emmanuel macron

IL BLA BLA BLA DI MACRON: DIETRO L’ENFASI DA NAPOLEONCINO COCCODE’ SULL’UCRAINA, COI SUOI RICHIAMI A INVIARE TRUPPE OCCIDENTALI, C’E’ LA SOLITA GRANDEUR FARLOCCA TRANSALPINA - IL TOY BOY DELL’ELISEO, CHE SE LA TIRA DA LEADER DEL MONDO LIBERO NELLA DIFESA DELL’UCRAINA, HA DATO SOLO 640 MILIONI DI EURO IN AIUTI MILITARI, MENTRE BERLINO NE HA FORNITI PER 17,7 MILIARDI - IL PRESIDENTE FRANCESE, CHE IN PASSATO AVEVA DEFINITO “LA NATO IN STATO DI MORTE CEREBRALE”, HA INVITATO GLI ALLEATI DELL’UCRAINA A “NON ESSERE CODARDI” DI FRONTE ALLA RUSSIA. A PAROLE SO' BONI TUTTI...

Vittorio Da Rold per editorialedomani.it - Estratti

 

 

emmanuel macron

C’è una fase di politica estera molto velleitaria e nello stesso tempo molto francese del presidente Emmanuel Macron, che, con uno sguardo alle prossime elezioni europee dove i liberali della sua formazione rischiano di arretrare, ha preso a interpretare la parte del leader del mondo libero e il trascinatore di tutti gli ideali messi in discussione dai populisti nella vicenda dell’Ucraina. Fino al punto di chiamare “codardi” chi non pensa di inviare truppe militari Nato sul suolo a difesa di Kiev.

 

Ma il 10 e l’11 marzo 2022, quando si tenne a Versailles un vertice europeo all’indomani dell’aggressione armata russa all’Ucraina, e i 27 leader europei definivano la cornice di risposta alla sfida, il presidente francese Macron frenava i più radicali e suggeriva che la Russia «non andasse umiliata». E in questa versione diplomatica ci fu il tentativo dell’Eliseo nei mesi successivi di avere un filo diretto con il Cremlino con telefonate infinite ma senza ottenere niente di concreto.

 

EMMANUEL MACRON - ESERCITO FRANCESE

 

Adesso il presidente francese, che in passato aveva definito «la Nato in stato di morte cerebrale», ha fatto di nuovo una capriola e ha cambiato retorica invitando gli alleati dell’Ucraina a «non essere codardi» di fronte alla Russia, assicurando che «si assumerà la responsabilità» dei suoi controversi richiami di rompere un tabù sulla possibilità di inviare sul campo truppe occidentali.

 

Macron ha parlato a Praga durante una visita in Repubblica Ceca, tra quei paesi che hanno conosciuto il giogo dell’Unione sovietica e che sono entrati nella Ue solo nel 2004 proprio in funzione antirussa.

 

Poi c’è stato l’incontro a tre tra il presidente Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier polacco Donald Tusk, che ha fatto infuriare gli esclusi come il ministro della Difesa italiana Guido Crosetto, contrario alle fughe in avanti di pochi paesi, e ha definito l’incontro di Berlino un vertice “di emergenza” del cosiddetto Triangolo di Weimar, una piattaforma negoziale che era stata messa in soffitta dopo la caduta del Muro.

OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN EMMANUEL MACRON

 

Scholz in quell’occasione ha escluso l’invio di truppe tedesche fuori dai confini e la consegna dei missili a lunga gittata Taurus che potrebbero arrivare fino a Mosca ma debbono essere manovrati dai soldati tedeschi.

 

Macron ha abbozzato (per ora), ma spera nel sostegno dei paesi baltici e dei polacchi per ribaltare la situazione e riaprire sull’invio dei soldati sul campo e sulla consegna dei missili tedeschi Taurus a Kiev, in un’Europa dove sta tornando la coscrizione obbligatoria e la Danimarca ha richiamato anche le donne al servizio di leva.

OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN EMMANUEL MACRON

 

Ma dietro a tanta enfasi napoleonica da parte di Macron cosa c’è dietro di concreto? Quanti battaglioni? Partiamo dalle cifre nude e crude: secondo il sito Politico, il Kiel Institute tedesco, che raccoglie i contributi nazionali allo sforzo bellico dell’Ucraina, classifica la Francia come in chiaro ritardo, con 640 milioni di euro in aiuti militari, rispetto alla Germania, che ha fornito o promesso 17,7 miliardi di euro. Insomma Parigi è pronta a fare molto ma per ora non ha fatto granché rispetto a Berlino che appare molto più prudente nei toni e nelle affermazioni.

 

Non solo. Il governo semaforo di Berlino (formato da socialdemocratici, liberali e verdi) nell’ultima riunione del gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, svoltosi nella base americana di Ramstein, ha sottolineato il suo ruolo chiave negli aiuti a Zelensky (sette miliardi solo quest’anno), pur continuando a escludere dall’orizzonte politico l’invio di truppe tedesche a Kiev e la consegna dei missili a lungo raggio Taurus.

 

EMMANUEL MACRON - ESERCITO FRANCESE

La Germania ha deciso di riarmarsi con uno stanziamento pluriennale speciale enorme e di raggiungere la quota del 2 per cento del Pil per la difesa come tanto richiesto in passato dall’ex presidente e ora di nuovo candidato Donald Trump, al punto di minacciare di recente di non proteggere più con l’ombrello atomico americano chi non paga il dovuto alla difesa comune Nato.

 

 

emmanuel macron fa boxe

 

(...)

La Francia invece ha un passato altalenante sulla questione della difesa europea, da quando nel 1954 l’Assemblea nazionale a Parigi bocciò a sorpresa il trattato predisposto in vista di una Comunità europea della difesa. Parigi pensava di poter bastare a sé stessa nello svolgere l’attività di difesa comune senza l’intervento degli altri cinque membri della comunità di allora, due dei quali sconfitti nel conflitto mondiale. Ma sbagliava di orgoglio, e quel no ora pesa ancora come un macigno sui destini europei.

EMMANUEL MACRON IN VISITA IN UNA BASE MILITARE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...