DIS-INFORMAZIONE A 5 STELLE - BOICOTTAGGI CONTRO LA FINDUS, INSULTI A MYRTA MERLINO E PIZZAROTTI, VIGNETTE CONTRO BENIGNI, NIENTE TG E GIORNALI: LA POLITICA VISTA DAI GRILLINI - DEL CASO CUCCHI NON IMPORTA NULLA A NESSUNO. FIGURIAMOCI DELLE PRESIDENZIALI AMERICANE
Maria Corbi per la Stampa
Immerso per una settimana nell' informazione grillina, niente giornali, telegiornali, pagine social, se non quelle di stretta fede Cinque Stelle. Così Mattia Salvia, junior editor di «Vice», testata di giornalismo «immersivo», si è fatto cavia per capire qualcosa di più dei fedelissimi di Casaleggio & Co. Si parte da Facebook, il canale più usato per la comunicazione istituzionale, ma anche per i rapporti tra vertici del movimento e simpatizzanti.
Un Facebook parallelo frequentato solo da militanti grillini e qualche troll del Pd, «un mondo composto da decine e decine di pagine dai nomi tipo "opinioni, informazioni, emozioni" (11mila like) e gruppi come "club Luigi Di Maio" (55mila membri) dedicati alla discussione politica e alla diffusione di notizie», scrive Salvia.
Una full immersion dentro il mondo pentastellato in un momento di grande fermento in vista del 4 dicembre, giorno del referendum per capire se tutti i «meme» prodotti saranno in grado di spostare voti e influenzare chi entra in contatto con questa comunicazione. «Il mio approccio è stato scientifico, mi sono calato in questo mondo senza pregiudizi per vedere cosa succedeva».
Esperimento che inizia lunedì scorso, quando Pizzarotti dice addio al Movimento Cinque Stelle. Prima osservazione è che quando un tema è caldo i Cinque Stelle parlano solo di quello. Soprattutto se si parla di un nemico del movimento. E anche se un approccio scientifico avrebbe magari richiesto un campione di persone normalmente disinformate alle prese con questo mondo, quello che esce dall' esperimento è uno spaccato inquietante, un luogo dove esiste un pensiero unico e offese multiple.
Pizzarotti über alles : «Pezzo di m…, colluso con il Pd, traditore…». Un vocabolario di epiteti tutti dedicati a lui, al sindaco di Parma. La sua foto accanto a Renzi è la «prova schiacciante» della malafede perché «un vero grillino non si farebbe fotografare con Renzi/non gli darebbe la mano/non terrebbe una foto di Napolitano incorniciata».
Sempre lunedì gli internauti grillini si scagliano contro Myrta Merlino e il suo programma su La 7, «L' Aria che tira». Un post invitava a boicottare le aziende «ree» di fare pubblicità in quello spazio.
«Lì per lì mi è sembrata una cosa piuttosto strana e insensata», nota Mattia. Non poteva immaginare che il boicottaggio avrebbe straripato dai social, arrivando sui media nazionali. Insomma, la marea che monta alimentata dalla furia contro chiunque non si allinei al pensiero unico.
Anche Roberto Benigni finisce nel mirino con una vignetta dove appare come «Johnny il lecchino» per aver detto che la vittoria del No al referendum sarebbe peggio della Brexit. E in questa valanga di notizie monotematiche non c' è spazio per quello che accade nel mondo, in Italia. Il caso Cucchi, per esempio, non importa a nessuno.
Figuriamoci le presidenziali americane. Le vignette di Marione, il «Vauro Cinque Stelle», sono una bussola per capire gli umori del popolo di Grillo.
Così come è facile suscitare odio, anche ottenere ammirazione tra gli amici grillini su Facebook è un gioco da ragazzi.
La parola magica è un insulto a Renzi, ma basta anche una critica. Così Leonardo Pieraccioni e Sabrina Ferilli diventano subito eroi a Cinque Stelle. «È una logica da culto. E in più c' è una sorta di normalizzazione del clickbait, della condivisione ossessiva, del sensazionalismo: tutto questo ti cade addosso da ogni lato e finisce per sembrarti assolutamente normale», commenta l' autore dell' inchiesta.
Possibile? Cosa accade a chi entra in questo web magico capace di convincerti che sei d' accordo su tutto quello che dice il cerchio magico grillino? La tesi di questa sperimentazione è suggestiva e accosta i grillini ai fan di Berlusconi quando resistevano al resto del mondo, «quando qualunque personaggio osasse dire qualcosa di anche solo vagamente antiberlusconiano veniva celebrato come un' icona della sinistra». Come durante le guerre quando il nemico esterno rende le società coese. Chissà cosa direbbe Durkheim.
BENIGNI RENZI PIZZAROTTI INFORMAZIONE M5S