schlein conte

“BASTA DIVISIONI” – NELLA PIAZZA ANTI-MELONI DI ROMA L’ABBRACCIO TRA SCHLEIN E CONTE NON BASTA A SCIOGLIERE I DUBBI SULLA UNITA’ DELLE OPPOSIZIONI - NEL M5S È PROPRIO L’ALLEANZA CON IL PD LA FAGLIA CHE DIVIDE PEPPINIELLO APPULO DA GRILLO E DAI NOSTALGICI DEL "VAFFA" COME VIRGINIA RAGGI O IL FUORIUSCITO DI BATTISTA (DAGOREPORT) – ALLA MANIFESTAZIONE MANCANO PURE I CENTRISTI DI AZIONE E ITALIA VIVA, CHE NON HANNO ANCORA DECISO COSA FARE DA GRANDI…

Stefano Cappellini per repubblica.it - Estratti

 

abbraccio schlein conte manifestazione contro meloni piazza santi apostoli

Un fronte popolare, versione italiana. Le opposizioni quasi al completo, riunite in piazza a Roma per dire no alla riforma della Costituzione detta premierato e all’autonomia differenziata. Bandiere del Pd e di Alleanza Verdi — Sinistra, del Movimento 5 Stelle e di Più Europa, Rifondazione comunista, Arci, Cgil e sindacati di base. Mancavano i centristi di Azione e Italia viva, che non hanno ancora deciso cosa fare da grandi, ma forse non alcuni loro elettori.

 

 

manifestazione pd m5s sinistra e avs contro meloni piazza santi apostoli

A ben guardare, una piazza politica così assortita e variopinta, che da anni non si vedeva, è un regalo nemmeno piccolo di Giorgia Meloni a partiti che hanno passato gli ultimi anni a litigare su molto, e che probabilmente continueranno in parte a farlo, ma che ieri erano a piazza Santi Apostoli insieme a migliaia di cittadini.

 

Sicuramente molti più di quanti ne prevedessero gli organizzatori che, magari temendo il caldo quasi agostano e il giorno feriale, hanno sciaguratamente deciso di montare il palco a metà della piazza, con il risultato che almeno un migliaio di manifestanti non è nemmeno riuscito a entrare nell’area della manifestazione e non ha potuto sentire né vedere granché.

 

grillo raggi di battista

Tra questi anche Massimo D’Alema che arriva verso le 18 e rimane imbottigliato nelle retrovie. A malapena si intravede il palco e D’Alema non riconosce l’oratore in quel momento sul palco: «Chi è questo che sta parlando?». Era Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione. Il quale, peraltro, proprio in quel momento stava pronunciando parole per lui non abituali: «Questo è il momento di essere uniti».

 

 

Un moto trasversale di popolo che forse la presidente del Consiglio ha sottovalutato quando ha scelto di procedere sulla riforma della Costituzione a strappi e forzature. Quando sul palco sale il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e dice «la destra non è maggioranza, ha vinto solo perché eravamo divisi», scatta una ovazione da ogni angolo e orientamento della piazza. Elly Schlein non riesce neanche a iniziare il suo intervento che da Santi Apostoli si leva il coro «unità, unità».

 

beppe grillo virginia raggi

Schlein raccoglie l’invito: «Basta divisioni. Teniamoci strette le nostre differenze che sono preziose se sappiamo metterle a valore. Siamo qui tutti insieme perché siamo tutte e tutti antifascisti». Meloni ha dato ai suoi oppositori l’occasione di riconoscersi, per una volta, in un massimo comune multiplo.

 

 

 

Si percepisce tra i manifestanti una grande voglia di fare qualcosa di concreto e di personale, senza aspettare il referendum confermativo, per fermare il cambiamento della Carta e una legge che spacca il Paese in due. Una base che può diventare un collante politico molto forte, certo non proprio con tutte le forze in piazza. Fantasioso immaginare un ritorno in coalizione di Rifondazione, per esempio.

 

Ma nel retropalco la consapevolezza di tutti i leader è che questa manifestazione è il primo vero passo nella costruzione di una coalizione alternativa alla destra. Schlein lo sottolinea. A microfoni lontani la leader del Pd rivendica il risultato: «Questa non è una manifestazione in cui siamo inciampati». Intende dire che dietro c’è un lavoro, ma anche che qualcosa è cambiato nel rapporto tra le forze di opposizione.

decaro conte boccia schlein manifestazione contro meloni piazza santi apostoli

 

I contatti con gli altri leader sono più frequenti e soprattutto più facili. Anche con Giuseppe Conte, che ora pare davvero determinato a entrare in un percorso comune. Anzi, in questo momento nel M5S è proprio l’alleanza con il Pd la faglia che divide il capo M5S dal fondatore Beppe Grillo e dai nostalgici del Movimento del vaffa come Virginia Raggi o il fuoriuscito Alessandro Di Battista.

 

Conte saluta molto calorosamente il neodeputato europeo e sindaco di Bari uscente Antonio Decaro e lo invita a tenere unito il fronte in vista del ballottaggio alle Comunali. Scene inedite. I big dei vari partiti si mescolano. Abbracci, sorrisi, selfie con i simpatizzanti. Ci sono il governatore della Campania Vincenzo De Luca, l’ex presidente della Camera Roberto Fico, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino e il neo parlamentare europeo ed ex segretario del Pd Nicola Zingaretti.

 

 

Davanti alla folla Conte attacca il premierato e Giorgia Meloni con un discorso di taglio antifascista nel quale deplora il fatto che la presidente del Consiglio non abbia speso una parola per censurare i giovani del suo partito che inneggiano al Duce (anche Schlein non lascia correre: «Cosa aspetta Meloni a cacciarli?»). Poi Conte chiama sul palco il deputato 5S Leonardo Donno, aggredito in Parlamento dai colleghi di Lega e di Fratelli d’Italia per aver cercato di mettere un tricolore sulle spalle del leghista Roberto Calderoli: «Se sventolare un tricolore fa paura a queste destre — dice Donno — sventoliamolo e non molliamo»

conte manifestazione contro meloni piazza santi apostoli

 

Articoli correlati

GRILLO PRONTO A SFANCULARE CONTE: SE ZOMPA IL LIMITE AI DUE MANDATI, PEPPINIELLO DOVRA FARSI ...

(...)

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…