giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini

DOPO AVER DETTO CHE LUI I MIGRANTI LI AVREBBE ACCOLTI, BERLUSCONI MARCA UNA DISTANZA DALLA LINEA (SALVINIANA) DELLA MELONI ANCHE SUI NUOVI PROVVEDIMENTI IN CANTIERE CONTRO LE NAVI DELLE ONG – “LA LEGGE C'È GIÀ, NON NE SERVONO DI NUOVE, IL RISCHIO È QUELLO DI FARLI PASSARE PER MARTIRI" – NONNO SILVIO NON HA APPREZZATO L'IMMAGINE DEI MIGRANTI LASCIATI IN MARE PER GIORNI. IL BRACCIO DI FERRO CON FRANCIA E UE GIOCATO SULLA LORO PELLE HA GETTATO UN'OMBRA SULLA REPUTAZIONE INTERNAZIONALE DELL'ITALIA…

Federico Capurso per la Stampa

 

berlusconi meloni salvini alle consultazioni

Di fronte all'annuncio di Giorgia Meloni di «nuovi provvedimenti» in cantiere contro le navi delle Ong, Forza Italia risponde con un avvertimento: «Le leggi ci sono già. Facciamo attenzione a non ricorrere a certi facili espedienti come l'inasprimento delle pene, perché rischiamo di ottenere un effetto controproducente, facendo diventare quelli delle Ong dei martiri». E in questo momento di tensioni con Parigi e con l'Europa, sottolinea un dirigente di peso del partito parlando con La Stampa, «è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno».

 

Nel partito di Silvio Berlusconi si condivide la linea generale adottata da palazzo Chigi, ma si marcano anche le differenze. La reazione della Francia è stata «spropositata», dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia. «A dir poco sorprendente», aggiunge la presidente dei senatori azzurri, Licia Ronzulli. E le frizioni diplomatiche con Parigi e Bruxelles vengono viste come un problema necessario, quasi un'occasione per trovare soluzioni alternative agli accordi sui ricollocamenti, che non funzionano, e per avanzare una proposta di revisione del trattato di Dublino.

meloni berlusconi salvini al quirinale

 

Ma sui modi con cui si è arrivati a tutto questo, si muove un appunto. Berlusconi - come raccontato dal Corriere - non ha apprezzato l'immagine dei migranti lasciati in mare per giorni. Il braccio di ferro con Francia e Ue giocato sulla loro pelle ha gettato un'ombra sulla reputazione internazionale dell'Italia.

 

«Ora che il problema delle Ong è sul tavolo - dicono dal partito del Cav -, non c'è più bisogno di comportarsi in questo modo. La prossima volta facciamo scendere subito i migranti, senza tenerli su una nave per due settimane, e facciamoci sentire in Europa».

È un freno, l'ennesimo tirato in queste poche settimane di vita del governo. Una corda che si tende verso il centro, per evitare che il fulcro del governo si sposti troppo a destra. Una tensione leggera e continua, fatta di significativi distinguo su ogni scelta.

berlusconi meloni salvini al quirinale

 

 

Sui migranti, sui rave, sul superbonus, sulle pensioni: «Serve maggiore condivisione, altrimenti si fanno pasticci», sottolineano da FI. E chiedono che da questo momento si trovi uno strumento per coordinare l'azione del governo. Se non con una cabina di regia tra partiti di maggioranza, almeno nelle riunioni che di consueto precedono i Consigli dei ministri, per evitare di trovarsi ancora di fronte a provvedimenti «scritti male come quello sui rave».

 

Matteo Salvini annusa l'aria e, non a caso, fa un richiamo all'unità della coalizione.

berlusconi meloni

Una cosa che di per sé, a venti giorni dalla nascita dell'esecutivo, dovrebbe essere tanto scontata da non far sentire il bisogno di invocarla. E invece, non appena i giornalisti gli chiedono delle tensioni con la Francia, lui risponde a brutto muso: «Se pensano di farci litigare, non hanno capito». Si dice «orgoglioso di quello che sta facendo il governo, da tutti i punti di vista» e «in totale sintonia con quello che il premier Meloni e il ministro Piantedosi stanno portando avanti» sul tema delle Ong.

 

Latte e miele. D'altronde, per il leader della Lega, Meloni sta suonando uno spartito conosciuto. Si trova a suo agio. Tra i forzisti, invece, inizia a montare una certa insofferenza. Si aspettando modifiche sul decreto anti-rave, per evitare di allargare troppo le maglie sulle intercettazioni. E anche sul Superbonus edilizio al 110%, che Meloni vorrebbe abbassare al 90%, chiedono che si introduca un periodo transitorio, così da non mettere in pericolo il lavoro e i bilanci di centinaia di aziende edili. E ora, sui migranti.

BERLUSCONI MELONI VIA DELLA SCROFA

 

Intanto il presidente del Ppe, Manfred Weber, sta giocando di sponda tra palazzo Chigi, la Farnesina del vecchio amico Tajani e Bruxelles, nel tentativo di calmare le acque. Il primo segnale potrebbe arrivare al G20, il 15 novembre. Lì Meloni incontrerà il presidente Usa Joe Biden per un bilaterale, ma non Emmanuel Macron. L'occasione per parlarsi, seppur in via informale, si potrebbe trovare.

GIORGIA MELONI SILVIO BERLUSCONIgiorgia meloni silvio berlusconi SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011meloni salvini berlusconi al quirinale

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…