ravetto cesaro

BECCATI DA BECHIS! - IL “RIFUGIO” ROMANO DI LUIGI CESARO & FRIENDS? UNA PESCHERIA SULLA TUSCOLANA - L’IDEA DELLE FUNIVIE A ROMA NON E’ DELLA RAGGI MA DEL PD - MAFIA CAPITALE: CAZZIATONE PER LA TESTE COL CHEWING GUM - RAVETTO E GINEFRA: LE NOZZE DELLA NAZIONE

LAURA RAVETTO PROVA L ABITO DA SPOSALAURA RAVETTO PROVA L ABITO DA SPOSA

Franco Bechis per “Libero Quotidiano

 

Giggino 'a purpetta e il supplì al nero di seppia

Il posto non è centralissimo, all' inizio della via Tuscolana, dove si apre uno dei quartieri popolari di Roma. L' insegna è quella di una pescheria, Bezziccheri, e i banconi sembrano piuttosto ricchi. Il mattino c' è anche ressa, perché il pesce è fresco e i prezzi abbordabili. Al crepuscolo come Fregoli il Bezziccheri cambia veste.

 

LUIGI CESAROLUIGI CESARO

Via il pesce dai banconi, tavolacci rivoltati, e improvvisamente quel che è stato messo da parte durante il giorno viene servito. È il rifugio romano di Giggino 'a Purpetta, alias Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia ed ex presidente della provincia di Napoli. Lui dice che solo in quel posto trova il pesce che ama a Napoli. E ci trascina una piccola nidiata di commensali, qualcuno di Forza Italia, altri amici di un tempo sparsi fra i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto e l' Ala di Denis Verdini.

LUIGI CESARO LUIGI DE MAGISTIS STEFANO CALDORO LUIGI CESARO LUIGI DE MAGISTIS STEFANO CALDORO

 

Fra i più assidui i campani Paolo Russo e Carlo Sarro, ed è spesso della partita pure il siciliano Fabio Mazzeo, che oggi fa il capo ufficio stampa del ministero della Salute. Potete trovarli tutti la sera verso le otto (il locale chiude presto) mentre si affogano in un supplì al nero di seppia, specialità della pescheria.

 

Virginia Raggi e l' ex bici di Charlie Gnocchi

VIRGINIA RAGGI IN BICICLETTAVIRGINIA RAGGI IN BICICLETTA

Virginia Raggi, candidato a sindaco di Roma dal Movimento 5 stelle, è una patita della bicicletta. E ci sa fare: si alza sui pedali come il rimpianto Marco Pantani, e si arrampica verso casa, sulle alture di Roma.

 

La passione personale si intreccia con quella politica, e infatti nel suo programma fioriscono le piste ciclabili nella capitale. Meno nota invece l' origine di quella bicicletta: a vendergliela fu Charlie Gnocchi, l' inviato di Striscia la Notizia dove veste i panni di Mr Neuro (con la giacca coperta di bigliettoni della moneta europea), fratello del comico Gene, e da lunghi anni fortunato conduttore di radio Rtl 102.5. Come è nato l' affare? Semplice: il regista della trasmissione radiofonica di Charlie era Andrea Severini, marito di Virginia.

 

La Roma grillina e i vecchi progetti targati dem

A proposito della Raggi, spulciando fra le carte del passato ora salta fuori che a Roma mezzo Pd aveva progettato, e perfino messo in rampa di lancio quella funivia proposta dalla candidata del M5S che gli stessi ideatori di un tempo oggi mettono alla berlina.

walter veltroniwalter veltroni

 

Non solo ne aveva parlato l' ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, ma aveva fatto camminare quel progetto l' allora presidente del XVII municipio (Prati), la piddina Antonella De Giusti (che oggi fa campagna elettorale sfegatata per Roberto Giachetti). Lei stessa l' aveva spiegata a Repubblica così nel 2007:

 

«L' idea della cabina verso l' alto a Prati è un progetto che nasce dalla voglia di valorizzare in ogni angolo il nostro territorio. La novità valorizzerebbe uno splendido polmone di verde, che può essere ancora più fruibile di quanto non sia ora, rispettando la natura e tutti i vincoli del caso».

