massimo dalema silvio berlusconi

“BERLUSCONI HA AVUTO QUALCHE RAGIONE SUI MAGISTRATI” – MASSIMO D'ALEMA IN RICORDO DEL CAV: “ERA UN COMBATTENTE, UN AVVERSARIO CAPACE ANCHE DI SUSCITARE AMMIRAZIONE” – “HA SOLLEVATO UN PROBLEMA REALE SULLA GIUSTIZIA, DECLINANDOLO NEL MODO SBAGLIATO. NON C'ERA UN COMPLOTTO CONTRO DI LUI MA UNO SQUILIBRIO TRA POTERI DELLO STATO” – IL PRIMO INCONTRO NEL 1992: “MI PROPOSE DI  LAVORARE A FININVEST E MI REGALÒ ‘IL PRINCIPE’ DI MACHIAVELLI” – GLI “INCIUCI” CON IL BANANA, LA BICAMERALE E QUEL VETO CHE SBARRO’ LA STRADA DI BAFFINO PER IL QUIRINALE

Estratto dell'articolo di Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

massimo d alema silvio berlusconi

Presidente D’Alema, che cosa ha provato quando ha saputo della morte di Berlusconi?

«Ho provato dispiacere. Berlusconi era un combattente. Un avversario, certo, ma un uomo capace anche di suscitare ammirazione e persino simpatia dal punto di vista umano».

 

È d’accordo con il lutto nazionale?

«È una decisione che corrisponde a un sentimento non di tutti, certo, ma di una parte importante degli italiani. Non credo che debba essere materia di polemiche».

 

La prima volta che ha incontrato Berlusconi?

massimo d alema silvio berlusconi 3

«Era il 1992, ero capogruppo alla Camera del Pds e a Montecitorio si discuteva un provvedimento che gli stava molto a cuore. Gianni Letta mi disse che Berlusconi avrebbe voluto incontrarmi. Ci vediamo in un ufficio di Fininvest a Roma, c’era anche Confalonieri. E Berlusconi fu bravissimo: per tutta la durata dell’incontro non fece mai riferimento alla legge che gli interessava».

 

E di che cosa parlaste?

«Disse che era molto contento di conoscermi, che era colpito dalla “rara capacità” che avevo di spiegare la politica mentre i politici normalmente parlavano in modo “aggrovigliato”, che si vedeva che avevo fatto il giornalista. E poi mi chiese: “Perché lei non fa qualcosa con noi?”».

 

massimo d alema silvio berlusconi 2

In televisione?

«Sì. Gli dissi che non era possibile, visto che ero deputato della Repubblica. Lui rispose che secondo lui non era un problema tanto più che già Giuliano Ferrara, all’epoca parlamentare europeo del Psi, conduceva Radio Londra su Italia 1. Fu molto carino e mi regalò anche un libro: Il principe di Machiavelli, edito da lui e con una sua prefazione. Ci salutammo con cortesia. Quanto a quel provvedimento, noi continuammo a opporci e alla fine non passò».

 

Quando capì che Berlusconi vi avrebbe sconfitti alle elezioni del ’94?

massimo d alema silvio berlusconi 1

«Abbastanza presto. Anche perché vidi che buona parte dell’elettorato salentino del mio collegio di Gallipoli, tradizionalmente democristiano, stava slittando verso “il candidato di Berlusconi”, un esponente del Movimento sociale che in condizioni normali avrebbe preso il 5%. Mi resi conto che lui era riuscito a mobilitare il corpo profondo del moderatismo italiano contro “il pericolo comunista”».

 

[…]

 

la vignetta di giorgio forattini su dalema e berlusconi

D’Alema, per il popolo berlusconiano lei era il nemico numero uno, per un pezzo dell’intellighenzia progressista l’uomo dell’inciucio con Berlusconi. Come lo spiega?

«I primi avevano sostanzialmente ragione. I secondi mancavano di qualche lettura di Gramsci sull’importanza del compromesso in politica».

 

Pensa alla Bicamerale?

«La Bicamerale era nelle tesi dell’Ulivo, non nelle volontà di D’Alema. La commissione si concluse con un larghissimo voto favorevole e l’approvazione di una riforma costituzionale di quella ampiezza avrebbe evitato la demonizzazione reciproca di cui ha sofferto la nostra democrazia. Di questo si sono occupati in pochi; gli altri erano concentrati sulle dietrologie, sulle crostate e sugli inciuci. Io credo che la decisione di Berlusconi di rinnegare il voto favorevole e di schierarsi contro in Aula fu un grandissimo errore».

 

DALEMA BERLUSCONI BY BENNY

Pentito di essere andato in visita a Mediaset e averla definita «patrimonio del Paese»?

«Tutt’altro. Era un segnale agli imprenditori, non solo a Mediaset, mentre Berlusconi ci dipingeva come comunisti nemici della libera impresa».

 

Nel 2006 Berlusconi le avrebbe sbarrato la strada per il Quirinale. Ancora arrabbiato?

«Dopo la vittoria elettorale del 2006 il mio nome circolò come possibile candidato del centrosinistra e sembrava che Berlusconi non fosse contrario. Poi, forse dopo aver sentito i suoi, mi telefonò con grande cortesia per dirmi che rappresentavo troppo “una parte”. Sa che cosa gli risposi? Che aveva ragione. Mi consultai con Fassino e chiamammo Napolitano. Che poi, ovviamente, Berlusconi non votò».

 

L’ultima volta che lo ha visto dal vivo?

dalema berlusconi

«Nel 2015, mi dicono che sta a casa di amici comuni e passo. C’erano le elezioni del presidente della Repubblica. Gli dissi che per noi della minoranza del Pd andavano bene Mattarella e Amato. “Massimo, guardi, io preferisco Amato”, mi rispose. Poi andò da Renzi a dire che Amato andava bene anche a me e fu la fine di quella candidatura».

 

Secondo lei, Berlusconi ha avuto qualche ragione nel ritenersi perseguitato da alcuni giudici?

«Probabilmente sì. Ma credo che Berlusconi abbia sollevato un problema reale declinandolo nel modo sbagliato. E cioè interpretandolo come se ci fosse il complotto dei magistrati di sinistra contro di lui. In realtà quello che si era determinato nel nostro Paese era stato uno squilibrio nei rapporti tra poteri dello Stato, questa è la verità.

 

massimo d alema vino

L’indebolimento del sistema dei partiti ha lasciato campo a una crescita del potere “politico” della magistratura, che si è arrogata il compito di fare qualcosa di più che perseguire i reati, come per esempio vigilare sull’etica pubblica e promuovere il ricambio della classe dirigente. Il tema era il riequilibrio, non il complotto contro Berlusconi. E alla fine quel suo scontro con i giudici ha creato un clima nel quale non è stato possibile fare nessuna riforma».

MASSIMO DALEMAMASSIMO D'ALEMA

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…