meloni mattarella salvini

BASTONATA DA MATTARELLA SUL PREMIERATO, OSTEGGIATA DA SALVINI CHE LE FA LA GUERRA SU TUTTO, GIORGIA MELONI HA GLI OTOLITI IN SUBBUGLIO E VIENE TENTATA DALL’ENNESIMO RIBALTONE: ANDARE A ELEZIONI ANTICIPATE E POI SVOLTARE SUL PRESIDENZIALISMO - LA DUCETTA, PREOCCUPATA PER IL POSSIBILE ESITO DEL REFERENDUM SUL PREMIERATO, SENZA UNA LIRA IN CASSA PER PROVARE A IMMAGINARE UN RISCATTO CON LA PROSSIMA MANOVRA, CON IL RISCHIO DI UN ASSALTO AUTUNNALE DEI MERCATI AI TITOLI DI STATO ITALIANI (NEL PIENO DI UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO) E’ PRONTA A FORZARE LA MANO PER USCIRE DALL’ANGOLO - RESTA IL DUBBIO: MINACCIA TATTICA O VOGLIA DI RISCATTO? - DAGOREPORT

Tommaso Ciriaco per repubblica.it - Estratti

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

La scintilla potrebbe diventare proprio il premierato. Giorgia Meloni inizia a dubitare di tutto: strategia, percorso, orizzonte finale della riforma. Sia chiaro: non è pentita, semmai preoccupata di mancare l’obiettivo. Teme di compattare i suoi avversari. Sostiene in privato di sentire il Quirinale ostile al ddl costituzionale (e ieri ne avrebbe tratto – riferiscono - una nuova, palese conferma).

 

Ha paura di schiantarsi sul referendum, senza neanche portare a casa quello che sognava: un Presidenzialismo assoluto, che attribuisca ancora più poteri a chi comanda. Dunque dubita. Ne ha parlato di recente con i più fidati strateghi: Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano, la sorella Arianna, Francesco Lollobrigida e gli altri due o tre ministri di cui si fida.

SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI

 

Ha il terrore di aver scelto il percorso sbagliato, anche se pubblicamente continuerà a dire che tutto procede al meglio (almeno finché non deciderà sul da farsi). Immagina correzioni di rotta per divincolarsi dalla morsa. Senza escludere più alcuno scenario, in queste ore. Compreso quello del reset: elezioni anticipate, nuova legittimazione popolare e, solo a quel punto, una riforma presidenziale senza più ostacoli lungo il cammino.

(...)

 

MELONI E MATTARELLA CON FAZZOLARI, TAJANI, GIORGETTI, FITTO E ZAMPETTI

Tre settimane dopo, il mondo capovolto: la presidente del Consiglio umiliata nella trattiva sui top jobs europei, fuori dalla maggioranza della prossima Commissione, all’angolo e costretta a scusarsi per le scandalose rivelazioni eternate dai video di Fanpage.

 

E ancora, Palazzo Chigi senza una lira in cassa per provare anche solo a immaginare un riscatto con la prossima manovra, con il rischio di un assalto autunnale dei mercati ai titoli di Stato italiani (nel pieno di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo).

 

mattarella meloni

Come non bastasse, ci si è messo anche Matteo Salvini, benedicendo un gruppo di “patrioti” putiniani di cui lei, la premier, dovrà rendere conto oltreconfine con imbarazzo: ai tavoli Nato, alla Casa Bianca e nelle principali Cancellerie europee.

 

Indebolita e preccupata, Meloni è tornata dunque in questi ultimi giorni a immaginare (sognare, pianificare, il verbo è in costante evoluzione) un nuovo inizio.

 

Non è la prima volta: già prima delle Europee aveva valutato questo scenario (lo ha confermato Guido Crosetto in un’intervista a Repubblica, «se avesse ottenuto il 23% - disse all’indomani della vittoria - oggi questo governo forse non ci sarebbe più»). Ecco, in questo flusso di coscienza meloniano, la presidente del Consiglio osserva i limiti del premierato e ragiona sul da farsi.

 

MELONI MATTARELLA

Non ha mai amato questo ddl, considerandolo una copia sbiadita del progetto del Presidenzialismo caro alla destra (e ad Ignazio la Russa, che la consiglia e la influenza). Ha senso rischiare di perdere tutto con un referendum?

 

Potrebbe invece convenire anticipare le elezioni ed approvare soltanto dopo il presidenzialismo, a cui seguirebbe comunque il passaggio referendario (anche perché, fallisse la riforma, sarebbe comunque il prossimo Parlamento a scegliere il successore di Sergio Mattarella, e la destra ci punta).

 

È una strada che presenta rischi enormi. Significherebbe forzare la mano per uscire dall’angolo. Il lavacro elettorale come nuovo rilancio. Resta il dubbio: minaccia tattica o voglia genuina di riscatto? Forse entrambe le cose. Di certo, registrare quello che circola a Palazzo Chigi - anche solo per stanchezza o frustrazione - aiuta a decifrare alcuni segnali recentissimi.

 

SERGIO MATTARELLA MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Intanto l’offensiva della Lega, che sparge ostacoli lungo il cammino: l’emendamento sui balneari, la proposta sul canone Rai che colpirebbe Mediaset, il matrimonio putiniano di Salvini con Orban.

 

E ancora, lo sbandamento nella gestione della mediazione con Ursula von der Leyen: una battaglia che sembra già persa e che comunque Meloni dovrà gestire, probabilmente con un’astensione all’Europarlamento.

GIORGIA MELONI E SERGIO MATTARELLA

 

La frattura sull’autonomia con Forza Italia, che può danneggiare il governo. E poi il timore che tiene svegli il Colle e ministri di peso come Tajani e Giorgetti - ma anche le strutture del Tesoro e della Ragioneria - di un autunno da brividi sul fronte dei conti. Senza soldi, con un rientro di almeno dieci miliardi già nel 2024.

 

Infine, il caos sui decreti: sono nove e da approvare in 35 giorni. Ieri il ministro Luca Ciriani - sostenuto da Meloni - ha avvertito i colleghi: rispettiamo la tabella di marcia (tradotto: limitiamo al massimo le modifiche) altrimenti salta il banco. Qualcosa non gira nel verso giusto. E a Meloni torna in mente il reset.

Articoli correlati

IL NUOVO PAPEETE DI SALVINI: GUERRIGLIA TOTALE ALLA MELONI - BALNEARI, SICUREZZA, MATERNITA ...

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY EDOARDO BARALDI giorgia meloni e matteo salvini alla camera antonio tajani giorgia meloni matteo salviniCOLLE OPPIO CONTRO IL COLLE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...

donna sarda sardegna elly schlein

DAGOREPORT – ALLA DIREZIONE DEL PD, I RIFORMISTI DEM SONO SOBBALZATI SULLA SEDIA ALLE PAROLE DI ELLY SCHLEIN SULLA GUERRA UCRAINA: “NON SIAMO PER IL FINTO PACIFISMO DI TRUMP MA NEMMENO SIAMO CON L’EUROPA CHE VUOLE CONTINUARE LA GUERRA” - IL CLOU: QUANDO ELLY HA ATTACCATO LE INIZIATIVE SINGOLE DI MACRON E DI STARMER PER LA PACE, HA DETTO, TESTUALE: "ALL'EUROPA SERVE UN SALTO QUANTICO" (MA CHE CAZZO STAI A DI'?) - PICIERNO, PIERO DE LUCA, FASSINO NON CREDEVANO ALLE PROPRIE ORECCHIE: “QUINDI LA PACE SONO LE CONDIZIONI DETTATE DA PUTIN? ELLY, QUANDO LA SMETTI DI GIOCARE A NASCONDINO?” – ALTRO SCAZZO SUL REFERENDUM DELLA CGIL SUL JOBS ACT E SULL’ESERCITO COMUNE UE (TRANQUILLIZZATE LA DUCETTA: CON QUESTI SINISTRATI ALTRI 20 ANNI A PALAZZO CHIGI SONO SICURI…)