E’ IL BELGIO, BELLA GIOIA: IL RE TROMBEUR ALBERTO II ABDICA IN FAVORE DEL FIGLIO FILIPPO
Andrea Bonanni per "La Repubblica"
Re Alberto II del Belgio abdica in favore del figlio Filippo. Lo ha annunciato ieri con un messaggio televisivo a reti unificate. Il passaggio dei poteri avverrà il 21 luglio, giorno della festa nazionale, che segnerà anche le celebrazioni per i vent'anni di regno del monarca, salito al trono il 9 agosto del â93 dopo l'improvvisa morte del re Baldovino, suo fratello.
Alberto, che ha appena compiuto i 79 anni, è da tempo in precarie condizioni di salute. E proprio questa è stata la ragione che, come ha spiegato in televisione, lo ha indotto a passare la mano.
Il Belgio, è lacerato dalla contrapposizione tra valloni e fiamminghi e solo l'autorità della monarchia è riuscita a garantire l'unità e la stabilità del Paese, che è rimasto per oltre un anno senza un governo federale. Le elezioni politiche, in calendario per maggio prossimo, saranno un nuovo momento critico ed evidentemente il re non si è sentito in grado di gestire la prossima emergenza preferendo passare la mano al figlio maggiore.
Del resto Filippo, che oggi ha 53 anni, avrebbe già dovuto salire al trono alla morte di Baldovino, di cui era l'erede designato. Ma il governo allora intervenne per bloccargli la strada considerandolo «non maturo» per l'incarico, e preferì incoronare suo padre. Da allora l'erede al trono si è sposato con Matilde, un matrimonio che ha rialzato la sua popolarità e quella della casa reale, e si è sottoposto ad un lungo apprendistato.
«Il principe Filippo è ben preparato per succedermi, gode insieme alla principessa Matilde di tutta la mia fiducia», ha dichiarato ieri il monarca dimissionario in televisione. Tuttavia non sono pochi gli osservatori che dubitano che il nuovo re, per carattere e capacità personali, possa essere all'altezza del padre.
Arrivato al trono per caso, Alberto ha saputo compiere la metamorfosi da bon vivant,
amante delle belle donne, delle grosse auto e delle feste scatenate, a monarca saggio e responsabile. Ha ricucito, in nome di una ritrovata fede religiosa, il suo matrimonio con Paola Ruffo di Calabria, la cui crisi aveva portato la coppia sulle pagine dei rotocalchi rosa.
Non ha mai ufficialmente riconosciuto la figlia illegittima, Delphine Boel, avuta da una baronessa belga. Ma si è impegnato a fondo nel non facile compito di tenere unito un Paese che tutto tende a dividere.
In questo è stato aiutato dalla pratica dei "confessionali", iniziata da suo fratello Baldovino. Con costanza e dedizione, il re riceve ogni settimana tutti i protagonisti della politica, dell'economia e dell'informazione in colloqui il cui contenuto è mantenuto rigorosamente riservato. Questo, alla lunga, gli ha conferito un'autorità e una capacità di mediazione che si sono rivelate essenziali per evitare la secessione delle Fiandre e per risolvere la lunga e difficilissima crisi politica che ha lasciato il Belgio senza governo federale per quasi due anni.
Ora, imitando la vicina regina Beatrice d'Olanda, che ad aprile ha ceduto il trono al figlio Willem Alexander, anche Alberto si fa da parte. Ma il ruolo della monarchia, in Belgio, non è puramente formale. La sfida che attende Filippo si preannuncia tutt'altro che facile.
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