti a sceglierlo su suggerimento di Amendola per attaccare la destra da destra. Se ne accorge anche il questore Musco mandato dal ministro Tambroni a spiare l'VIII congresso del Pci, quello dell'Ungheria appunto. E' l'infanzia di un capo. Spesso sfortunato. Vissuto nel rammarico che nessuno gli abbia mai imposto di diventare segretario del Pci.

Fra gli homines togliattiani Napolitano vanta una peculiarità speciale nel riconoscere nel presente gli errori del passato in sintonia con l'aria del tempo nel momento in cui si decide che cosa debba passare alla storia. Si tratta di un paradigma istintivo in cui prima del senso storico di Togliatti si intravede un nucleo filosofico più profondo, un amalgama di Gramsci e Croce: senza storia non c'è politica, e la politica non può diventare storia se non accede all'area del potere. Amendola ci aveva costruito sopra un teoria dell'"errore provvidenziale".

Ecco in cosa consiste "La presa del potere di Giorgio Napolitano": essere riuscito nell'impresa di dare un pieno ruolo politico alla presidenza della Repubblica, senza bisogno di farla diventare presidenziale. Perché bisogna riconoscere che anche se non l'aveva mai pensato e nemmeno sognato, quando ha scoperto che, per lui, alla fine della via italiana al socialismo c'era il Quirinale, si è fatto trovare già ben preparato. Non solo alla prima ma anche la seconda volta.

(Pasquale Chessa è autore di un libro appena arrivato in libreria, edito da Chiarelettere, "L'ultimo Comunista - la presa del potere di Giorgio Napolitano")

 

Napolitano Emanuele Macaluso NAPOLITANO e EMANUELE MACALUSOPASQUALE CHESSACOPERTINA DEL LIBRO L'ULTIMO COMUNISTA - DI PASQUALE CHESSA

Ultimi Dagoreport

elon musk steve bannon village people donald trump

KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP COI VILLAGE PEOPLE: FARSA O TRAGEDIA? - VINCENZO SUSCA: ‘’LA CIFRA ESTETICA DELLA TECNOCRAZIA È IL KITSCH PIÙ SFOLGORANTE, LOGORO E OSCENO, IN QUANTO SPETTACOLARIZZAZIONE BECERA E GIOCOSA DEL MALE IN POLITICA - MAI COME OGGI, LA STORIA SI FONDA SULL’IMMAGINARIO. POCO IMPORTANO I PROGRAMMI POLITICI, I CALCOLI ECONOMICI, LE QUESTIONI MORALI. CIÒ CHE IMPORTA E PORTA VOTI, PER L’ELETTORE DELUSO DALLA DEMOCRAZIA, TRASCURATO DALL’INTELLIGHÈNZIA, GETTATO NELLE BRACCIA DI TIK TOK, X, FOX NEWS, È EVOCARE NEL MODO PIÙ BRUTALE POSSIBILE LA MORTE DEL SISTEMA CHE L'HA INGANNATO”

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?