benjamin netanyahu joe biden donald trump ehud barak benny gantz

“BIBI” È CHIUSO ALL’ANGOLO E PROVA A RESISTERE  (ASPETTANDO TRUMP) – DA UNA PARTE BENNY GANTZ, MINISTRO “MODERATO” DEL GABINETTO DI GUERRA, CHIEDE LE ELEZIONI ANTICIPATE. DALL'ALTRA L'EX PREMIER 82ENNE, EHUD BARAK, TORNA IN CAMPO E AIZZA LA PIAZZA – IL CERCHIO SI STRINGE INTORNO A NETANYAHU, SCARICATO DA BIDEN, CHE SI AGGRAPPA ALLA SPERANZA DEL RITORNO DI THE DONALD ALLA CASA BIANCA – DIETRO LE MANIFESTAZIONI CONTRO IL GOVERNO ISRAELIANO SI INTRAVEDE LA MANINA DELLA CIA. BIDEN SA BENE CHE, PER SPERARE DI ESSERE RIELETTO, DEVE PORTARE A CASA ALMENO LA PACE IN MEDIO ORIENTE…

1 - LA MOSSA DI GANTZ CONTRO NETANYAHU “ELEZIONI ANTICIPATE” NO DEL LIKUD

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli e Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

BENNY GANTZ

Nel tentativo di mettere a rendita il momento di difficoltà del premier Netanyahu, Benny Gantz per la prima volta chiama le elezioni generali e propone di aprire le urne a settembre. Una mossa politica a conflitto in corso, che, per certi versi, era nell’aria. Da quando è entrato nel gabinetto emergenziale di guerra, Gantz ha assunto la qualifica di ministro ma non fa parte della coalizione di maggioranza.

 

Al contrario, è il riconosciuto leader dell’opposizione, alla guida del Partito di unità nazionale: l’unico, secondo gli analisti, in grado di strappare a Bibi il bastone del comando. «Fissare per settembre ci lascerà tempo per mettere in sicurezza il Paese, e comunicherà ai cittadini l’idea che presto rinnoveremo il patto di fiducia, evitando spaccature nel nostro popolo», dice Gantz [...]

 

 

benjamin netanyahu Benny Gantz

Votare tra cinque mesi significa anticipare le elezioni di due anni, perché la legislatura scade nel 2026. «Israele ha bisogno di calma nelle urne, non di fiamme nelle strade», enfatizza Gantz, abbracciando così la piazza di Gerusalemme, ancora due notti fa colma di manifestanti che chiedevano di far tornare a casa i 130 ostaggi e di mandare a casa Netanyahu. Il ragionamento di Gantz si è fermato un attimo prima del punto di non ritorno.

 

[...] Prematuro dire se le parole di Gantz siano la fine del gabinetto di guerra, sorta di minigoverno di unità nazionale formatosi dopo il 7 ottobre e composto, oltre che dal premier e Gantz, dal ministro della Difesa e tre osservatori. Di sicuro si è aperta la crepa. I sondaggi in caso di voto attribuscono 30 seggi a Gantz e 20 al Likud di Netanyahu.

 

JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

Il day after della strage dei sette operatori umanitari di World Central Kitchen colpiti dal drone israeliano vede nella Striscia di Gaza la sospensione delle operazioni di distribuzione degli aiuti da parte delle Ong americane Wck, Anera e Us Project Hope. La Polonia annuncia un’inchiesta indipendente, gli americani sono furiosi.

 

Il presidente Biden - che oggi sentirà al telefono Netanyahu - si è detto «indignato e affranto» per l’attacco, chiedendo a Israele di rendere pubblici i risultati delle sue indagini, che devono accertare le responsabilità. Biden ha sottolineato come le morti non siano state un «incidente a sé stante», perché «questo conflitto è stato uno dei peggiori della storia recente in termini di numero di operatori umanitari uccisi. [...]

