BANANA CONTRO TOGHE: ‘’SCENDEREMO IN PIAZZA!’’ - PRIMA USCITA PUBBLICA, PRIMA METRAGLIATA: "SCENDEREMO IN PIAZZA CONTRO L'UTILIZZO DELLA GIUSTIZIA PER ELIMINARE GLI AVVERSARI POLITICI, UNA PATOLOGIA CHE È UN CANCRO DELLA DEMOCRAZIA" - IN AULA PER IL PROCESSO MEDIASET, IL PATONZA NON SI TRATTIENE: “HO DATO LAVORO A 56 MILA PERSONE, E SONO STATO INCREDIBILMENTE CONDANNATO A 4 ANNI DI CARCERE. NON VOGLIO PENSARE CHE SI TRATTI DI UNA SENTENZA POLITICA…”

1. BERLUSCONI: "IN PIAZZA IL 23 MARZO CONTRO MAGISTRATURA POLITICIZZATA"
VIDEO - http://video.repubblica.it/cronaca/berlusconi-in-piazza-il-23-marzo-contro-magistratura-politicizzata/121015/119500?ref=NRCT-53633800-2

"Scenderemo in piazza contro l'utilizzo della giustizia per eliminare gli avversari politici, una patologia che è un cancro della democrazia". Così il leader del Pdl all'uscita del processo di appello per i diritti Mediaset nel quale è imputato dopo la condanna in primo grado (video di Marco Billeci)

2. BERLUSCONI IN AULA PER IL PROCESSO MEDIASET
Paolo Colonnello per LaStampa.it

«Dichiarazioni spontanee». Questa la decisione di stamattina di Silvio Berlusconi che per la sua prima uscita pubblica dopo le elezioni ha scelto il palazzo di giustizia milanese. Il cavaliere pochi minuti fa è entrato nell'aula del processo d'appello per le frodi sui diritti televisivi Mediaset dove in primo grado era stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale e qui, come è ormai consuetudine nei processi che lo vedono imputato, invece di farsi interrogare, rilascerà dichiarazioni spontanee. Una scelta non casuale visto che oggi era prevista la requisitoria del pm Bertolè Viale.

Ecco le sue prime dichiarazioni in aula, dopo l'invito del presidente ad «attenersi alle vicende relative al processo».«Io sono qui questa mattina anche se dovrei essere altrove, ma ho ritenuto di essere presente perché volevo esporre personalmente la mia posizione rispetto al processo. Una sentenza che mi ha condannato a 4 anni di reclusione io sono trasecolato, perché questo processo tratta situazioni a cui io sono assolutamente estraneo. Non mi ero mai preoccupato di questa vicenda perché mai ebbi modo di interessarmi ad acquisto o trattative per diritti televisivi.

Non sono mai stato neppure coinvolto negli atti amministrativi di questa società ne ho mai avuto modo di vedere i bilanci di questa società. Non ho neppure mia partecipato alla formazione e alla dichiarazione fiscale della società. Sono rimasto sorpreso per il fatto che le cose di cui si parla sono riferite a cose del 2002 e 2003, mentre ero presidente del consiglio. In quel periodo mi sono occupato di rapporti con la Russia, di pensioni, di lavoro. Non ho mai in nessun modo partecipato direttamente o indirettamente a una società che avesse come scopo la vendita o la trattazione di diritti televisivi».

Ma veniamo ad alcune considerazioni che non sono superabili: «Se io fossi stato socio con utenti signor Agrama, se fossi stato nella necessità di pagare una grossa tangente al capo dell'ufficio acquisti della società si sarebbe trattato di share 4 milioni e mezzo di dollari. Ebbene, se fossi stato socio di questa società, non vedo come Agrama non avrebbe dovuto telefonarmi per avvertirmi o avvertire il mio miglior amico e vicepresidente Fedele Confalonieri o mio figlio Piersilvio, che doveva pagare una tangente al capo ufficio acquisti di Mediaset.

Qui si tratta di una normale vicenda di amicizia. Altro non c'è. Si figuri se una volta scoperta una cosa del genere, il responsabile dell'ufficio acquisti avrebbe potuto rimanere al suo posto. Se un imprenditore non facesse una cosa del genere dovrebbe essere condannato per stupidità assoluta. Io ho l'orgoglio di essere una grande pagatore di imposte, probabilmente sono il primo pagatore d'imposta in Italia.

Nel 2002 e 2003, il risparmio imposte di Mediaset sarebbe stato di tre milioni euro. Ebbene nello stesso periodo il mio gruppo ha versato all'erari 567 milioni di euro... aggiungo che entrando in politica ho lasciato tutti gli incarichi e da allora il mio gruppo ha versato nelle casse dello stato 6 miliardi di euro.

Ho dato lavoro a 56 mila persone,e sono stato incredibilmente condannato a 4 anni di carcere e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Io credo quindi che sia stato un grande errore, una grane cantonata giudiziaria quella sentenza del processo. Non voglio pensare che si tratti di sentenza politica, il giudice di quel tribunale mi aveva già condannato in processo in cui poi ero stato assolto.

Ma è stata sentenza che mi ha provocato disonore, non solo in Italia ma in Europa. Io ho rappresentato l'Italia e dopo queste elezioni credo che avrò ancora l'onore di svolgere dei compiti per il mio paese e non credo sia giusto che la mia persona sia gravata da questo disonore». Al termine delle dichiarazioni, dopo aver stretto la mano ai giudici, Berlusconi è uscito dall'aula.

 

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