gioventu fascista

QUAND'È CHE SMETTI DI GIUOCARE A PALLA, E VIENI ALL'ADUNATA DEI BALILLA? - A BRESCIA LA MOSTRA SULLA GIOVENTÙ MUSSOLINIANA, CENTINAIA DI PEZZI ORIGINALI PROVENIENTI DA COLLEZIONI PRIVATE E MAI VISTI PRIMA, CHE RICOSTRUISCONO UN PAESE PLASMATO DAL FASCISMO, VERO ESPERIMENTO COLLETTIVO DI RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA, VOLTO A RIGENERARE IL CARATTERE DI UN POPOLO PER FARE DEGLI ''ITALIANI NUOVI'': CRESCERE, OBBEDIRE, DIVERTIRSI, E UN DOMANI COMBATTERE...

pinocchio balilla

 

Luigi Mascheroni per ''il Giornale''

 

Brescia. Su... su... su.../ Se ci monti tu,/ questa Balilla qua/ come una freccia va..., versi di Luciano Ramo, musica di Vittorio Mascheroni, due vere icone musicali fra gli anni Venti e Trenta quando tutto in Italia parlava di fascismo - che la Fiat scritturò per la pubblicità dell'automobile Balilla...

la mostra sui balilla 6

 

Eccone qui un esemplare, originale e rilucente, nel cortile interno di Palazzo Martinengo. Poco più avanti, prima dell'entrata, tre sagome di piccoli Balilla: fez in lana nera con fregio dorato, pantalone corto in lana grigioverde e saluto (che sembra un «Ciao, ciao») romano...

 

E poi, dentro, lungo tutto il piano terra del palazzo, centinaia di pezzi originali, tutti provenienti da collezioni private, mai visti prima - tra fotografie di padri, nonni, parenti in orbace, libri e moschetti, e lettere di familiari sorprendentemente osannanti il Duce che ricostruiscono l'universo plasmato dal fascismo, vero esperimento collettivo di rivoluzione antropologica (straordinariamente copiato da dittatori di ben altra tempra, come Hitler e Stalin) volto a rigenerare il carattere di un popolo per fare degli «italiani nuovi». Oggi Balilla, domani soldati di un'Italia in guerra per l'edificazione di un Impero.

 

Crescere, obbedire, divertirsi, e un domani combattere...

GIOVANI FASCISTI ITALIANI

 

la mostra sui balilla 5

«Noi siamo, come in Russia, per il senso collettivo della vita, e questo noi vogliamo rinforzare, a costo della vita individuale... Naturalmente questo stupisce gli stranieri! L'uomo già a sei anni viene tolto in un certo senso alla famiglia, e viene restituito allo Stato a sessant'anni». Benito Mussolini, 1932.

 

Brescia, 2020. Benvenuti alla grande mostra I giovani sotto il fascismo. Il progetto educativo di un dittatore curata da Roberto Chiarini e Elena Pala (da oggi al 22 novembre): sei sale, un percorso che unisce allestimenti scenografici e rigore scientifico, una rilettura critica del Ventennio senza demonizzazioni o esaltazioni, un catalogo iconograficamente ricchissimo (con interventi, fra gli altri, di Emilio Gentile, Daria Gabuti, Marco Cuzzi, Emanuela Scarpellini, Giuseppe Parlato e Emanuele Cerutti), e centinaia di oggetti di vita quotidiana, provenienti in particolare dalle collezioni di Mario Valzelli, bresciano, e Franco Mesturini, di Mortara, quest'ultimo proprietario di un fondo di 44mila fotografie solo sulla gioventù negli anni del fascismo.

la mostra sui balilla 3

 

Ed eccola qui quella gioventù, foto ricordo dopo foto ricordo, divisa dopo divisa, adunata dopo adunata: come crescere da Figlio della Lupa (tra i quattro e gli otto anni) a Balilla (dagli otto ai tredici), da Avanguardista (da quattordici a diciassette) a Giovane fascista (da diciassette a ventuno) fino a Militare. Ecco come si forgia un popolo che crede ciecamente al proprio Duce: immergendolo fin dalla nascita (qui c'è una partecipazione di Battesimo per il nuovo arrivato della famiglia Cerino, nome: Bruno Benito Vittorio, 2 febbraio 1942, con il disegno di un neonato, nudo, ma con fez e bandoliera) in un mondo fatto di oggetti fascisti, parole fasciste, gesti fascisti. Diventare tutti figli di Mussolini senza accorgersene...

 

la mostra sui balilla 4

«Creare un ordine nuovo comportava creare un nuovo italiano - ci dice accompagnandoci fra le sale Roberto Chiarini, per anni docente di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Milano - e chi meglio dei giovani si offriva al dittatore come docile creta con cui forgiare un futuro soldato, votato a donare la vita alla causa del nazionalismo?».

