BORDELLO FINMECCANICA - RINVIATE LE NOMINE, IL DOSSIER IN MANO AL PIDDINO FASSINA, CONTRO LE CESSIONI
Angela Zoppo per "Milano Finanza"
Alessandro Pansa dovrà lottare per rimanere al vertice di Finmeccanica. Alla vigilia dell'assemblea degli azionisti, convocata per domani, tornano di prepotenza alla ribalta le ipotesi di un ricambio radicale al comando della holding pubblica della Difesa, come segno di totale discontinuità con la passata gestione.
Trovata l'intesa di massima sul nome del presidente, l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, per il ruolo di amministratore delegato riprendono a salire le quotazioni di Giuseppe Zampini, l'attuale ad di Ansaldo Energia che già due anni fa si era trovato a un soffio dalla massima poltrona della capogruppo, andata poi a Giuseppe Orsi.
L'assemblea domani si limiterà ad approvare il bilancio 2012 per poi rinviare ad altra data, su richiesta del rappresentante del Tesoro, il secondo e più spinoso punto all'ordine del giorno sull'integrazione del cda. Un comunicato del ministero sostiene, infatti, che il governo vuole «definire procedure trasparenti per la nomina di amministratori nelle società controllate e criteri generali di valutazione delle candidature volti ad assicurare la qualità professionale e la competenza tecnica dei prescelti» .
Motivazioni a parte, la stessa indicazione di De Gennaro comporta un allungamento dei tempi, perché avendo ricoperto un incarico nell'esecutivo Monti (è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti) è in conflitto d'interessi ai sensi della legge Frattini del 2004, che impedisce agli ex membri del governo di ricoprire per 12 mesi incarichi «in enti di diritto pubblico, anche economici, nonché in società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta».
La soluzione è una legge ad personam, che chiaramente porta via tempo. Quanto all'ipotesi di un nuovo ad, a rimescolare le carte ha contribuito non poco il fatto che a seguire il dossier Finmeccanica è il sottosegretario al Tesoro, Stefano Fassina, già responsabile economico del Pd. Su Finmeccanica e sulla necessità di voltare pagina Fassina ha sempre avuto una posizione netta e quando, il 13 febbraio, il governo ha deciso di promuovere Pansa per rimpiazzare il dimissionario Orsi (finito agli arresti per le presunte tangenti sugli elicotteri indiani), ha fatto capire di considerarlo alla stregua di un reggente.
«Su Finmeccanica», era stato il commento di Fassina, «il governo ha fatto una scelta corretta: garantire subito piena operatività dell'azienda con una soluzione di transizione, in vista del rilancio dei piani industriali e di una conseguente e coerente ridefinizione dei vertici».
Ma alle banche d'affari e a gran parte del mercato l'idea di una staffetta Pansa-Zampini non piace, soprattutto perché significherebbe ripensare il dossier dismissioni con la vendita dei business civili: trasporti e, appunto, energia.
Alternative per fare cassa non se ne vedono, a meno di non ipotizzare, come qualcuno inizia a fare, l'idea di un aumento di capitale che però potrebbe essere messo in atto solo a fronte di un piano industriale pienamente condiviso dal mercato.
Riprendono a circolare voci a proposito di una cessione di alcuni asset della controllata americana Drs, ma la strada era già stata tentata con poca fortuna da Orsi e abbandonata proprio per mancanza di compratori. Non si vede, infatti, quale possa essere oggi l'appeal di una società che è stata appena svalutata per circa 1 miliardo, come risulta dal bilancio 2012 della capogruppo.