 

walter veltroni  aldo cazzullowalter veltroni aldo cazzullo

Lei voleva farla salire a Monte Mario, Veltroni ne aveva proposta una all' Eur. A quell' epoca Roma era tutto un fiorire di funivie, e gli studi di progettazione sfornavano proposte. Ma si sa, se viene dal Pd è tutto chic e un stormire di «Oh, pensa che la capitale potrebbe diventare una Cortina d' Ampezzo!».

 

Se lo propone qualcun altro, arriva la tempesta di «buuuh» e la derisione. Nossignori, quella della funivia a Roma non è una gaffe o uno sciocchezza di questa campagna elettorale. Se lo è appartiene ad altri tempi...

 

Renzi sradica la minoranza Pd da Palazzo Chigi

Matteo Renzi ha qualche problema evidente con le querce. L' albero- si sa- era contenuto nel simbolo del partito degli ex comunisti che poi si è sciolto nel suo Pd, dove è stato sostituito da un ramoscello di ulivo.

roberto speranzaroberto speranza

 

Ma chi è entrato lì a cavalcioni della quercia oggi fa la guerra a Renzi: appartengono tutti a quella storia (Pds-Ds) gran parte degli oppositori che oggi si sono barricati a fare la minoranza. Per quanto ci abbia provato, Renzi non è ancora riuscito a sradicare quel gruppetto dal partito: si sa, la quercia ha radici larghe e profonde. Matteo così è andato a lezione per capire come si fa.

 

Ha chiamato a Palazzo Chigi il Corpo Forestale dello Stato, e dopo un breve sopralluogo nelle tenute presidenziali, il premier ha dato il via libera, firmato il 24 maggio scorso. Avanti con le motoseghe, sono state abbattute 8 «quercus ilex» (la quercia sempre verde, comunemente detta leccio).

Pierluigi Bersani Roberto Speranza Alfredo D Attorre Pierluigi Bersani Roberto Speranza Alfredo D Attorre

 

Operazione non proprio sottocosto: il conto al netto di Iva è stato di 8.747,01 euro. Ma per il premier ne è valsa la pena: ora sa come si fa. Bisogna stiano attenti a cosa hanno sotto i piedi i vari Pierluigi Bersani, Gianni Cuperlo & c.

 

Mafia Capitale, la bella Ilenya ripresa per la cicca

Processo Mafia Capitale, il 25 maggio scorso arriva sul banco dei testimoni una ragazza finita nei brogliacci suo malgrado. Si chiama Ilenya Silvestri, ha 27 anni ed è stata ben tritata dalle intercettazioni finite sui giornali.

 

La sua colpa era quella di essere disoccupata. Una preoccupazione anche per il patrigno, Maurizio Mattei, consigliere municipale della lista civica di Ignazio Marino (sindaco dell' epoca). Lui si è dato da fare, e grazie all' allora presidente del consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti, ha rimediato un contratto a tempo determinato (6 mesi +6) presso la Coop 29 giugno di Salvatore Buzzi.

ilenya silvestriilenya silvestri

 

Non proprio la svolta della vita: impiego da spazzina, per fare la raccolta rifiuti. Contratto per altro finito in pochi mesi. Ma le inchieste sono micidiali, e la bella Ilenya è stata sbattuta in prima pagina grazie a una poco elegante intercettazione di Buzzi, che raccontava così la sua assunzione: «Allora, abbiamo preso a lavora' alla raccolta differenziata una fica da paura!

 

Uno e settanta, du' zinne! Bellissima, ventisei anni. A me me l' hanno segnalata… un politico, bisognava farla lavora', allora è venuta in cooperativa e le ho detto: "guarda noi facciamo tutte 'ste cose, che te piacerebbe fa'?".

