bersani grillo

"CULATELLO" A 5 STELLE – BERSANI SDOGANA DI NUOVO IL M5S: "E' UN PARTITO DI CENTRO E UN ARGINE CONTRO LA DESTRA, PRONTO AL DIALOGO CON LORO" – QUANDO ERA SEGRETARIO DEL PD BERSANI CRITICO’ IL "LINGUAGGIO FASCISTA" DI GRILLO CONTRO IL PARTITO DEMOCRATICO – IL TENTATIVO DI ACCORDO NEL 2013 IN DIRETTA STREAMING - VIDEO

 

 

 

 

 

Francesco Verderami per www.corriere.it

BERSANIBERSANI

 

Niente «mucche nel corridoio» o «tacchini sul tetto». Venerdì scorso i compagni di Campobasso che erano andati ad ascoltare Pier Luigi Bersani non volevano spiegazioni sulle sue celebri metafore, erano interessati a capire il senso di una frase che aveva pronunciato durante il suo intervento. Frase un po’ criptica, ma non fino al punto da celare l’idea di una possibile prospettiva politica, diversa da quella immaginata finora per gli scissionisti di Democratici e Progressisti:

 

bersani grillo by chamuyo bersani grillo by chamuyo

«I Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni — in assenza di un centrosinistra largo — s’indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra». Sarebbero i grillini quindi, non il Pd a trazione renziana, l’argine alla «deriva populista e nazionalista».

 

Bersani, che aveva appena finito di parlare in pubblico, ha ripreso a farlo riservatamente. E non solo ha confermato l’intuizione dei militanti. È andato oltre, partendo da un’analisi originale del Movimento, che «sarà pure solipsista, ma va tenuto dentro il circuito democratico».

 

BERSANI D'ALEMABERSANI D'ALEMA

Come a dire che bisogna tentare di dialogare nell’interesse del Paese: «D’altronde, una forza che raccoglie al primo colpo il 25% dei consensi non è un fenomeno transitorio. Anzi loro sono il partito di centro dei tempi moderni. Anche perché i moderati non sono come si prova a rappresentarli oggi. Eppoi i moderati incazzati non sono una novità, visto che agli inizi del Novecento Camillo Prampolini si definiva un “moderato rabbioso”».

 

 

BERSANI E GRILLO BERSANI E GRILLO

«Il problema è che, volendo mantenere la loro diversità, i Cinquestelle finiscono per bloccare il sistema. Lo tengono in stand-by, appunto, senza dar sbocco alle richieste di novità che provengono dal loro elettorato. A meno che...». A meno che M5S non si rivelasse davvero «capace di coalizzare in Parlamento», come ha annunciato tempo fa Luigi Di Maio. Se così fosse, se dopo aver vinto nelle urne senza ottenere la maggioranza assoluta, i grillini dessero corso a questo disegno, Bersani sarebbe «pronto» ad accogliere un eventuale invito per una riedizione della diretta streaming del 2013. Allora fu lui a ricercare un accordo programmatico per far partire il suo governo. E anche a parti rovesciate «io ci sarei ancora».

 

bersani epifani dalemabersani epifani dalema

«Sarebbe curioso rinunciare», ha spiegato dinnanzi allo stupore dei compagni: «In modo speculare, sarebbe quello che avevo chiesto loro quattro anni fa». E proprio in coerenza con la sua linea politica di quattro anni fa, quando — aggrappandosi ai grillini — tentò di evitare l’abbraccio con Silvio Berlusconi, Bersani ha precisato di non voler «fare certo da raccordo delle forze populiste contro quelle che si definiscono responsabili. Ma allo stesso modo non appoggerò un rassemblement dei responsabili contro i populisti».

 

Insomma, se nella prossima legislatura si prospettasse un governo di larghe intese, chiederebbe ai gruppi parlamentari di Mdp di non appoggiarlo. Una posizione diametralmente opposta a quella del Pd, e che renderebbe ancor più difficile — sulla base degli ultimi sondaggi — la soluzione della grande coalizione socialisti-popolari.

BERSANI RENZIBERSANI RENZI

 

 

«Una simile soluzione è demenziale per l’Italia. Se ognuno non torna a fare il proprio mestiere, se tutto si mischia, non lamentiamoci poi dell’avanzata dei populismi». In questo quadro, sembrerebbe impossibile un’intesa tra Mdp e Pd. O meglio «con questo Pd», «perché o loro si ritengono parte di un centro-sinistra dove la sinistra conta, oppure auguri. Io continuo a pensare a un centro-sinistra plurale, ulivista, di combattimento. E se introducessero il premio di coalizione nella legge elettorale, sarei pronto ad appoggiare le primarie di coalizione, un nuovo federatore... Io sono da uova e da latte».

 

bersani bersani

Fino a quel momento i militanti di Campobasso erano riusciti a seguirlo nel ragionamento politico, ma la metafora li aveva spiazzati. «Risale alla tradizione contadina delle mie parti. Ha a che fare con le sardine. Femmine e maschi hanno un sapore diverso: nelle prime prevale il gusto delle uova, nei secondi quello del liquido seminale. Capite? Vuol dire che sarei disponibile a tutto». Forse i compagni avrebbero inteso meglio il detto berlusconiano «concavo e convesso».

 

 

Raccontano che durante la chiacchierata Bersani abbia parlato di Matteo Renzi senza mai citarlo. Bastava dicesse «questo Pd» e tutti capivano: «Con “questo Pd” non sorprendetevi dei suoi sondaggi. Tra caso Consip e voti al Senato è chiaro che scenda e che i Cinquestelle salgano. Quanto a noi, compagni, state tranquilli: da quello che vedo andando in giro c’è più pane che denti».

 

RENZI E BERSANIRENZI E BERSANI

Traduzione simultanea: «C’è interesse e avremo consenso. È il nome che non è ancora noto. Oggi se chiamano al telefono per chiedere “voterebbe Mdp?”, in molti anche dalle mie parti rispondono “mo che l’è?”». E per congedarsi, Bersani ha regalato ai militanti un’anticipazione: «Il nostro simbolo sarà giocato sull’Articolo 1 della Costituzione».

RENZI BERSANI RENZI BERSANI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…