biden trump migranti

LA "BOMBA" MIGRANTI SULLE PRESIDENZIALI AMERICANE - ANCHE GLI USA SONO NEL CAOS SULL’IMMIGRAZIONE: BIDEN SE NE ESCE CON LA PROPOSTA DI REGOLARIZZARE 500MILA IMMIGRATI DOPO LE CRITICHE (DA SINISTRA) ALL’ANNUNCIO DELLA CHIUSURA TEMPORANEA DEL CONFINE CON IL MESSICO AI MIGRANTI IRREGOLARI - SI TRATTA DI UNA EMERGENZA CHE GLI STATI UNITI AFFRONTANO DAGLI ANNI '80 – IL LIBRO E LE POSSIBILI SOLUZIONI ALLA CRISI…

Da internazionale.it

joe biden al g7 di borgo egnazia

Il presidente Joe Biden regolarizzerà centinaia di migliaia di persone che non hanno un permesso di soggiorno ma sono sposate con cittadini o cittadine statunitensi, ha annunciato il 18 giugno la Casa Bianca.

 

L’immigrazione è un tema delicato per Biden, che deve affrontare le critiche opposte del Partito repubblicano e dell’elettorato di sinistra.

 

Il 4 giugno il presidente democratico aveva annunciato un inasprimento della politica migratoria degli Stati Uniti, con la chiusura temporanea del confine con il Messico ai migranti irregolari. Ma allo stesso tempo, per non alienarsi gli elettori progressisti e di origine straniera, ha continuato a dirsi favorevole a un arrivo regolamentato dei migranti.

 

SUI MIGRANTI ANCHE GLI USA SONO NEL CAOS

Stefano Mannoni per Mf -Milano Finanza - Estratti

 

jonathan blitzer cover

Quando il presidente Joe Biden ha annunciato alcuni giorni fa che avrebbe ridotto le domande di asilo per fare fronte al volume elevatissimo che l’amministrazione deve processare, un brivido è corso lungo la schiena dei democratici. Ma davvero il presidente Biden sull’immigrazione combatte Donald Trump con le sue stesse armi? In parte si, il calcolo elettorale essendo del tutto evidente.

 

Ma non del tutto poiché la gestione erratica, se non caotica, dell’immigrazione è nelle corde di Washington almeno dai tempi di Ronald Reagan. Lo documenta un libro  che ha scalato le classifiche della saggistica negli Stati Uniti. Il titolo? Everyone who is gone is here. The United States, Central America, and the Making of a crisis (Picador).

 

biden trump

Ne è autore un giornalista del New Yorker, Jonathan Blitzer, che attesta attraverso una enorme messe di casi e di percorsi come Washington sia responsabile della crisi migratoria nella misura in cui niente ha fatto per rimuoverne le cause alla fonte. Honduras e Guatemala sono stati precoci fabbriche di immigrati da quando regimi dittatoriali, che sventolavano la bandiera dell’anticomunismo, hanno ricevuto il beneplacito e il sostegno degli Usa.

 

(…) Quanto alle Congresso e alle varie amministrazioni Usa, esse hanno oscillato tra atteggiamenti più permissivi verso l’immigrazione e grottescamente restrittivi, lasciando i poveri malcapitati nelle sole mani di associazioni di volontariato, di matrice religiosa, che hanno combattuto per loro, onde procurare un santuario di protezione o la tutela di un giudice. La spinta a proteggere gli immigrati è venuta tutta dal basso, dalla società civile, senza che vi fosse la minima regia, o anche solo umanità, a livello federale.

DONALD TRUMP JOE BIDEN

 

Il lettore europeo potrebbe snobbare il libro adducendo la diversità del contesto europeo ma incorrerebbe in un madornale errore. I risultati delle ultime consultazioni europee sono infatti inequivoci: i cittadini sono stanchi degli immigrati nei numeri e nelle modalità che si sono fino a oggi presentati.

 

Una risposta politica la nuova Commissione dovrà pur darla a questo indirizzo democratico, e l’unica via praticabile – indirettamente indicata dal libro di Blitzer – è quella di agire alla radice del problema. Per quanto poco allettante possa sembrare la prospettiva di riversare miliardi di euro e miriade di progetti in Africa e Medio Oriente, non vi sono alternative. Pensare di intervenire quando i buoi sono scappati dal recinto è decisamente troppo tardi e pletore di leggi restrittive non risolveranno la questione.

Immigrati UsaImmigrati Usa

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...