 

«Sulla generazione dei nati nel Ventennio - fa eco Elena Pala, professore a contratto alla stessa Università, mentre sistema le ultime didascalie e chiude le bacheche - il regime riversò tutte le sue energie. I grandi erano già perduti, i piccoli erano ancora vergini, da formare. E così li immerse in un universo di simboli, riti, pratiche educative e ricreative che ne plagiarono la coscienza».

la mostra sui balilla 2

 

Ordine e disciplina. E la mostra, ordinatamente, ricostruisce il percorso attraverso il quale Italia e fascismo costituirono un'identità perfetta, indissoluta, inalterabile.

 

La sezione «La patria in camicia nera» apre le porte alla fabbrica del consenso del regime, che investiva ogni assetto della quotidianità: il marchio Balilla ovunque, bicchierini Balilla, lamette da barba Balilla, una pianola giocattolo che suona solo l'Inno Balilla, il calendario dell'Anno fascista, un set fascistissimo da scrivania, soldatini in orbace, medaglie e gagliardetti, e la radio Balilla costruita con materiale autarchici... E su una parete della seconda sala è stato riprodotto un affresco degli anni Trenta, recentemente restaurato, della chiesa di Bagnolo Mella, a pochi chilometri da Brescia, con il vescovo e tre Balilla che lo accompagnano. Ecco il significato di «Dio, Patria e famiglia».

 

pinocchio balilla

Poi «La Scuola»: con la ricostruzione di un'aula dell'epoca, con il pavimento originale, i banchi dell'asilo e delle elementari (nel legno è incisa la frase «Credere, obbedire, combattere»), il crocifisso, la foto del Re e quella di Mussolini (del resto «Bisogna che la scuola sia profondamente fascista in tutte le sue manifestazioni», Benito Mussolini, 1935), la lavagna e le cartine geografiche dell'Impero con tanto di bandierine per segnare le nuove conquiste. E se raccoglievi abbastanza punti con le caramelle Elah potevi vincere la mappa dell'Etiopia. «L'Italia fascista è un'immensa legione che marcia sotto i simboli del Littorio verso un più grande domani nessuno può fermarla, nessuno la fermerà».

 

Lì, su una parete - ma quasi non te ne accorgi, così come non ti ricordi i trascorsi di certi intellettuali - c'è la fotocomposizione fatta da Bruno Munari per la Rivista illustrata del Popolo d'Italia della statua in marmo di Carrara Era fascista (ma detta da tutti Il Bigio) realizzata nel '32 dallo scultore Arturo Dazzi e collocata in piazza della Vittoria qui Brescia (ma oggi è in un magazzino, per evitare proteste dell'Anpi).

 

Le mostre, i libri, la ricerca scientifica servono proprio a questo: a contrastare i furori della cancel culture.

la mostra sui balilla 1

 

Si prosegue nella lunga marcia del Fascismo. «Le colonie», «Il tempo libero» - e qui le foto sono spettacolari, nel loro spensierato consenso - e «Lo sport»: c'è persino la maglia del campione mondiale di ciclismo su pista del '34, Benedetto Pola, con la prima pagina della Gazzetta dello sport... Erano gli anni dei due Mondiali vinti dalla squadra degli Azzurri, delle avventure di Mandrache (ecco l'albo Il mago dello sport) e dei Littoriali. «L'atleta è l'espressione più sublime della vitalità di un popolo» recita l'Annuario dei Littoriali dello Sport del 1940.

 

In una saletta di raccordo c'è anche un lungo video, di oltre un'ora, con i filmati dell'Istituto Luce su la «migliore» gioventù fascista.

 

la mostra sui balilla 9

Si continua. Una sala è dedicata alla «Gioventù del Littorio» con baionette e manuali (in una teca un vero Moschetto, funzionante, con due proiettili), giberne e divise (una è di un signore che oggi ha 95 anni) e una riservata al «Cinema». Mussolini intuì che per conquistare gli italiani occorreva non solo permeare i comportamenti, ma le coscienze. E per farlo, l'età giusta è quella della scuola, dello sport, dei divertimenti.

 

Poi, la tragedia. Le ultime stanze sono dedicate, una, all'8 settembre, «La scelta»: entrando in una saletta puoi scegliere di leggere, da un lato, sopra un tricolore, le motivazioni di chi scelse le brigate partigiane, e dal lato opposto, sopra una bandiera nera, quelle di chi scelse la Repubblica sociale. Quando bastava un nulla per trascinarti da una parte o dall'altra... ecco il vero dramma di una generazione.

la mostra sui balilla 8

 

E l'altra sala, prima dell'uscita, è riservata alle «Testimonianze»: ci sono soltanto due monitor dove passano - frutto di un lavoro di interviste lunghissimo, iniziato prima del lockdown - i racconti di un milite della X Mas e di una partigiana che incarnano, su fronti contrapposti, ma con intricati legami fra le due famiglie, la guerra «armata» dopo l'Armistizio.

 

Poi, certo, ci fu anche quella «senza armi». Della maggioranza degli italiani.

la mostra sui balilla 7

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…