 

Dice: "E a me piacerebbe… i rifiuti" ho detto: "guarda che lì c' ho centocinquanta maschi assatanati" (ridono) "E non mi fanno paura". Ho detto: "e va be", te ce mandamo. E ho detto: "guarda devi andà cambiata che non c' è lo spogliatoio"… "Così faccio prima". Guarda che è carina, micidiale…». Arrivata di fronte alla corte di Roma, Ilenya non ha

goduto per questo di particolari riguardi.

PROCESSO MAFIA CAPITALEPROCESSO MAFIA CAPITALE

 

Anzi. Appena seduta, ha iniziato a interrogarla il presidente della giuria, il giudice Rosanna Iannello (che sta conducendo il processo con grande equilibrio). Domanda di rito: «Come si chiama?». E il teste, con evidente accento romanesco: «Silvestri Ilenya...». Subito interrotta dalla Iannello: «Dovrebbe evitare di masticare gomma americana, visto che non siamo allo stadio. Sta in un' aula di giustizia».

 

Via la gomma, e testimonianza subito in salita. Ripresa pure perché al microfono si sentiva male la sua voce: «Lo regoli o non la sente nessuno», le è stato detto, come fosse lei il tecnico del suono. Piuttosto curioso l' interrogatorio, poi. Un avvocato delle varie difese le ha chiesto:

 

PROCESSO MAFIA CAPITALEPROCESSO MAFIA CAPITALEMAFIA CAPITALE PROCESSOMAFIA CAPITALE PROCESSO

«Con chi ha materialmente firmato il contratto di assunzione?». E lei: «Mah, in cooperativa, ma non so come si chiamasse. Era una segretaria...». Domanda dell' avvocato: «Sesso femminile?». Segno dei tempi un po' confusi del dopo Cirinnà: prima di quella legge avremmo sempre pensato che «una segretaria», fosse certamente di sesso femminile.

 

Oggi bisogna specificare. Curiosa anche l' ultima domanda del presidente della corte, chissà perché fondamentale per il processo: «Lei stamattina è arrivata da sola nell' aula di udienza?». Ilenya: «No, con mia mamma e l' avvocato». Il giudice: «Con sua mamma e l' avvocato... Ah... Va bene...».

 

Ravetto e Ginefra sposi il 4 giugno Ma il giorno dopo...

Laura Ravetto ha chiesto ai giornalisti che seguono spesso le sue imprese una piccola tregua. E lo si capisce: sabato 4 giugno l' effervescente deputata di Forza Italia convolerà finalmente a nozze con il suo bel piddino Dario Ginefra, per la seconda unione bipartisan di questo parlamento, dopo quella fra Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia.

 

dario ginefra laura ravettodario ginefra laura ravetto

I due saranno sposati nel castello di Monopoli dall' amico Walter Veltroni, incaricato per l' occasione dal sindaco della cittadina pugliese. Per arrivare a quella intesa è stato necessario un lungo compromesso, e infatti la prima pubblicazione ufficiale delle nozze risale al novembre dello scorso anno, all' albo del comune di Milano dove la Ravetto è residente.

 

E lì si ipotizzava un matrimonio a Roma, dove è residente lo sposo che però è di origine pugliese. La tregua-stampa chiesta dalla sposa è però di brevissima durata: «Lasciatemi stare in pace fino al 5 mattina, poi potete chiamarmi tutti!», ha implorato lei a un gruppo di giornalisti. Le stava a fianco lo sposo, che è sbiancato: «Il 5 mattina? Noooo, prendetevene ben guardia!».

dario ginefra laura ravettodario ginefra laura ravetto

 

In effetti, finire la prima notte di nozze con una conferenza stampa è prospettiva poco piacevole... Chissà se Dario sa quel che la sposa ha confidato ai suoi colleghi di partito: «Il 5 comunque volo a Milano, perché voglio votare Stefano Parisi...».

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO