luigi brugnaro

IL BATMAN DELLA LAGUNA! LE MILLE MASCHERE DI LUIGI BRUGNARO, IL MINI-BERLUSCONI DI PIAZZA SAN MARCO TRA AFFARI, BASKET E POLITICADOPO AVER FONDATO IL SUO ININFLUENTE PARTITO CON IL GOVERNATORE DELLA LIGURIA TOTI, IL SINDACO DI VENEZIA E’ INDAGATO PER CONCORSO IN CORRUZIONE: “UNA INCHIESTA INIMMAGINABILE, SI VA AVANTI”. MA SOLO PER QUALCHE MESE VISTO CHE, AL TERMINE DEL SECONDO MANDATO NEL 2025, BRUGNARO DOVRÀ SLOGGIARE – QUANDO ELTON JOHN LO DEFINI’ “BIFOLCO E BIGOTTO” PER AVER...

Giampaolo Visetti per “la Repubblica” - Estratti

 

BRUGNARO VERSIONE BATMAN

Erede politico di Carlo Goldoni, non ha scritto oltre duecento commedie. Dal temerario debutto nel teatro dell’ex Serenissima, che mai lascia scampo, ha recitato però quotidianamente incalcolabili parti: fino ad essere invocato e al tempo stesso snobbato, più che da sindaco, come la trasformista maschera perfetta del carnevale di Venezia.

 

BRUGNARO E CONTE

Luigi Brugnaro ha così voluto essere un po’ Berlusconi, un po’ Renzi e un po’ Salvini. Grazie al talento per demolire le imitazioni ci è infine perfettamente riuscito, ottenendo a sua volta i riflettori di quella giustizia che si è sempre vantato di sottovalutare: proprio quando, prossimo al capolinea del potere e dopo aver fondato il suo ininfluente partito con il governatore della Liguria Giovanni Toti, viene ora costretto a interpretare la parte dell’indagato assieme al co-leader arrestato di Coraggio Italia.

luigi brugnaro giovanni toti

 

(...)

 

Uomo di campagna al timone di un universo lagunare, secondo i magistrati Luigi Brugnaro non è riuscito a rinunciare al suo acquatico passo falso: mosso banalmente dentro la palude che sempre risucchia chi si illude di usare l’influenza pubblica per moltiplicare gli affari personali.

 

luigi brugnaro biennale di venezia 2024

Dieci anni fa e prima di “scendere in campo” (che nei sestieri di Venezia significa altro), il profetico segnale: Brugnaro cerca di acquisire l’isola di Poveglia, respinto dai comitati dei cittadini che presto lo avrebbero votato. Tutti capiscono all’istante che quello non è già più Luigi il compagnone di Spinea, figlio della maestra Maria e dell’operaio-poeta Ferruccio sindacalista di Porto Marghera.

 

Il nuovo Brugnaro getta così la maschera dell’architetto-imprenditore, del fondatore di Umana Spa, colosso italiano del lavoro interinale, e addirittura quella da patron della Reyer basket, capace di riportare uno scudetto a Venezia dopo 74 anni. Si cala nella parte del “Silvio di piazza San Marco” e all’umiliato popolo mestrino, bisognoso di riscatto e ancora ammaliato dalla sfacciata sontuosità di Giancarlo Galan, insegna la formula magica: blind trust.

 

La promessa è chiara: resto ricco ma finché rimango sindaco, patrimonio privato da una parte e interesse pubblico dall’altra.

 

luigi brugnaro non risponde all inviata di report

Nelle mani dei suoi amministratori finiscono anche i terreni dei Pili, antiche barene affacciate sulla laguna. Propri di questi si interessa Ching Chiat Kwong, magnate di Singapore che si presenta con 150 milioni di euro per costruire 384 mila metri cubi di negozi e appartamenti vista- petrolchimico. Il trust, ipotizzano i magistrati, potrebbe non essere stato poi del tutto blind: al punto che nell’inchiesta finiscono i riferiti impegni a rendere i dogali Pili non solo edificabili, ma miracolati dal raddoppio municipale dell’indice di edificabilità.

 

Noioso osservare che Ching Chiat Kwong, come sovente accade a chi viene dall’Estremo Oriente, si innamora della città di Marco Polo. I suoi occhi cadono su palazzo Papadopoli, eretto da una famiglia salpata dall’isola di Candia, oggi Creta, per scoprire che la prima asta, base 14 milioni, è andata deserta. Si fa coraggio, contatta i fedelissimi di mister Blind Trust e scopre di essere infine l’unico acquirente: in premio un affare da 10,8 milioni, prezzo di saldo.

luigi brugnaro

 

L’espressione della maschera di Luigi Brugnaro, che a carnevale gira travestito da Batman? Indignata come oggi, da indagato per concorso in corruzione: liquida l’inchiesta della procura veneziana definendola «inimmaginabile » e ai suoi promette «si va avanti».

Avanti al massimo qualche mese. Al termine del secondo mandato, nel 2025, dovrà togliersi anche il costume da sindaco.

 

Di memorabili in laguna restano già solo le sue recite: sceriffo all’inseguimento degli spacciatori, spazzino a differenziare le “scoasse” nelle calli, vigile urbano che difende piazza Ferretto gridando a un bengalese «religione o non religione qui si va a piedi», pescatore in stivaloni nell’acqua alta, autista di un bus green mentre grida «Oh, tenive duri e cavarse », hostess che dice «you have a problem» a un turista ignaro della sua tassa-Venice.

 

brugnaro

Capito dal popolo di terra e disprezzato dalla nobiltà di mare, l’ex sindaco più apprezzato d’Italia sa che la sua commedia politica è agli sgoccioli. Dall’altro ieri non deve più nemmeno cercare un’uscita di scena goliardica come lui. «Bifolco e bigotto», la sentenza di Elton John, dopo l’ordine di ritiro dagli asili lagunari di 49 libri di fiabe omogenitoriali.

 

Il re del pop non aveva colto l’ironia dell’attore aggrappato a Forza Italia, Lega, FdI, se stesso e chiunque “purchè né di destra né di sinistra”. Il “sior Blind Trust” ora è così atteso da “Coraggio Brugnaro”, il suo prossimo personaggio.

luigi brugnaro giovanni toti 2luigi brugnaroBRUGNARO 1giovanni toti luigi brugnaro

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…