 

Benny Gantz Kamala Harris

La guerra sta già avendo un impatto sulle elezioni Usa, con gli “uncommitted” che hanno ottenuto significative percentuali di voti nelle primarie di martedì in Rhode Island e Connecticut, quindi il presidente ha bisogno di cambiare la dinamica.Il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, ha aggiunto che Washington non condivide l’ipotesi di un attacco a Rafah condotto come quelli avvenuti nel Nord.

 

Nei giorni scorsi c’è stato un incontro virtuale tra i due governi per discutere opzioni alternative, per operazioni mirate contro la leadership di Hamas che evitino vittime collaterali, e nei prossimi giorni l’incontro dovrebbe avvenire di persona. Gli Usa restano al fianco di Israele e si preparano a fornire armi per 18 miliardi di dollari, ma vogliono garanzie sulla protezione dei civili.

 

2 - BARAK TORNA IN CAMPO E PRENDE LE REDINI DELLA PROTESTA: «MOBILITIAMOCI TUTTI»

Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

 

ehud barak.

È stato l’ultimo dei premier israeliani a sfiorare il sogno della pace, ma anche il soldato più decorato della storia del Paese. Nella vita è stato più statista che politico, più bravo a governare che a raccogliere voti. Ha fondato due partiti fallimentari e si è ritirato ufficialmente dalla vita politica almeno tre volte dopo altrettante sconfitte. Ottantadue anni e non sentirli, Ehud Barak è tornato in campo: martedì sera si è presentato a sorpresa nella piazza del Parlamento di Gerusalemme, davanti alla folla eterogenea che da cinque giorni scende in piazza. Ha preso il microfono e ha spiegato come si fa a far cadere un governo.

 

ehud barak con bill clinton e arafat a camp david

[...] «Ci vorrà una sequenza di massicce e crescenti manifestazioni. Attenzione, però, belle adunate con decine di migliaia di persone come questa di oggi non bastano.

Bisogna coinvolgere le istituzioni del Paese: sindacati, università, organizzazioni studentesche, Comuni. Tutto dovrà culminare in uno sciopero generale che si trasformi in un assedio del Parlamento con decine di migliaia di tende 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Ci saranno alti e bassi, ci vorrà tempo, ma accadrà».

 

ehud barak

[...] Ehud Barak ha usato il collante che conosce meglio, quello di un Israele che non lasciava indietro nessuno, che andava a liberare i concittadini ostaggi fino in Africa, liberava anche mille prigionieri per salvare un singolo soldato e puniva gli assassini di ebrei in ogni angolo del mondo.

 

«La nostra rabbia è giustificata — ha arringato la folla —. Vecchi e malati stanno soffocando nei tunnel di Hamas, giovani donne sono stuprate e bambini sono disperati. È chiaro a tutti che entrare a Rafah — l’ultima roccaforte di Hamas che però è anche rifugio di 1,5 milioni di palestinesi, ndr — avverrà solo tra qualche settimana e che per eliminare Hamas a Rafah sarà una questione di mesi. Fino ad allora quasi tutti i sequestrati potrebbero tornare nelle bare. Coloro che li hanno abbandonati il 7 ottobre, sono pronti a sacrificarli ancora oggi sull’altare dell’illusione della vittoria totale».

 

BENJAMIN NETANYAHU DONALD TRUMP

Un discorso potente, diretto contro Netanyahu che ha raccolto applausi in piazza e, pochi minuti dopo, dal gabinetto di emergenza, anche il sostegno di Benny Gantz, il politico al momento più popolare di Israele. Rivolgendosi a Netanyahu in tv, Gantz ha detto che «ci vogliono elezioni anticipate a settembre». [...]

 

Le vittime civili e la carestia causata da Israele a Gaza stanno spaccando l’elettorato del presidente Biden. Sono gli Usa a chiedere un cambio e se sarà prima del voto americano di novembre, meglio. Settembre? Perfetto.

JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU BENNY GANTZ NEGLI USAehud barak. Benny Gantz alla casa bianca

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO